(…). Fini si è innamorato della ruggine perché stava scappando dalla patinata società contemporanea e ha trasformato questa fedele compagna del degrado in una occasione preziosa di fascino. La corrosione del ferro che ha l’immediata capacità di evocare l’antico, riesce a esprimere, meglio di qualsiasi altra tecnica, la spiritualità che Fini vuole portare alla luce con le sue tele nostalgiche.(…)Jean Blanchaert


(…) Fini parte da raffigurazioni classiche: dal San Sebastiano trafitto alle soavi Madonne con Bambino, passando per volti impassibili di filosofi greci, musicisti e scienziati, giungendo infine a ritratti di gente comune che appaiono immediatamente riconoscibili nella loro chiaroscura essenzialità. Fini rende un personale tributo alla storia dell’arte, dunque alla storia dell’uomo e all’istinto primordiale di produrre segni, ma nello stesso tempo riattulizza le immagini filtrandone i dettagli, come se le adattasse istintivamente e intuitivamente al tipo di percezione che i sensi dell’uomo contemporaneo sanno meglio trasmettere agli stati più sottili. (…) Cristina Trivellin



Maurizio Fini nasce in Toscana a San Marcello Pistoiese nel 1956. Il suo percorso artistico inizia con una grande passione per la musica e il canto, che svolgerà come professione fino agli inizi degli anni’90. A questo percorso si intrecciano i lunghi viaggi cha hanno il loro inizio negli anni ’70.La prima mostra nell’ottobre del ’98 ad Arona, suscita interesse per la singolarità delle sue opere, per la maggior parte realizzate con foglie di metalli nobili e dai colori particolarmente sgargianti. Fini coglie un’infinità di stimoli da tutto ciò che lo circonda, centrifugando abilmente questo instancabile vortice di pensieri trasformandolo in una singolare e dinamica quiete.

Vive e lavora ad Arona in Via San Carlo,43.