INCURATA
Incurata – un’esibizione parzialmente curata – apre al pubblico Martedì 20 Settembre, a Venezia presso lo spazio Oresi LAB, San Polo 62 mettendo in mostra opere dell’artista Matete, Francesca Martini, a cura di Costanza Longanesi Cattani, e prodotta da Art Events. 

CURA: La mostra vede come protagonista la tematica, centrale nella ricerca di Matete, della Cura, intesa come un processo artistico di guarigione, che attraverso il gesto manuale culmina nel raggiungimento di una certa forma estetica. 

NON CURA: In questo episodio espositivo la Cura è presa in analisi, nel momento della sua negazione. Ponendosi in posizione antitetica, si focalizza sulla causa, ovvero l’episodio traumatico, che attraversa e lega visivamente le tre serie, Uncertainty, Gestures, ed  l’inedita serie Fix, qui in mostra per la prima volta. Matete attraverso l’uso di tre diversi linguaggi: pittura, scultura e installazione, immortala la gestualità del trauma nella materia, che ne mostra le ferite sotto diverse forme. 

E’ il caso della serie FIX, episodio finale nel processo di guarigione. Scultura di vetro che presenta linee morbide ed organiche, che trascendono la rigidità della materia che la compone, si cristallizza (o appunto si fissa, come da titolazione) in una forma contenitiva e protettiva, che diviene metafora dell’esperienza umana, attraverso l’uso di forme calde, quasi vive, quasi umane.  Se per l’artista si carica di significati autobiografici legati al corpo, alla sfera sensoriale e sensuale, per il visitatore Fix diventano opportunità di identificazione, ma anche di interrogazione. 

Se Fix è il culmine e la guarigione di una ricerca artistica consapevole, simbolicamente rappresentato da un chiodo, che trafigge e trapassa la materia, Gestures ne rappresenta una fase più primordiale e sperimentale della stessa. Infine, quello stesso chiodo, ritorna nella serie Uncertainty, perdendo la sua tridimensionalità.
CURATA: la mostra mira a ironizzare il concetto stesso di curatela, perseguendo contemporaneamente una bionomia di dialoghi antitetici, che articolano la narrazione espositiva in due momenti molto diversi: la mostra curata e la mostra non curata.
NON-CURATA: La mostra alterna una coerenza più formale a una costellazione di oggetti quotidiani appartenenti all'ambiente domestico dell'artista presentati, o meglio appesi, in mostra: una macchinina, libri di poesie, una rivista Playboy, una foto scattata dal compagno dell'artista, un'antica bottiglia di profumo. Tutti questi elementi innescano e sfidano il visitatore, consentendogli di visitare una sfera più intima, di invadere l'intimità di Matete e la sua dimensione umana. Questi due momenti si scontrano e si compenetrano a vicenda, fungendo da comprensione reciproca e accompagnandoci nella scoperta del mondo di Matete