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Mauro Coppola – La stanza vuota
Del ciclo “La stanza vuota” avviato qualche anno fa del quale una selezione di lavori trova posto in questa mostra personale, colpiscono alcuni aspetti. In primo luogo una tensione cromatica tesa ad una solarità […] , un equilibrio compositivo, il senso quasi misterioso di dialogo muto tra oggetti
Comunicato stampa
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La realtà del visibile
Ada Patrizia Fiorillo
Non so esattamente quando Mauro Coppola abbia avviato la sua esperienza di artista, principalmente di pittore. La sua biografia lascia intendere quasi da sempre, così da interpretare che questa passione si sia sviluppata in anni giovanili, parallelamente agli studi che lo avrebbero portato alla sua professione di notaio. Di certo nel tempo Mauro l’ha intensificata, in particolare dai primi anni Novanta. È un’esperienza condotta per cicli tematici che egli ha, di volta in volta, affrontato con grande libertà, cedendo senza preoccupazioni di sorta, sia a quello che può dirsi un dettato astratto, sia ad una matrice figurale in dialogo con la sensibilità del suo sguardo, proteso sul reale. Ugualmente con grande libertà e, direi, con la curiosità di chi ama sperimentare per comprendere e raggiungere il giusto equilibrio tra pensiero e immagine, egli si è confrontato con diverse tecniche, dalla pittura ad olio ai colori acrilici, dalla stesura piana della tempera allo spessore degli strati materici, fino alla dimensione più intima ed immediata del disegno.
Di questo suo disporsi che può anche sembrare, in termini di grammatica formale, eclettico, vanno, però, estrapolate alcune costanti: Mauro ha un particolare interesse per il colore e per ciò che esso riesce a tradurre in termini di luce, oltre che per una narrazione propriamente espressiva che non perde mai di vista la realtà, intesa quest’ultima come personale introspezione nella sfera dei sentimenti e delle emozioni che accompagnano la vita.
Del ciclo “La stanza vuota” avviato qualche anno fa del quale una selezione di lavori trova posto in questa mostra personale, colpiscono alcuni aspetti. In primo luogo una tensione cromatica tesa ad una solarità che rende questi dipinti densi di una suggestione d’impronta matissiana, di seguito un equilibrio compositivo nella stesura narrativa, infine il senso quasi misterioso di un dialogo muto tra oggetti e figure. Opere, dunque, nelle quali egli ha reso omaggio all’enigma dello sguardo che, per dirla con Merleau-Ponty, «apre sul mondo» restituito «al visibile mediante i segni tracciati dalla mano». Un cammino che, imboccato da tempo, è per lui, innanzitutto, una necessità che il felice ciclo qui presentato ben testimonia. Non deve infatti ingannare la riconoscibilità degli elementi, utensili, oggetti, figure, che essi assommano, giacché Mauro va ben oltre la loro istanza figurale: il titolo dato a questo ciclo lo sintetizza ampiamente e la presenza dello specchio in alcuni di essi – sulla scia di Juan Gris – ne è una prova. Come lo sguardo, lo specchio, ci dice ancora il filosofo, «è lo strumento di una magia universale che trasforma le cose in spettacoli e gli spettacoli in cose, me stesso nell’altro e l’altro in me stesso».
Ada Patrizia Fiorillo
Non so esattamente quando Mauro Coppola abbia avviato la sua esperienza di artista, principalmente di pittore. La sua biografia lascia intendere quasi da sempre, così da interpretare che questa passione si sia sviluppata in anni giovanili, parallelamente agli studi che lo avrebbero portato alla sua professione di notaio. Di certo nel tempo Mauro l’ha intensificata, in particolare dai primi anni Novanta. È un’esperienza condotta per cicli tematici che egli ha, di volta in volta, affrontato con grande libertà, cedendo senza preoccupazioni di sorta, sia a quello che può dirsi un dettato astratto, sia ad una matrice figurale in dialogo con la sensibilità del suo sguardo, proteso sul reale. Ugualmente con grande libertà e, direi, con la curiosità di chi ama sperimentare per comprendere e raggiungere il giusto equilibrio tra pensiero e immagine, egli si è confrontato con diverse tecniche, dalla pittura ad olio ai colori acrilici, dalla stesura piana della tempera allo spessore degli strati materici, fino alla dimensione più intima ed immediata del disegno.
Di questo suo disporsi che può anche sembrare, in termini di grammatica formale, eclettico, vanno, però, estrapolate alcune costanti: Mauro ha un particolare interesse per il colore e per ciò che esso riesce a tradurre in termini di luce, oltre che per una narrazione propriamente espressiva che non perde mai di vista la realtà, intesa quest’ultima come personale introspezione nella sfera dei sentimenti e delle emozioni che accompagnano la vita.
Del ciclo “La stanza vuota” avviato qualche anno fa del quale una selezione di lavori trova posto in questa mostra personale, colpiscono alcuni aspetti. In primo luogo una tensione cromatica tesa ad una solarità che rende questi dipinti densi di una suggestione d’impronta matissiana, di seguito un equilibrio compositivo nella stesura narrativa, infine il senso quasi misterioso di un dialogo muto tra oggetti e figure. Opere, dunque, nelle quali egli ha reso omaggio all’enigma dello sguardo che, per dirla con Merleau-Ponty, «apre sul mondo» restituito «al visibile mediante i segni tracciati dalla mano». Un cammino che, imboccato da tempo, è per lui, innanzitutto, una necessità che il felice ciclo qui presentato ben testimonia. Non deve infatti ingannare la riconoscibilità degli elementi, utensili, oggetti, figure, che essi assommano, giacché Mauro va ben oltre la loro istanza figurale: il titolo dato a questo ciclo lo sintetizza ampiamente e la presenza dello specchio in alcuni di essi – sulla scia di Juan Gris – ne è una prova. Come lo sguardo, lo specchio, ci dice ancora il filosofo, «è lo strumento di una magia universale che trasforma le cose in spettacoli e gli spettacoli in cose, me stesso nell’altro e l’altro in me stesso».
12
luglio 2018
Mauro Coppola – La stanza vuota
Dal 12 al 28 luglio 2018
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal mercoledì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi: 11.00-12.30 e 17.00-20.00; chiuso il lunedì e martedì
Vernissage
12 Luglio 2018, h 18.30
Autore
Curatore