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MATERA L’ARTE CHE UNISCE | 8° rassegna internazionale di arte visuale
Uno spazio siderale quello dello Sparkme Space Academy che accoglie, fino al 2 dicembre, l’ottava edizione di Matera l’arte che unisce, manifestazione organizzata dal MIP – Matera International Photography, con la direzione artistica di Antonello Di Gennaro.
Comunicato stampa
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Uno spazio siderale quello dello Sparkme Space Academy che accoglie, fino al 2 dicembre, l’ottava edizione di Matera l’arte che unisce, manifestazione organizzata dal MIP - Matera International Photography, con la direzione artistica di Antonello Di Gennaro. Le opere presentate, visivamente identitarie, appaiono esposte in un luogo “altro” in cui si inseriscono come messaggi spot dai contenuti prorompenti per un’arte prevalentemente di informazione e dotata di una propria forza evocativa. Sono proprio gli argomenti messi in scena, attraverso differenti linguaggi artistici, a rendere l’evento particolarmente incisivo. Il filo conduttore è l’arte che determina una riflessione corale, tema che viene esplicitato attraverso progetti dal respiro internazionale, con incursioni e provocazioni che scuotono le coscienze. Il percorso espositivo è una narrazione di singoli nuclei che evolvono fino ad un apice emozionale, dove le immagini urlano il dolore della guerra e della morte.
L’esposizione si apre con un progetto di mail art, A postcard for Floyd, legato al ricordo di un episodio funesto e voluto fortemente da Giangiacomo Rocco di Torrepadula a cura di Chiara Farella Falda. L’installazione è un appello alla responsabilità di pensiero, una dichiarazione di intenti visiva per una consapevolezza che prende forma attraverso l’elaborazione di cartoline, tagliate, scritte, colorate, cucite, dipinte con gli interventi di oltre 450 tra nomi noti e non del panorama culturale. Uno degli scatti di Giangiacomo Rocco di Torrepadula, che coglie gli ultimi istanti di una candela che si spegne, simbolo della vita cancellata del giovane afroamericano Floyd, è diventata la cartolina base delle opere che scorrono sui video in sequenze dinamiche per una installazione immersiva dalle prospettive ampie e dall’estetica plurale. Ogni elemento viene ripreso, ingrandito ed elevato a manifesto di comunicazione visiva sottraendosi alla retorica partecipativa per una maggiore aderenza alla spontaneità creatrice.
Con Navalny, Assenza/Presenza Ruggero Maggi sfida attraverso la mail art un presente malato di menzogne, alimentato dalla cancellazione dei diritti umani e assuefatto al governo dittatoriale. Il confronto di respiro internazionale assurge a territorio di ribellione, a resistenza dell’oppressione, a dispositivo di autodeterminazione che produce un’identità condivisa pronta a mostrare attraverso una rappresentazione diretta il linguaggio della libertà. Il risultato è una drammaturgia estesa figlia di un linguaggio democratico, un palcoscenico grafico in cui si susseguono narrazioni caotiche dalla rabbia inespressa, rimodulazioni di caratteri vergati con pennarelli , segni esacerbati di una elaborazione immediata, variazioni di iconografie dense di richiami alla storia dell’arte, ai cartoon e alla pubblicità
Segue il percorso espositivo La luna friabile, ideato e condotto da Carla Cantore in collaborazione con Franco Di Pede, un progetto generato da un flusso rapsodico che racchiude in simboli arcaici appartenenze e cronache interiori, lontane da incasellamenti sociali. Le piccole casette di pietra e i libri d’arte prodotti seguono rapporti tattili, maggiormente fisici, aderiscono alla produzione artistica attraverso l’esperienza conoscitiva diretta, l’applicazione di una metodologia di apprendimento che approda da un’intimità fragile ad una consapevolezza risolutiva. L’evoluzione dell’impegno profuso si compie in un coro di esperienze, in pamphlet vari, in collage frutto di situazioni contingenti e di un ascolto più assorto del mondo circostante.
Un’indagine visiva porta a confronto mondi interiori, storie individuali e collettive in Percorsi di visioni – Masterclass Exhibition a cura di Michele di Donato con la partecipazione di De Marzo/Cataldo, Girella, Guardino, La Manta, La Martina, Perez, Oleotto, Ranucci, Sipala, Trombini. Dalle relazioni intime e personali ai paesaggi rarefatti, dai momenti poetici alla denuncia del degrado, dai ricordi alle rappresentazioni intuitive, gli scatti in mostra e i vari approcci fotografici si inseriscono in un evento che suggerisce un dibattito in relazione al rapporto tra arte e contemporaneo. La necessità di un approccio capace di intercettare un contenuto attraverso la percezione visiva conduce verso differenti richiami all’attenzione pubblica, la registrazione di momenti evocativi agisce su immaginari in divenire formando nuovi sguardi e pensieri.
E se indagare spazi personali attraverso le immagini ha il potere poetico di svelare lati del presente, la denuncia espressa con lo stesso linguaggio visivo assume intensità disturbanti, provoca tensioni, reazioni e sofferenza empatica.
Così l’alta barriera che si staglia lungo il percorso espositivo assurge a metafora di un dramma che si nasconde dietro l’indifferenza, l’ingiustizia e il silenzio che ne fanno un ostacolo invalicabile. L’installazione fotografica, realizzata da Antonio Bergamino, è Il Muro, una serie di ritratti in bianco e nero in cui si intravedono forme di donne, vittime di violenza, che lottano per fuoriuscire e ribellarsi al proprio dolore. L’esperienza mostrata con innegabile lirismo artistico trasforma la singolarità di un avvenimento in una progressione narrativa collettiva con l’intento di aprire squarci nel sentire e rendere indelebile il messaggio.
Indimenticabili per la potenza e la cruda visione dell’attualità, le foto messe in scena da Antonello Di Gennaro in Il dolore della Palestina, a chiusura delle installazioni artistiche. Le immagini, fornite anonimamente da fotografi palestinesi, presentano la cronaca della strage di un popolo, visioni dure, senza filtri, in cui i corpi sanguinanti sono circondati dal dolore dei sopravvissuti, in cui le vite, le città e le nazioni sono dilaniate, foto come tracce di un archivio di sofferenza, come acquisizione dell’attimo che non si vuole mostrare ma che serve a ricordare cosa accade. Lo scenario di morte impone la propria supremazia con forza prepotente, specchio su cui si riflette l’emergenza del conflitto privo in questo caso dei filtri dei media. L’appello ad una presa di coscienza libera da intromissioni diventa consapevolezza e partecipazione attiva attraverso l’arte.
L’esposizione si apre con un progetto di mail art, A postcard for Floyd, legato al ricordo di un episodio funesto e voluto fortemente da Giangiacomo Rocco di Torrepadula a cura di Chiara Farella Falda. L’installazione è un appello alla responsabilità di pensiero, una dichiarazione di intenti visiva per una consapevolezza che prende forma attraverso l’elaborazione di cartoline, tagliate, scritte, colorate, cucite, dipinte con gli interventi di oltre 450 tra nomi noti e non del panorama culturale. Uno degli scatti di Giangiacomo Rocco di Torrepadula, che coglie gli ultimi istanti di una candela che si spegne, simbolo della vita cancellata del giovane afroamericano Floyd, è diventata la cartolina base delle opere che scorrono sui video in sequenze dinamiche per una installazione immersiva dalle prospettive ampie e dall’estetica plurale. Ogni elemento viene ripreso, ingrandito ed elevato a manifesto di comunicazione visiva sottraendosi alla retorica partecipativa per una maggiore aderenza alla spontaneità creatrice.
Con Navalny, Assenza/Presenza Ruggero Maggi sfida attraverso la mail art un presente malato di menzogne, alimentato dalla cancellazione dei diritti umani e assuefatto al governo dittatoriale. Il confronto di respiro internazionale assurge a territorio di ribellione, a resistenza dell’oppressione, a dispositivo di autodeterminazione che produce un’identità condivisa pronta a mostrare attraverso una rappresentazione diretta il linguaggio della libertà. Il risultato è una drammaturgia estesa figlia di un linguaggio democratico, un palcoscenico grafico in cui si susseguono narrazioni caotiche dalla rabbia inespressa, rimodulazioni di caratteri vergati con pennarelli , segni esacerbati di una elaborazione immediata, variazioni di iconografie dense di richiami alla storia dell’arte, ai cartoon e alla pubblicità
Segue il percorso espositivo La luna friabile, ideato e condotto da Carla Cantore in collaborazione con Franco Di Pede, un progetto generato da un flusso rapsodico che racchiude in simboli arcaici appartenenze e cronache interiori, lontane da incasellamenti sociali. Le piccole casette di pietra e i libri d’arte prodotti seguono rapporti tattili, maggiormente fisici, aderiscono alla produzione artistica attraverso l’esperienza conoscitiva diretta, l’applicazione di una metodologia di apprendimento che approda da un’intimità fragile ad una consapevolezza risolutiva. L’evoluzione dell’impegno profuso si compie in un coro di esperienze, in pamphlet vari, in collage frutto di situazioni contingenti e di un ascolto più assorto del mondo circostante.
Un’indagine visiva porta a confronto mondi interiori, storie individuali e collettive in Percorsi di visioni – Masterclass Exhibition a cura di Michele di Donato con la partecipazione di De Marzo/Cataldo, Girella, Guardino, La Manta, La Martina, Perez, Oleotto, Ranucci, Sipala, Trombini. Dalle relazioni intime e personali ai paesaggi rarefatti, dai momenti poetici alla denuncia del degrado, dai ricordi alle rappresentazioni intuitive, gli scatti in mostra e i vari approcci fotografici si inseriscono in un evento che suggerisce un dibattito in relazione al rapporto tra arte e contemporaneo. La necessità di un approccio capace di intercettare un contenuto attraverso la percezione visiva conduce verso differenti richiami all’attenzione pubblica, la registrazione di momenti evocativi agisce su immaginari in divenire formando nuovi sguardi e pensieri.
E se indagare spazi personali attraverso le immagini ha il potere poetico di svelare lati del presente, la denuncia espressa con lo stesso linguaggio visivo assume intensità disturbanti, provoca tensioni, reazioni e sofferenza empatica.
Così l’alta barriera che si staglia lungo il percorso espositivo assurge a metafora di un dramma che si nasconde dietro l’indifferenza, l’ingiustizia e il silenzio che ne fanno un ostacolo invalicabile. L’installazione fotografica, realizzata da Antonio Bergamino, è Il Muro, una serie di ritratti in bianco e nero in cui si intravedono forme di donne, vittime di violenza, che lottano per fuoriuscire e ribellarsi al proprio dolore. L’esperienza mostrata con innegabile lirismo artistico trasforma la singolarità di un avvenimento in una progressione narrativa collettiva con l’intento di aprire squarci nel sentire e rendere indelebile il messaggio.
Indimenticabili per la potenza e la cruda visione dell’attualità, le foto messe in scena da Antonello Di Gennaro in Il dolore della Palestina, a chiusura delle installazioni artistiche. Le immagini, fornite anonimamente da fotografi palestinesi, presentano la cronaca della strage di un popolo, visioni dure, senza filtri, in cui i corpi sanguinanti sono circondati dal dolore dei sopravvissuti, in cui le vite, le città e le nazioni sono dilaniate, foto come tracce di un archivio di sofferenza, come acquisizione dell’attimo che non si vuole mostrare ma che serve a ricordare cosa accade. Lo scenario di morte impone la propria supremazia con forza prepotente, specchio su cui si riflette l’emergenza del conflitto privo in questo caso dei filtri dei media. L’appello ad una presa di coscienza libera da intromissioni diventa consapevolezza e partecipazione attiva attraverso l’arte.
08
novembre 2024
MATERA L’ARTE CHE UNISCE | 8° rassegna internazionale di arte visuale
Dall'otto novembre al 02 dicembre 2024
collettiva
Location
SEDI VARIE – Matera
Matera, (Matera)
Matera, (Matera)
Biglietti
€20 intero
€10 ridotto
PRENOTAZIONI: ticketing@sparkme.space
Info: contactpoint@sparkme.space
Tel/Whatsapp: +39 389 2689854
https://www.sparkme.space/
Orario di apertura
scuole | dal martedì al venerdì 9.30-12.30
pubblico | giovedì 17-18
venerdì e sabato 17-19
pubblico domenica e lunedì mattina 9.30-12.30 gruppi accompagnati dal direttore artistico
è sempre necessaria la prenotazione
Vernissage
8 Novembre 2024, 18.00, su invito
Sito web
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Curatore
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Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini