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Mattia Bosco – Scultiere
In particolare segnaliamo il tema della mostra, legato a uno specifico (e apparentemente asettico) utensile della nostra vita quotidiana, la TEIERA, che l’artista riproduce e trasforma secondo un canone estetico tale da stravolgerne l’aspetto senza estrometterla dal contesto della sua naturale funzione.
Comunicato stampa
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Venerdì 11 giugno si inaugura presso lo spazio espositivo GIPIO' di via Savona 16 una mostra di opere e produzioni artistiche di Mattia Bosco, giovane e promettente scultore milanese.
In particolare segnaliamo il tema della mostra, legato a uno specifico (e apparentemente asettico) utensile della nostra vita quotidiana, la TEIERA, che l'artista riproduce e trasforma secondo un canone estetico tale da stravolgerne l'aspetto senza estrometterla dal contesto della sua naturale funzione. Nel più puro spirito della creatività al servizio dell'arredo, che ha percorso e percorre la storia del design, l'artista si concentra sull'oggetto di uso comune e lo fa risorgere come 'scultura' inserita nella molteplicità del nostro orizzonte percettivo. La semplice teiera diventa così 'SCULTIERA', ovvero teiera-scultura, metafora brillante di come la creatività estetica può ribattezzare il quotidiano partendo dagli oggetti più comuni. Come racconta benissimo lo stesso artista:
'L'idea che sta alla base del mio lavoro su oggetti d'uso è che valga la pena di cedere in minima parte alla funzionalità per guadagnare in estetica. L'oggetto che così si realizza è capace di dare a chi lo utilizzerà una ricchezza di stimoli sensoriali più ampia e di maggiore intensità. Un oggetto non comune favorisce un uso a sua volta non comune. Nel venir meno dell'oggetto progettato perché si possa utilizzare a occhi chiusi, ossia nel venir meno dell'oggetto comodo, viene meno anche l'oggetto neutro che subisce la nostra disattenzione abbassando la nostra soglia di interesse per le cose che ci circondano. L'intervento sulla forma non è ridotto a puro estetismo e a una ricerca di originalità a tutti i costi ma si propone di dare un incremento alla nostra percezione delle cose. La teiera dalla quale ci siamo appena serviti il tè non resta sul tavolo ad occupare spazio, non ha esaurito la sua funzione ma continua con la sua presenza a suggerire emozioni.'
Non una mostra di teiere, dunque, né una mostra di ceramiche, ma un esperimento che è assieme visivo, tattile e 'metafisico'. L'incontro con un oggetto che diventa 'stimolo' ben al di là del suo possibile utilizzo e diventa 'opera d'arte' pur non dovendo venire esposta in bacheca. Una raffinata mostra di sculture che rendono protagonista il nostro modo di percepire gli oggetti e ci rendono protagonisti nel nostro vivere quotidiano tra questi.
'Il fatto di poter usare un'opera d'arte è l'inizio di una ricontestualizzazione dell'arte nel tessuto concreto della vita, la dove in generale abbondano le cose utili e brutte o ancor peggio, inutili e brutte. L'arte si riavvicina all'uomo travestita da oggetto..... É un opera d'arte in incognito nel mondo degli utensili, degli oggetti che si incontrano nella vita quotidiana... É una regina che si traveste da popolana per uscire dalla vita artificiale della corte e gettarsi nella vita carnale, a fior di pelle, violenta, allegra della gente. Insomma l'arte, da incomprensibile rarefatta e vaga, disincarnata, torna a farsi viva e vicina. Magari per poi essere nuovamente allontanata, ma che importa..intanto vuole riavvicinarsi per esistere, per essere ammirata, guardata e vista, gustata, assaporata e curata.'
In particolare segnaliamo il tema della mostra, legato a uno specifico (e apparentemente asettico) utensile della nostra vita quotidiana, la TEIERA, che l'artista riproduce e trasforma secondo un canone estetico tale da stravolgerne l'aspetto senza estrometterla dal contesto della sua naturale funzione. Nel più puro spirito della creatività al servizio dell'arredo, che ha percorso e percorre la storia del design, l'artista si concentra sull'oggetto di uso comune e lo fa risorgere come 'scultura' inserita nella molteplicità del nostro orizzonte percettivo. La semplice teiera diventa così 'SCULTIERA', ovvero teiera-scultura, metafora brillante di come la creatività estetica può ribattezzare il quotidiano partendo dagli oggetti più comuni. Come racconta benissimo lo stesso artista:
'L'idea che sta alla base del mio lavoro su oggetti d'uso è che valga la pena di cedere in minima parte alla funzionalità per guadagnare in estetica. L'oggetto che così si realizza è capace di dare a chi lo utilizzerà una ricchezza di stimoli sensoriali più ampia e di maggiore intensità. Un oggetto non comune favorisce un uso a sua volta non comune. Nel venir meno dell'oggetto progettato perché si possa utilizzare a occhi chiusi, ossia nel venir meno dell'oggetto comodo, viene meno anche l'oggetto neutro che subisce la nostra disattenzione abbassando la nostra soglia di interesse per le cose che ci circondano. L'intervento sulla forma non è ridotto a puro estetismo e a una ricerca di originalità a tutti i costi ma si propone di dare un incremento alla nostra percezione delle cose. La teiera dalla quale ci siamo appena serviti il tè non resta sul tavolo ad occupare spazio, non ha esaurito la sua funzione ma continua con la sua presenza a suggerire emozioni.'
Non una mostra di teiere, dunque, né una mostra di ceramiche, ma un esperimento che è assieme visivo, tattile e 'metafisico'. L'incontro con un oggetto che diventa 'stimolo' ben al di là del suo possibile utilizzo e diventa 'opera d'arte' pur non dovendo venire esposta in bacheca. Una raffinata mostra di sculture che rendono protagonista il nostro modo di percepire gli oggetti e ci rendono protagonisti nel nostro vivere quotidiano tra questi.
'Il fatto di poter usare un'opera d'arte è l'inizio di una ricontestualizzazione dell'arte nel tessuto concreto della vita, la dove in generale abbondano le cose utili e brutte o ancor peggio, inutili e brutte. L'arte si riavvicina all'uomo travestita da oggetto..... É un opera d'arte in incognito nel mondo degli utensili, degli oggetti che si incontrano nella vita quotidiana... É una regina che si traveste da popolana per uscire dalla vita artificiale della corte e gettarsi nella vita carnale, a fior di pelle, violenta, allegra della gente. Insomma l'arte, da incomprensibile rarefatta e vaga, disincarnata, torna a farsi viva e vicina. Magari per poi essere nuovamente allontanata, ma che importa..intanto vuole riavvicinarsi per esistere, per essere ammirata, guardata e vista, gustata, assaporata e curata.'
11
giugno 2004
Mattia Bosco – Scultiere
Dall'undici al 18 giugno 2004
arte contemporanea
Location
SPAZIO GIPIO’
Milano, Via Savona, 16, (Milano)
Milano, Via Savona, 16, (Milano)
Orario di apertura
Dalle 18.30 in poi
Vernissage
11 Giugno 2004, ore 18.30