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Massimo Ruiu – Ossimori
La mostra Ossimori di Massimo Ruiu, allestita negli spazi del Museo delle Genti D’Abruzzo a Pescara, raccoglie una vasta selezione di lavori realizzati negli ultimi venti anni . l’uso della figura retorica dell’ossimoro è lo strumento che caratterizza i lavori esposti.
Comunicato stampa
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La mostra personale “OSSIMORI” di Massimo Ruiu, allestita negli spazi del Museo delle Genti D’Abruzzo a Pescara, raccoglie una vasta selezione di lavori realizzati negli ultimi venti anni. Da una lettura attenta non può non esser preso in considerazione quanto l’uso della figura retorica dell’ossimoro sia diventato strumento e collante trasversale nei lavori esposti nelle sale del museo. Nelle sue opere c’è sempre qualcosa che non c’è. Relativizza dogmi e certezze collaudate, vanificando esperienze umane che il tempo ha contribuito a solidificare. Così nel ciclo delle “Ombre assolute” del ’97, le immagini portatrici di realtà sono forate da nere cavità d’assetto geometrico, capaci di inghiottire lo sguardo. Buchi neri. L’immagine implode, tracolla e naufraga in se stessa, destabilizzando la percezione dell’interna figurazione. Accade anche nella sequenza pittorica dei pesci “Doppiomare” (2006) e “Nelle parole illuminate dei pesci” (2008) in cui il parlare è custodito dal mutismo dagli abitanti dei mari. Se nei “libri di cenere” la pagina non muore, si polverizza in idea, nelle “Pietre miliari mobili” sono destabilizzati i così detti punti fermi. Riesce con disinvoltura a relativizzare le leggi della conoscenza e fare della negazione un invisibile punto di forza. Ossimori che riescono a sovvertire le leggi che regolano lo spazio e il tempo. In “Qual è la direzione?” la meta desiderata è a portata di mano ma le bussole disorientano, non svolgono il loro collaudato lavoro. Relativizzano le posizioni offrendo non più lidi certi ma solo, forse, altri probabili approdi. Per arrivare a biovandalica “fuck you”, scritta composta di chiocciole vive, che in poche ore svanisce. Dissolvendosi evidenzia una temporalità dettata dalla natura che mette a dura prova la certezza tutta umana fondata sulla percezione del tempo e il suo scorrere è un procedere per negazioni dal forte valore affermativo. Vuoti che riempiono e pienezze forate d’infinito. L’affermare e il negare sono i presupposti per rendere concepibile l’opera nella sua vera identità. Strada che porta eventualmente alla completezza di un pensiero, il suo, che cerca nelle certezze umane, contraddittorie controfigure, possibili portatrici di nuove icone santificabili. E se la parte più viva dell’immagine fosse il suo cuore cavo? Se la sua parte più vera fosse la sua parte più nera che cerca di esprimere la sua vena poetica utilizzando immagini iconiche legate al non-essere? Nell’era dell’iper-immagine materializza l’anti-immagine. “Ombre assolute”, nella stagione del troppo medita sul meno, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.(G.Gigliotti)
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole in letargo. Riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale. Le opere con le chiocciole in letargo caratterizzano gran parte del lavoro degli ultimi anni.
OSSIMORI
28 settembre - 20 ottobre 2019
Vernissage ore 18:30
Mostra Personale di Massimo Ruiu
A cura di Mariano Cipollini
Coordinamento Alessandra Moscianese
Museo delle Genti d’Abruzzo
Via delle Caserme, 24
65127 Pescara
085.4510026
Orari:
Lun. /Sab. dalle 9:00 alle 13.00
Sab. e Dom. dalle16.30 alle 19.30
Ingresso libero
Comunicato stampa
OSSIMORI
Massimo Ruiu
a cura di Mariano Cipollini
28 settembre - 19 ottobre 2019
Museo delle Genti d’Abruzzo, Pescara
Vernissage 28 settembre ore 18.30
La mostra personale “OSSIMORI” di Massimo Ruiu, allestita negli spazi del Museo delle Genti D’Abruzzo a Pescara, raccoglie una vasta selezione di lavori realizzati negli ultimi venti anni. Da una lettura attenta non può non esser preso in considerazione quanto
l’uso della figura retorica dell’ossimoro sia diventato strumento e collante trasversale nei lavori esposti nelle sale del museo. Nelle sue opere c’è sempre qualcosa che non c’è. Relativizza dogmi e certezze collaudate, vanificando esperienze umane che il tempo ha contribuito a solidificare. Così nel ciclo delle “Ombre assolute” del ’97, le immagini portatrici di realtà sono forate da nere cavità d’assetto geometrico, capaci di inghiottire lo sguardo. Buchi neri. L’immagine implode, tracolla e naufraga in se stessa, destabilizzando la percezione dell’interna figurazione. Accade anche nella sequenza pittorica dei pesci “Doppiomare” (2006) e “Nelle parole illuminate dei pesci” (2008) in cui il parlare è custodito dal mutismo dagli abitanti dei mari. Se nei “libri di cenere” la pagina non muore, si polverizza in idea, nelle “Pietre miliari mobili” sono destabilizzati i così detti punti fermi. Riesce con disinvoltura a relativizzare le leggi della conoscenza e fare della negazione un invisibile punto di forza. Ossimori che riescono a sovvertire le leggi che regolano lo spazio e il tempo. In “Qual è la direzione?” la meta desiderata è a portata di mano ma le bussole disorientano, non svolgono il loro collaudato lavoro. Relativizzano le posizioni offrendo non più lidi certi ma solo, forse, altri probabili approdi. Per arrivare a biovandalica “fuck you”, scritta composta di chiocciole vive, che in poche ore svanisce. Dissolvendosi evidenzia una temporalità dettata dalla natura che mette a dura prova la certezza tutta umana fondata sulla percezione del tempo e il suo scorrere è un procedere per negazioni dal forte valore affermativo. Vuoti che riempiono e pienezze forate d’infinito. L’affermare e il negare sono i presupposti per rendere concepibile l’opera nella sua vera identità. Strada che porta eventualmente alla completezza di un pensiero, il suo, che cerca nelle certezze umane, contraddittorie controfigure, possibili portatrici di nuove icone santificabili. E se la parte più viva dell’immagine fosse il suo cuore cavo? Se la sua parte più vera fosse la sua parte più nera che cerca di esprimere la sua vena poetica utilizzando immagini iconiche legate al non-essere? Nell’era dell’iper-immagine materializza l’anti-immagine. “Ombre assolute”, nella stagione del troppo medita sul meno, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.(G.Gigliotti)
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole in letargo. Riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale. Le opere con le chiocciole in letargo caratterizzano gran parte del lavoro degli ultimi anni.
Vernissage ore 18:30
Mostra Personale di Massimo Ruiu
A cura di Mariano Cipollini
Coordinamento Alessandra Moscianese
Museo delle Genti d’Abruzzo
Via delle Caserme, 24
65127 Pescara
085.4510026
Orari:
Lun. /Sab. dalle 9:00 alle 13.00
Sab. e Dom. dalle16.30 alle 19.30
Ingresso libero
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole in letargo. Riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale. Le opere con le chiocciole in letargo caratterizzano gran parte del lavoro degli ultimi anni.
OSSIMORI
28 settembre - 20 ottobre 2019
Vernissage ore 18:30
Mostra Personale di Massimo Ruiu
A cura di Mariano Cipollini
Coordinamento Alessandra Moscianese
Museo delle Genti d’Abruzzo
Via delle Caserme, 24
65127 Pescara
085.4510026
Orari:
Lun. /Sab. dalle 9:00 alle 13.00
Sab. e Dom. dalle16.30 alle 19.30
Ingresso libero
Comunicato stampa
OSSIMORI
Massimo Ruiu
a cura di Mariano Cipollini
28 settembre - 19 ottobre 2019
Museo delle Genti d’Abruzzo, Pescara
Vernissage 28 settembre ore 18.30
La mostra personale “OSSIMORI” di Massimo Ruiu, allestita negli spazi del Museo delle Genti D’Abruzzo a Pescara, raccoglie una vasta selezione di lavori realizzati negli ultimi venti anni. Da una lettura attenta non può non esser preso in considerazione quanto
l’uso della figura retorica dell’ossimoro sia diventato strumento e collante trasversale nei lavori esposti nelle sale del museo. Nelle sue opere c’è sempre qualcosa che non c’è. Relativizza dogmi e certezze collaudate, vanificando esperienze umane che il tempo ha contribuito a solidificare. Così nel ciclo delle “Ombre assolute” del ’97, le immagini portatrici di realtà sono forate da nere cavità d’assetto geometrico, capaci di inghiottire lo sguardo. Buchi neri. L’immagine implode, tracolla e naufraga in se stessa, destabilizzando la percezione dell’interna figurazione. Accade anche nella sequenza pittorica dei pesci “Doppiomare” (2006) e “Nelle parole illuminate dei pesci” (2008) in cui il parlare è custodito dal mutismo dagli abitanti dei mari. Se nei “libri di cenere” la pagina non muore, si polverizza in idea, nelle “Pietre miliari mobili” sono destabilizzati i così detti punti fermi. Riesce con disinvoltura a relativizzare le leggi della conoscenza e fare della negazione un invisibile punto di forza. Ossimori che riescono a sovvertire le leggi che regolano lo spazio e il tempo. In “Qual è la direzione?” la meta desiderata è a portata di mano ma le bussole disorientano, non svolgono il loro collaudato lavoro. Relativizzano le posizioni offrendo non più lidi certi ma solo, forse, altri probabili approdi. Per arrivare a biovandalica “fuck you”, scritta composta di chiocciole vive, che in poche ore svanisce. Dissolvendosi evidenzia una temporalità dettata dalla natura che mette a dura prova la certezza tutta umana fondata sulla percezione del tempo e il suo scorrere è un procedere per negazioni dal forte valore affermativo. Vuoti che riempiono e pienezze forate d’infinito. L’affermare e il negare sono i presupposti per rendere concepibile l’opera nella sua vera identità. Strada che porta eventualmente alla completezza di un pensiero, il suo, che cerca nelle certezze umane, contraddittorie controfigure, possibili portatrici di nuove icone santificabili. E se la parte più viva dell’immagine fosse il suo cuore cavo? Se la sua parte più vera fosse la sua parte più nera che cerca di esprimere la sua vena poetica utilizzando immagini iconiche legate al non-essere? Nell’era dell’iper-immagine materializza l’anti-immagine. “Ombre assolute”, nella stagione del troppo medita sul meno, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.(G.Gigliotti)
Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole in letargo. Riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale. Le opere con le chiocciole in letargo caratterizzano gran parte del lavoro degli ultimi anni.
Vernissage ore 18:30
Mostra Personale di Massimo Ruiu
A cura di Mariano Cipollini
Coordinamento Alessandra Moscianese
Museo delle Genti d’Abruzzo
Via delle Caserme, 24
65127 Pescara
085.4510026
Orari:
Lun. /Sab. dalle 9:00 alle 13.00
Sab. e Dom. dalle16.30 alle 19.30
Ingresso libero
24
settembre 2019
Massimo Ruiu – Ossimori
Dal 24 settembre al 20 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA – MUSEO DEL GUSTO – MUSEO DELLE GENTI D’ABRUZZO
Pescara, Via Delle Caserme, 22, (Pescara)
Pescara, Via Delle Caserme, 22, (Pescara)
Orario di apertura
da lun. a sab. 9.00/13.00
Sab. e Dom. dalle 16.30 alle 19.30
Vernissage
24 Settembre 2019, h 18.30
Autore
Curatore