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Maurizio Bolognini – Macchine programmate
una selezione dei lavori più significativi di Bolognini
Comunicato stampa
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Si inaugura mercoledì 8 giugno alle ore 18.00 al Museo d’arte contemporanea di Villa Croce la mostra di Maurizio Bolognini Macchine programmate 1990-2005, nell’ambito della rassegna “4 Rooms” che ha già visto presenti Plamen Dejanoff e Flavio Favelli. (Presentazione alla stampa martedì 7 ore 12).
Si tratta di una selezione dei lavori più significativi di Bolognini, a partire dalle prime macchine programmate per produrre flussi di immagini casuali e lasciate funzionare all’infinito: le Imaging Machines e i Computer sigillati, realizzati rispettivamente dal 1988 e dal 1992.
Alle ore 22.00 dello stesso giorno viene inaugurata anche un’installazione interattiva in Salita Pollaiuoli 22
Mercoledi 15 giugno inoltre, alle ore 17,30 Mario Costa presenta Dimenticare l’arte, il suo ultimo libro
sull’arte e le nuove tecnologie, edito da F. Angeli.
Maurizio Bolognini, che si occupa di tecnologie digitali dagli anni Ottanta, è considerato l’artista più radicale nel movimento delle Nuove Tecnologie, avendo messo al centro del proprio lavoro gli stessi dispositivi e la loro fisiologia, rinunciando a qualsiasi sovrastruttura simbolica (Mario Costa).
L’artista stesso sottolinea che le sue macchine - ormai centinaia - programmate per produrre flussi inesauribili di immagini casuali (o altri tipi di elaborazione: numerazioni, testi, voci...), servono a generare delle “infinità fuori controllo”, a costruire universi d’informazione paralleli che spostano la ricerca “dal livello dei significati a quello dei dispositivi e delle loro operazioni”, di cui egli si considera allo stesso tempo autore e spettatore.
E’ stato sottolineato che in questo modo il lavoro di Bolognini consente di rimettere a fuoco la problematica dell’arte tenendo conto del nuovo contesto tecnologico (Robert C. Morgan).
L’artista considera centrale nella sua ricerca la “delega alla macchina”, che significa rinuncia al controllo ma anche possibilità di dilatare il proprio gesto all’infinito.
La “sproporzione” che si determina tra l’artista e il suo lavoro – egli sottolinea – “diventa una nuova versione della sproporzione tra noi e la realtà, che per la prima volta possiamo contemplare, ridurre a esperimento e spettacolo.”
Questo è evidente, in modi diversi, in tutti i suoi lavori: nella serie dei Computer sigillati, di cui il Museo aveva presentato un’installazione nella mostra “Il viaggio dell’uomo immobile” (2003); nella serie Atlas 2, in cui utilizza programmi la cui realizzazione è stata delegata senza vincoli a programmatori di ogni parte del mondo; nelle applicazioni di intelligenza artificiale usate in AIMS (Artificial Intelligence Mediated Sublime); e nelle applicazioni di intelligenza collettiva usate nelle CIMs (Collective Intelligence Machines), installazioni interattive collegate alla rete telefonica cellulare.
Di queste ultime il Museo presenta qui un’installazione suddivisa in due postazioni diverse (una nella proprie sale, l’altra in una via del centro di Genova), coordinate attraverso la rete telefonica e aperte all’intervento del pubblico che, usando il proprio telefono cellulare, potrà interferire con il funzionamento altrimenti autosufficiente delle macchine.
Un dato importante da sottolineare è che, proprio in occasione della mostra, il Museo acquisisce per le proprie collezioni un’installazione dell’artista costituita da due macchine programmate.
Catalogo mostra: ed. Neos italiano/inglese a cura di Sandra Solimano, con testi di Mario Costa, Giulio Giorello, Derrick de Kerckhove, Simonetta Lux, Angela Madesani, Robert C, Morgan, Enrico Pedrini, Domenico Scudero, Sandra Solimano.
Si tratta di una selezione dei lavori più significativi di Bolognini, a partire dalle prime macchine programmate per produrre flussi di immagini casuali e lasciate funzionare all’infinito: le Imaging Machines e i Computer sigillati, realizzati rispettivamente dal 1988 e dal 1992.
Alle ore 22.00 dello stesso giorno viene inaugurata anche un’installazione interattiva in Salita Pollaiuoli 22
Mercoledi 15 giugno inoltre, alle ore 17,30 Mario Costa presenta Dimenticare l’arte, il suo ultimo libro
sull’arte e le nuove tecnologie, edito da F. Angeli.
Maurizio Bolognini, che si occupa di tecnologie digitali dagli anni Ottanta, è considerato l’artista più radicale nel movimento delle Nuove Tecnologie, avendo messo al centro del proprio lavoro gli stessi dispositivi e la loro fisiologia, rinunciando a qualsiasi sovrastruttura simbolica (Mario Costa).
L’artista stesso sottolinea che le sue macchine - ormai centinaia - programmate per produrre flussi inesauribili di immagini casuali (o altri tipi di elaborazione: numerazioni, testi, voci...), servono a generare delle “infinità fuori controllo”, a costruire universi d’informazione paralleli che spostano la ricerca “dal livello dei significati a quello dei dispositivi e delle loro operazioni”, di cui egli si considera allo stesso tempo autore e spettatore.
E’ stato sottolineato che in questo modo il lavoro di Bolognini consente di rimettere a fuoco la problematica dell’arte tenendo conto del nuovo contesto tecnologico (Robert C. Morgan).
L’artista considera centrale nella sua ricerca la “delega alla macchina”, che significa rinuncia al controllo ma anche possibilità di dilatare il proprio gesto all’infinito.
La “sproporzione” che si determina tra l’artista e il suo lavoro – egli sottolinea – “diventa una nuova versione della sproporzione tra noi e la realtà, che per la prima volta possiamo contemplare, ridurre a esperimento e spettacolo.”
Questo è evidente, in modi diversi, in tutti i suoi lavori: nella serie dei Computer sigillati, di cui il Museo aveva presentato un’installazione nella mostra “Il viaggio dell’uomo immobile” (2003); nella serie Atlas 2, in cui utilizza programmi la cui realizzazione è stata delegata senza vincoli a programmatori di ogni parte del mondo; nelle applicazioni di intelligenza artificiale usate in AIMS (Artificial Intelligence Mediated Sublime); e nelle applicazioni di intelligenza collettiva usate nelle CIMs (Collective Intelligence Machines), installazioni interattive collegate alla rete telefonica cellulare.
Di queste ultime il Museo presenta qui un’installazione suddivisa in due postazioni diverse (una nella proprie sale, l’altra in una via del centro di Genova), coordinate attraverso la rete telefonica e aperte all’intervento del pubblico che, usando il proprio telefono cellulare, potrà interferire con il funzionamento altrimenti autosufficiente delle macchine.
Un dato importante da sottolineare è che, proprio in occasione della mostra, il Museo acquisisce per le proprie collezioni un’installazione dell’artista costituita da due macchine programmate.
Catalogo mostra: ed. Neos italiano/inglese a cura di Sandra Solimano, con testi di Mario Costa, Giulio Giorello, Derrick de Kerckhove, Simonetta Lux, Angela Madesani, Robert C, Morgan, Enrico Pedrini, Domenico Scudero, Sandra Solimano.
08
giugno 2005
Maurizio Bolognini – Macchine programmate
Dall'otto al 26 giugno 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 9-19; sabato e domenica 10-19
Vernissage
8 Giugno 2005, ore 16
Autore