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Maurizio Nazzaretto – Dove sei
Muovendo dal fatto nutrizionale come momento rituale quotidiano, Nazzaretto registra, a volte ironicamente altre drammaticamente, con un linguaggio di forte segno antropologico, sintomi di sofferenza, di solitudine, come stimmate dell’uomo
Comunicato stampa
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Mercoledì 28 maggio 2008 alle ore 18 alla Galleria Artrè Bruna Solinas Arte Contemporanea di Genova (piazza delle Vigne 28r, 010/2514448) vernissage della personale dello scultore Maurizio Nazzaretto, intitolata Dove sei, a cura di Viana Conti. Bronzo, legno e tecniche miste sono i materiali su cui opera Maurizio Nazzaretto, ennesimo ospite illustre dello spazio aperto dall’Architetto Bruna Solinas pochi anni addietro, e già particolarmente noto nel panorama culturale italiano, francese e svizzero per le sue importanti mostre storiche sull’opera di André Verdet, Gianna Ciao, Urs Lüthi. Le Celebrazioni Colombiane del 1992 furono il primo palcoscenico importante dell’Artista, con l’allestimento di decine di bronzi ai Parchi di Nervi e al Porto Antico. Successivamente Il Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova ospitò un'altra sua grande mostra intitolata Nuovi Generi di Conforto che dopo un anno, ampliata, si trasferì a Venezia nei grandi spazi dell'Arsenale. Negli anni successivi si reca in Costa d'Avorio dove coordina un gruppo di lavoro di studenti della Scuola d'Arte. Il risultato è una nuova grande mostra itinerante con decine di pezzi di grandi dimensioni. Prima tappa la sua città, Genova, Estate 2005, Loggia Banchi, Palazzo Ducale e Porto Antico.
Dice di lui la curatrice Viana Conti:
“Come tavola di verifica della sua riflessione, l’artista ribalta in una pianta urbana, finalizzata a una ricerca in area metropolitana, il ripiano del maki africano, immediatamente riferibile alle emergenze alimentari, idriche, sanitarie, che aveva precedentemente analizzato nel suo lavoro intitolato Quotidiane utopie. Un lungo soggiorno nell’Africa della Costa d’Avorio, dove ha impiantato un suo laboratorio d’arte, ha sensibilizzato questo artista a situazioni reali di malessere e disagio. Muovendo dal fatto nutrizionale come momento rituale quotidiano, Nazzaretto registra, a volte ironicamente altre drammaticamente, con un linguaggio di forte segno antropologico, sintomi di sofferenza, di solitudine, come stimmate dell’uomo. Stimmate che vengono simbolicamente ribadite dalla presenza di chiodi, corde tese a sbarrare un passaggio, un’uscita, punte acuminate pronte a ferire e frammenti di filo spinato, possibile citazione sottodimensionata di ben altre spine, realizzate come macro sculture in bronzo o in gesso. Quando i suoi pannelli lignei bruciati, ustionati, feriti, si ricoprono di insidiose mosche, fuse in bronzo, annerite dal fuoco o annegate nel colore, il messaggio che ne deriva è di un processo in atto di degrado, corruzione e devastazione. Come sul lenzuolo della sindone restano impresse le tracce di un vissuto, così sulla superficie tormentata delle sue opere si incidono le voci soffocate di scritte metropolitane anonime quali 4 ever by Samantha, Luca x favore accorgiti di me. L’invadenza sgradevole di questo insetto onnivoro, che si alimenta di rifiuti organici, veicolando inevitabilmente germi altamente patogeni rinvia, metaforicamente, a un destino dell’uomo come esemplare esposto al rischio di un contagio di massa, di un’allucinazione collettiva, di fronte al mistero della vita, troppo grande forse per la finitezza di una creatura che aspira all’infinito. Listelli e assi di legno ancorati, inchiodati, fissati con zanche di ferro a telai strutturati su una base lignea alveolare, inceneriti, scavati e implacabilmente sottoposti all’azione della fiamma diretta, trasformano la loro umile materia nella metafora viva di un corpo, nella pelle sensibile dell’anthropos. Confrontando lo spettatore con rilievi scultorei, fioriture di colore tossico assimilabili alla coltura batterica, metamorfosi di paesaggi alchemico-biologici al cui interno l’impianto formale si coniuga con modalità pittoriche informali, irruzioni della casualità nel progetto strutturale, Maurizio Nazzaretto si innesta, per certi versi, nella storia di artisti come l’Alberto Burri delle Combustioni, il Claudio Costa dei Work in regress, il Lucio Fontana degli sfondamenti gestuali della materia e dello spazio. Il titolo della mostra Dove sei diventa, non senza ironia, Tu sei qui, come in quelle piante urbane dove la scritta indica segnaleticamente la postazione dell’utente, in altre opere a dominante bruna, gialla, arancio, in cui la presenza di una mosca pigmentata di rosso, verde o giallo o ancora semplicemente color ferro ossidato, esalta vistosamente un singolo in una massa indifferenziata. Connotata da una monumentalità bidimensionale, la mostra si articola in una decina di opere di forte impatto estetico, materico, emozionale”.
Dice di lui la curatrice Viana Conti:
“Come tavola di verifica della sua riflessione, l’artista ribalta in una pianta urbana, finalizzata a una ricerca in area metropolitana, il ripiano del maki africano, immediatamente riferibile alle emergenze alimentari, idriche, sanitarie, che aveva precedentemente analizzato nel suo lavoro intitolato Quotidiane utopie. Un lungo soggiorno nell’Africa della Costa d’Avorio, dove ha impiantato un suo laboratorio d’arte, ha sensibilizzato questo artista a situazioni reali di malessere e disagio. Muovendo dal fatto nutrizionale come momento rituale quotidiano, Nazzaretto registra, a volte ironicamente altre drammaticamente, con un linguaggio di forte segno antropologico, sintomi di sofferenza, di solitudine, come stimmate dell’uomo. Stimmate che vengono simbolicamente ribadite dalla presenza di chiodi, corde tese a sbarrare un passaggio, un’uscita, punte acuminate pronte a ferire e frammenti di filo spinato, possibile citazione sottodimensionata di ben altre spine, realizzate come macro sculture in bronzo o in gesso. Quando i suoi pannelli lignei bruciati, ustionati, feriti, si ricoprono di insidiose mosche, fuse in bronzo, annerite dal fuoco o annegate nel colore, il messaggio che ne deriva è di un processo in atto di degrado, corruzione e devastazione. Come sul lenzuolo della sindone restano impresse le tracce di un vissuto, così sulla superficie tormentata delle sue opere si incidono le voci soffocate di scritte metropolitane anonime quali 4 ever by Samantha, Luca x favore accorgiti di me. L’invadenza sgradevole di questo insetto onnivoro, che si alimenta di rifiuti organici, veicolando inevitabilmente germi altamente patogeni rinvia, metaforicamente, a un destino dell’uomo come esemplare esposto al rischio di un contagio di massa, di un’allucinazione collettiva, di fronte al mistero della vita, troppo grande forse per la finitezza di una creatura che aspira all’infinito. Listelli e assi di legno ancorati, inchiodati, fissati con zanche di ferro a telai strutturati su una base lignea alveolare, inceneriti, scavati e implacabilmente sottoposti all’azione della fiamma diretta, trasformano la loro umile materia nella metafora viva di un corpo, nella pelle sensibile dell’anthropos. Confrontando lo spettatore con rilievi scultorei, fioriture di colore tossico assimilabili alla coltura batterica, metamorfosi di paesaggi alchemico-biologici al cui interno l’impianto formale si coniuga con modalità pittoriche informali, irruzioni della casualità nel progetto strutturale, Maurizio Nazzaretto si innesta, per certi versi, nella storia di artisti come l’Alberto Burri delle Combustioni, il Claudio Costa dei Work in regress, il Lucio Fontana degli sfondamenti gestuali della materia e dello spazio. Il titolo della mostra Dove sei diventa, non senza ironia, Tu sei qui, come in quelle piante urbane dove la scritta indica segnaleticamente la postazione dell’utente, in altre opere a dominante bruna, gialla, arancio, in cui la presenza di una mosca pigmentata di rosso, verde o giallo o ancora semplicemente color ferro ossidato, esalta vistosamente un singolo in una massa indifferenziata. Connotata da una monumentalità bidimensionale, la mostra si articola in una decina di opere di forte impatto estetico, materico, emozionale”.
28
maggio 2008
Maurizio Nazzaretto – Dove sei
Dal 28 maggio al 31 luglio 2008
arte contemporanea
Location
ARTREGALLERY
Genova, Vico Dei Garibaldi, 41/43r, (Genova)
Genova, Vico Dei Garibaldi, 41/43r, (Genova)
Orario di apertura
15-19, lunedì-sabato
Vernissage
28 Maggio 2008, ore 18
Autore
Curatore