Anche in questo caso come nelle due precedenti mostre sono stati messi in relazione artisti che hanno un proprio linguaggio, ma con poetiche simili o convergenti. Il comune denominatore di Rossetti e della Squires stà nell’attenzione/tensione che applicano nei propri lavori elevando a massimo registro il fattore sensibile.
Rossetti nelle sue raffinate carte sembra muovere i propri passi grazie ad un surplus di talento che lo conduce levitante verso un processo pittorico, trovando, sperimentando raggiunge vette di estrema qualità, dipinge e vela superfici con estrema perizia e delicatezza, ma graffia anche ed incide e scorticando svela la materia, contrapponendo segni “liberi” a proto/forme allusive. La sensibilità acuita nel tempo mette in luce pagine “leggere” permeate di puro lirismo.
I lavori della Squires che siano olii su carta o incisioni seriali o monotipi o pastelli o cere naturali, evocano immagini con accentuazioni prefigurali.
C’è una componente fortemente drammatica nelle sue opere che una struggente qualità segnica rivela e che cerca di contenere.
La Squires con i suoi “neri cosmici” coscientemente si contrappone alla feroce superficialità del “neo positivismo” imperante, e con una sentita poetica “dolente” ci consegna un tracciato dall’alto valore etico-sociale.

Bruno Aller