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Matteo Beltrami – Take away
Take away è un invito per i visitatori a portar via con sè uno de “Gli Omini”, figurine in feltro realizzate e firmate dall’artista, ma anche un riferimento all’identità della società contemporanea, sulla quale l’opera di Beltrami si concentra, attraverso i colori e il linguaggio della street art.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 9 maggio 2009, alle ore 17.30, Amphisbæna Studio d’Arte Contemporanea inaugura Take away, mostra personale di Matteo Beltrami.
L’invito a “portar via” suggerito dal titolo della mostra, è dato da una serie limitata di figure in feltro “Gli Omini” realizzate, numerate e firmate dall’artista, opere originali che, dalla parete della galleria sulla quale sono esposte, verranno consegnate gratuitamente a ciascun visitatore.
L’obiettivo è quello di creare un contagio positivo e collettivo, di segnare un punto di partenza per nuove collezioni di nuovi collezionisti e di iniziare in modo divertente il pubblico al linguaggio della street art.
È infatti su questo terreno dell’arte di strada, esploso nella New York degli anni ottanta grazie ad esponenti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, che si muove Beltrami.
L’iconografia scelta per i suoi lavori è accattivante, chiara, fatta di un segno grafico, pulito, di sintesi. Il colore acrilico compatto ed omogeneo colma le forme che, come contenitori vuoti a rendere, riempite di pittura, si attivano reciprocamente dando inizio ad una nuova partita sulla tela.
Sembra un gioco, un video game. Il fondo è assente, i personaggi, piccoli o sovradimensionati, sospesi in bolle colorate, appaiono innocui e ludici, come divertiti compagni di un fumetto animato.
Eppure le scene che osserviamo non hanno, nella realtà, nulla di rassicurante o addomesticato. Nessun movente decorativo, nessuna favola contemporanea.
Ogni tela è un quadro di denuncia, una dichiarazione di realtà individuali o sociali, un messaggio misurato attraverso ogni singola figura.
Beltrami usa abilmente un linguaggio utile anche per chi non vuol sentire. Il suono tace, si zittisce il rumore assordante di una società take away masticata dai media, consumata di corsa, ammutolisce perfino la voce del più forte.
A parlare restano i segni, così rudimentali, elementari, quasi primitivi, per questo assolutamente contemporanei e comprensibili. Le linee nette e affilate, i gesti schematici, automatici e palesi, rivelano, dimostrano, svelano con brillante cinismo le miserie di una realtà quotidiana straripante di vuoto. I personaggi si moltiplicano, accumulati a totem, in un’autogenesi incontrollata, di una monotonia senz’anima, quasi con la sola, collettiva attesa auspicabile: che il prossimo a venire possa essere migliore.
L’invito a “portar via” suggerito dal titolo della mostra, è dato da una serie limitata di figure in feltro “Gli Omini” realizzate, numerate e firmate dall’artista, opere originali che, dalla parete della galleria sulla quale sono esposte, verranno consegnate gratuitamente a ciascun visitatore.
L’obiettivo è quello di creare un contagio positivo e collettivo, di segnare un punto di partenza per nuove collezioni di nuovi collezionisti e di iniziare in modo divertente il pubblico al linguaggio della street art.
È infatti su questo terreno dell’arte di strada, esploso nella New York degli anni ottanta grazie ad esponenti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, che si muove Beltrami.
L’iconografia scelta per i suoi lavori è accattivante, chiara, fatta di un segno grafico, pulito, di sintesi. Il colore acrilico compatto ed omogeneo colma le forme che, come contenitori vuoti a rendere, riempite di pittura, si attivano reciprocamente dando inizio ad una nuova partita sulla tela.
Sembra un gioco, un video game. Il fondo è assente, i personaggi, piccoli o sovradimensionati, sospesi in bolle colorate, appaiono innocui e ludici, come divertiti compagni di un fumetto animato.
Eppure le scene che osserviamo non hanno, nella realtà, nulla di rassicurante o addomesticato. Nessun movente decorativo, nessuna favola contemporanea.
Ogni tela è un quadro di denuncia, una dichiarazione di realtà individuali o sociali, un messaggio misurato attraverso ogni singola figura.
Beltrami usa abilmente un linguaggio utile anche per chi non vuol sentire. Il suono tace, si zittisce il rumore assordante di una società take away masticata dai media, consumata di corsa, ammutolisce perfino la voce del più forte.
A parlare restano i segni, così rudimentali, elementari, quasi primitivi, per questo assolutamente contemporanei e comprensibili. Le linee nette e affilate, i gesti schematici, automatici e palesi, rivelano, dimostrano, svelano con brillante cinismo le miserie di una realtà quotidiana straripante di vuoto. I personaggi si moltiplicano, accumulati a totem, in un’autogenesi incontrollata, di una monotonia senz’anima, quasi con la sola, collettiva attesa auspicabile: che il prossimo a venire possa essere migliore.
09
maggio 2009
Matteo Beltrami – Take away
Dal 09 maggio al 10 giugno 2009
arte contemporanea
Location
AMPHISBAENA
Modena, Via Mascherella, 36, (Modena)
Modena, Via Mascherella, 36, (Modena)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 10.30-12.30 e 17.30-19.30 giovedì e domenica chiuso
Vernissage
9 Maggio 2009, ore 17.30
Autore
Curatore