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Mater Materia
Medico come Alberto Burri, suo principale riferimento artistico, Mario Sulis inizia i suoi assemblaggi negli anni Ottanta, mettendo in atto una riqualificazione estetica di oggetti quotidiani di risulta, attraverso un paziente lavoro sugli scarti.
Comunicato stampa
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L’oggetto, liberato dai dadaisti dalla sua funzione intrinseca, ripensato dai surrealisti in funzione indagatrice dell’inconscio, magica e onirica, riletto nel secondo novecento dalla Pop Art, dal New Dada americano, dal Nouveau Réalisme europeo, continua a essere una fonte di ispirazione inesauribile per l’arte .
Se nei ready-made Marcel Duchamp puntava a una indifferenza visiva, nell’objet trouvé surrealista di Meret Oppenheim si riscontra una carica emotiva collegata a meccanismi inconsci. Con il Nouveau Réalisme la scelta di esporre oggetti d’uso comune si moltiplica in declinazioni e significati sempre più vari e complessi, la loro conservazione ed esposizione ha l’obiettivo di contrastare i meccanismi di consumo imposti dalla moderna società capitalistica.
Il dialogo artista - materia diviene sempre più intimo, quasi a intrecciare relazioni esistenziali con essa, come nel caso di Alberto Burri, capace di assemblare e suturare tra loro sacchi, realizzare combustioni di fogli di plastica, giustapposizioni di legni e metalli, in un controllo costante e lirico della materia e dei suoi processi di consunzione.
Medico come Alberto Burri, suo principale riferimento artistico, Mario Sulis inizia i suoi assemblaggi negli anni Ottanta, mettendo in atto una riqualificazione estetica di oggetti quotidiani di risulta, attraverso un paziente lavoro sugli scarti di vetri, marmeria, plastiche e ferri, o di utilizzo di oggetti insoliti come piattelli da tiro a segno oppure obsoleti come i CD Rom, provenienti da rifiuti urbani e industriali.
L’oggetto abbandonato fa scattare in lui la pulsione di poterlo tramutare in qualcosa al quale restituire dignità attraverso l’arte, un gesto etico che acquista maggior valore per il contesto nel quale si inserisce, quello di una società in cui la vita degli oggetti diviene sempre più breve e la loro riparazione sempre più costosa.
Le opere di Mario Sulis sono frutto di un’attenta progettazione e di una cura del dettaglio che derivano dall’abitudine dell’artista al monitoraggio di ogni aspetto del processo creativo, dalla reazione della materia al suo gesto, a un taglio, a un accostamento, dalle associazioni con nuovi materiali alla composizione chimica del colore, per approdare all’opera finita attraverso una lunga, materna gestazione. È nell’esito finale che vediamo combaciare il medico e l’artista, la rinascita o la guarigione della materia.
Caterina Ghisu
Se nei ready-made Marcel Duchamp puntava a una indifferenza visiva, nell’objet trouvé surrealista di Meret Oppenheim si riscontra una carica emotiva collegata a meccanismi inconsci. Con il Nouveau Réalisme la scelta di esporre oggetti d’uso comune si moltiplica in declinazioni e significati sempre più vari e complessi, la loro conservazione ed esposizione ha l’obiettivo di contrastare i meccanismi di consumo imposti dalla moderna società capitalistica.
Il dialogo artista - materia diviene sempre più intimo, quasi a intrecciare relazioni esistenziali con essa, come nel caso di Alberto Burri, capace di assemblare e suturare tra loro sacchi, realizzare combustioni di fogli di plastica, giustapposizioni di legni e metalli, in un controllo costante e lirico della materia e dei suoi processi di consunzione.
Medico come Alberto Burri, suo principale riferimento artistico, Mario Sulis inizia i suoi assemblaggi negli anni Ottanta, mettendo in atto una riqualificazione estetica di oggetti quotidiani di risulta, attraverso un paziente lavoro sugli scarti di vetri, marmeria, plastiche e ferri, o di utilizzo di oggetti insoliti come piattelli da tiro a segno oppure obsoleti come i CD Rom, provenienti da rifiuti urbani e industriali.
L’oggetto abbandonato fa scattare in lui la pulsione di poterlo tramutare in qualcosa al quale restituire dignità attraverso l’arte, un gesto etico che acquista maggior valore per il contesto nel quale si inserisce, quello di una società in cui la vita degli oggetti diviene sempre più breve e la loro riparazione sempre più costosa.
Le opere di Mario Sulis sono frutto di un’attenta progettazione e di una cura del dettaglio che derivano dall’abitudine dell’artista al monitoraggio di ogni aspetto del processo creativo, dalla reazione della materia al suo gesto, a un taglio, a un accostamento, dalle associazioni con nuovi materiali alla composizione chimica del colore, per approdare all’opera finita attraverso una lunga, materna gestazione. È nell’esito finale che vediamo combaciare il medico e l’artista, la rinascita o la guarigione della materia.
Caterina Ghisu
16
aprile 2025
Mater Materia
Dal 16 aprile al 10 giugno 2025
arte contemporanea
Location
THOTEL
Cagliari, Via Dei Giudicati, (Cagliari)
Cagliari, Via Dei Giudicati, (Cagliari)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 9 - 21
Vernissage
16 Aprile 2025, 18:30
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione