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Materialità dell’oggetto nelle Neo-avanguardie degli anni Sessanta
Comunicato stampa
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Proseguono gli incontri promossi dalla Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea dedicati all' approfondimento e allo studio delle costanti e delle problematiche del Novecento , fino alle ultime tendenze del XXI secolo. Paolo Campiglio, ricercatore all'Università degli Studi di Pavia e consulente scientifico della Fondazione, ispira il suo programma quadriennale alla metafora dei quattro elementi naturali (aria, terra, acqua, fuoco). Nel 2006/2007 si è concluso il ciclo dedicato all’aria e all’immaterialità che ha visto confrontarsi le differenti ipotesi e interpretazioni da Medardo Rosso a Boccioni, da Lucio Fontana, Piero Manzoni e Yves Klein fino alle ultime tendenze rappresentate dall'opera di Olafur Eliasson, ospitando, tra i relatori, studiosi e storici come Luciano Caramel, Flavio Fergonzi, Flaminio Gualdoni, Luca Molinari: il nuovo ciclo 2007/2008 è dedicato alla terra, musa ispiratrice di differenti e talvolta opposte ricerche nel campo dell’estetica contemporanea. La terra è intesa nelle più varie accezioni: dall’idea di paesaggio rurale e di rusticità connessa ai cicli del mondo agricolo (la terra madre) , alle mitologie terrene del mondo africano, dalla terra intesa come materia povera, nella terracotta e nella ceramica d’artista, al concetto stesso di materialità, gravità e oggettualità, fino alle incursioni più chiaramente “geografiche” dell’arte concettuale e della land–art, o alle proposte “ecologiche” dell’arte del XXI secolo.
Il progetto di Campiglio tende a conciliare i temi affrontati nell’annuale ciclo di incontri sull’arte con le scelte espositive: così, dopo la mostra Calma apparente del 2007 ispirata al tema dell’aria, la mostra di giovani artisti del 2008 dal titolo Object’s Metamorphosis, che, inaugurata nel mese di dicembre, ruota attorno alla metamorfosi vitale subita dai materiali di scarto investiti da nuove significazioni.
Materialità dell'oggetto nelle neo-avanguardie degli anni Sessanta
Anna Mazzanti (Università degli Studi di Siena)
La definizione “materialità dell’oggetto” pone in risalto due elementi: l’oggetto e la materia. L’oggetto, negli anni Sessanta in particolare, rimanda ad un repertorio di azione, sottrazione iconografica e ‘oggettuale’, costituito dalla società stessa, secondo un atteggiamento generalmente più o meno critico e conflittuale, comunque dialettico con un interlocutore che è il proprio tempo e la propria territorialità, aderenza quindi alla ‘terra’ come mondo moderno.
Il secondo elemento è la “materialità” dell’oggetto: dagli aspetti di tecnica e materiali effettivi di costruzione dell’opera d’arte, o piuttosto dall’immagine degli oggetti che si fa opera, “materialità virtuale”, fino alla materialità del reale quotidiano, estranea all’arte fino alle avanguardie storiche ed ora tornata in particolare auge con motivazioni ulteriori; materialità quest’ultima che irrompe nell’opera d’arte, con brutalità a volte, in questo giro di anni post-bellici, quando l’era del boom economico e del consumismo in un decennio aveva avuto modo di manifestare le sue debolezze e i numerosi difetti. Gli artisti, secondo punti di vista vari e d’appartenenza a diversi territori, operano in questo momento una valutazione critica attraverso lo strumento linguistico dell’‘oggetto’, ulteriore ‘revolution du regard’, per prendere in prestito, generalizzandola, una definizione di Alain Jouffroy.
Momento fondamentale è la storica esposizione realizzata da William Seitz a New York nel 1961, “The Art of Assemblage”, testimonianza in media res (è questo un anno cruciale, appena inaugurato il movimento nuovorealista in Europa e al culmine della sua eloquenza nei vari suoi rivoli l’Espressionismo astratto americano), eppure capace di autocoscienza critica e obiettiva sull’evoluzione che l’arte dell’assemblaggio oggettuale stava vivendo. Il linguaggio dell’assemblaggio contemporaneo si propone a Seitz principalmente su due versanti, uno più legato alla cultura americana, l’altro a quella europea e incarnato dalla tendenza Pop (con una più netta volontà di “appropriazione del reale”), da un lato, e dal Nouveau Réalisme (con un nuovo approccio percettivo al reale determinato da una pratica concreta, extrapercettiva), dall’altro.
Nell’intervento la Professoressa Mazzanti illustrerà varie accezioni della matericità dell’oggetto: dalla materialità dell’oggetto, alla materialità oggettuale, all’oggetto materiale, varianti in base all’utilizzo e alla specificità formale che prende l’appropriazione dell’oggetto.
Cenni biografici
Anna Mazzanti ha svolto studi storico artistici a Firenze, Siena e Venezia. Ha ricevuto un assegno di ricerca per quattro anni presso l'Università di Siena presso la quale continua la sua collaborazione.Le sue ricerche sono orientate verso l'arte di fine Ottocento e sull'arte ambientale.
Il progetto di Campiglio tende a conciliare i temi affrontati nell’annuale ciclo di incontri sull’arte con le scelte espositive: così, dopo la mostra Calma apparente del 2007 ispirata al tema dell’aria, la mostra di giovani artisti del 2008 dal titolo Object’s Metamorphosis, che, inaugurata nel mese di dicembre, ruota attorno alla metamorfosi vitale subita dai materiali di scarto investiti da nuove significazioni.
Materialità dell'oggetto nelle neo-avanguardie degli anni Sessanta
Anna Mazzanti (Università degli Studi di Siena)
La definizione “materialità dell’oggetto” pone in risalto due elementi: l’oggetto e la materia. L’oggetto, negli anni Sessanta in particolare, rimanda ad un repertorio di azione, sottrazione iconografica e ‘oggettuale’, costituito dalla società stessa, secondo un atteggiamento generalmente più o meno critico e conflittuale, comunque dialettico con un interlocutore che è il proprio tempo e la propria territorialità, aderenza quindi alla ‘terra’ come mondo moderno.
Il secondo elemento è la “materialità” dell’oggetto: dagli aspetti di tecnica e materiali effettivi di costruzione dell’opera d’arte, o piuttosto dall’immagine degli oggetti che si fa opera, “materialità virtuale”, fino alla materialità del reale quotidiano, estranea all’arte fino alle avanguardie storiche ed ora tornata in particolare auge con motivazioni ulteriori; materialità quest’ultima che irrompe nell’opera d’arte, con brutalità a volte, in questo giro di anni post-bellici, quando l’era del boom economico e del consumismo in un decennio aveva avuto modo di manifestare le sue debolezze e i numerosi difetti. Gli artisti, secondo punti di vista vari e d’appartenenza a diversi territori, operano in questo momento una valutazione critica attraverso lo strumento linguistico dell’‘oggetto’, ulteriore ‘revolution du regard’, per prendere in prestito, generalizzandola, una definizione di Alain Jouffroy.
Momento fondamentale è la storica esposizione realizzata da William Seitz a New York nel 1961, “The Art of Assemblage”, testimonianza in media res (è questo un anno cruciale, appena inaugurato il movimento nuovorealista in Europa e al culmine della sua eloquenza nei vari suoi rivoli l’Espressionismo astratto americano), eppure capace di autocoscienza critica e obiettiva sull’evoluzione che l’arte dell’assemblaggio oggettuale stava vivendo. Il linguaggio dell’assemblaggio contemporaneo si propone a Seitz principalmente su due versanti, uno più legato alla cultura americana, l’altro a quella europea e incarnato dalla tendenza Pop (con una più netta volontà di “appropriazione del reale”), da un lato, e dal Nouveau Réalisme (con un nuovo approccio percettivo al reale determinato da una pratica concreta, extrapercettiva), dall’altro.
Nell’intervento la Professoressa Mazzanti illustrerà varie accezioni della matericità dell’oggetto: dalla materialità dell’oggetto, alla materialità oggettuale, all’oggetto materiale, varianti in base all’utilizzo e alla specificità formale che prende l’appropriazione dell’oggetto.
Cenni biografici
Anna Mazzanti ha svolto studi storico artistici a Firenze, Siena e Venezia. Ha ricevuto un assegno di ricerca per quattro anni presso l'Università di Siena presso la quale continua la sua collaborazione.Le sue ricerche sono orientate verso l'arte di fine Ottocento e sull'arte ambientale.
21
febbraio 2008
Materialità dell’oggetto nelle Neo-avanguardie degli anni Sessanta
21 febbraio 2008
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE AMBROSETTI – PALAZZO PANELLA
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì, 9.00 -13.00; 14.30 -18.30
sabato e domenica su appuntamento. Torretta Civica di Sarnico: da martedì a sabato, 9.00 -13.00; 14.00 -18.00. domenica, 10.00 –13.00; 15.00 -18.00.lunedì chiuso
Vernissage
21 Febbraio 2008, ore 20.30