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Max Papeschi – Oops!…I did it again: Mi sono venduto mia madre….
Mostra personale di Max Papeschi
Comunicato stampa
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Giullare mediatico, un po’ imbonitore da autosalone di provincia, un po’ venditore di creme dimagranti su canali satellitari, un po’ cabarettista da teatro off, Max Papeschi, volente o nolente è diventato famoso, o meglio, Max Papeschi è diventato un artista.
La critica chic lo snobba, storce il raffinato nasino di fronte ai suo collage mediatici, ironici ed irriverenti commentari della realtà contemporanea. Non lo si prende sul serio, ma forse è lui stesso a non prendersi sul serio, così lontano dall’arte con la a maiuscola da esserne diventato in poco tempo uno dei maggiori e più interessanti rappresentanti.
I giornali lo venerano, le gallerie fanno a gara per esporlo, i collezionisti anelano ad avere un Papeschi in casa, e lui, artista oramai di brand nell’asfittico panorama italiano, con ironia e leggerezza attraversa questo mondo senza porsi limiti, libero e liberale, egocentrico e geniale, con la forza del giullare e del Pasquino bacchetta la società, beffeggia i potenti, analizza con gusto sociologico idiosincrasie, manie, ipocrisie di un mondo che osserva con sguardo disincantato.
Taumaturgo del politicamente scorretto -con un curriculum di mostre che rischia di somigliare all’elenco telefonico di una città di media caratura- incarna, forse nella maniera più genuina l’evoluzione dell’artista Dada. Molto più vicino nell’intimo a Duchamp che a Wharol, di cui forse inconsciamente riprende l’idea di bellezza non retinica, nel suo lavoro si riscontra una impressionante vicinanza con la produzione Hannah Hoch, geniale per quanto poco conosciuta esponente di spicco del dada tedesco.
Se al pioneristico fotomontaggio della Hoch si sostituisce le possibilità di rielaborazione dell’immagine offerte da photoshop, rimane immutato lo spirito critico e di acuta osservazione della società che è, in egual misura condiviso a distanza di molti anni dai due artisti.
Per la mostra presso la neonata galleria genovese Rinascimento Contemporaneo -galleria che in un anno sta divenendo uno dei punti di riferimento per il neopop italiano- Max Papeschi propone una selezione antologica dei suoli lavori, di quelli che hanno riscosso maggior successo e attenzione negli spazi espositivi di tutto il mondo, partendo dall’Italia fino ad arrivare in India.
Una mostra che si pone come un momento di riflessione su quello che può essere definito un vero e proprio caso dell’arte contemporanea italiana ed uno degli emergenti baluardi del made in Italy artistico all’estero.
Centro della mostra, atto rivoluzionario e omaggio al padre dell’arte contemporanea-il già citato Marcel Duchamp- sarà l’irriverente scelta di mettere in vendita, in tiratura di 7 copie, la madre di Max Papeschi.
La signora Papeschi sarà proposta ai collezionisti in varie versioni, tutte rigorosamente in carne ed ossa, con un valore coerente ai coefficienti di vendita sul mercato delle opere dell’artista milanese.
Una opportunità unica, un investimento a lungo termine per portarsi a casa la vera origine del mondo diMax Papeschi, che sicuramente nei prossimi anni, visto il trend di rivalutazione delle opere del nostro artista, riserverà a chi avrà la possibilità di aggiudicarsi l’irripetibile capolavoro, uno dei migliori investimenti possibili nel campo della giovane arte contemporanea.
La signora Papeschi sarà fornita di un piccolo kit di sopravvivenza con effetti personali brandizzati dall’artista, per i primi giorni di necessario acclimatamento all’interno della collezione a cui sarà destinata.
Papeschi propone una versione attuale e rivisitata del concetto del ready made, una rivisitazione dell’orinatoio di Duchamp, inaugurando una nuova stagione della sua arte, un punto di partenza che pone le sue fondamenta sul lavoro passato aprendo insolite e inaspettate vie di indagine e ricerca.
La critica chic lo snobba, storce il raffinato nasino di fronte ai suo collage mediatici, ironici ed irriverenti commentari della realtà contemporanea. Non lo si prende sul serio, ma forse è lui stesso a non prendersi sul serio, così lontano dall’arte con la a maiuscola da esserne diventato in poco tempo uno dei maggiori e più interessanti rappresentanti.
I giornali lo venerano, le gallerie fanno a gara per esporlo, i collezionisti anelano ad avere un Papeschi in casa, e lui, artista oramai di brand nell’asfittico panorama italiano, con ironia e leggerezza attraversa questo mondo senza porsi limiti, libero e liberale, egocentrico e geniale, con la forza del giullare e del Pasquino bacchetta la società, beffeggia i potenti, analizza con gusto sociologico idiosincrasie, manie, ipocrisie di un mondo che osserva con sguardo disincantato.
Taumaturgo del politicamente scorretto -con un curriculum di mostre che rischia di somigliare all’elenco telefonico di una città di media caratura- incarna, forse nella maniera più genuina l’evoluzione dell’artista Dada. Molto più vicino nell’intimo a Duchamp che a Wharol, di cui forse inconsciamente riprende l’idea di bellezza non retinica, nel suo lavoro si riscontra una impressionante vicinanza con la produzione Hannah Hoch, geniale per quanto poco conosciuta esponente di spicco del dada tedesco.
Se al pioneristico fotomontaggio della Hoch si sostituisce le possibilità di rielaborazione dell’immagine offerte da photoshop, rimane immutato lo spirito critico e di acuta osservazione della società che è, in egual misura condiviso a distanza di molti anni dai due artisti.
Per la mostra presso la neonata galleria genovese Rinascimento Contemporaneo -galleria che in un anno sta divenendo uno dei punti di riferimento per il neopop italiano- Max Papeschi propone una selezione antologica dei suoli lavori, di quelli che hanno riscosso maggior successo e attenzione negli spazi espositivi di tutto il mondo, partendo dall’Italia fino ad arrivare in India.
Una mostra che si pone come un momento di riflessione su quello che può essere definito un vero e proprio caso dell’arte contemporanea italiana ed uno degli emergenti baluardi del made in Italy artistico all’estero.
Centro della mostra, atto rivoluzionario e omaggio al padre dell’arte contemporanea-il già citato Marcel Duchamp- sarà l’irriverente scelta di mettere in vendita, in tiratura di 7 copie, la madre di Max Papeschi.
La signora Papeschi sarà proposta ai collezionisti in varie versioni, tutte rigorosamente in carne ed ossa, con un valore coerente ai coefficienti di vendita sul mercato delle opere dell’artista milanese.
Una opportunità unica, un investimento a lungo termine per portarsi a casa la vera origine del mondo diMax Papeschi, che sicuramente nei prossimi anni, visto il trend di rivalutazione delle opere del nostro artista, riserverà a chi avrà la possibilità di aggiudicarsi l’irripetibile capolavoro, uno dei migliori investimenti possibili nel campo della giovane arte contemporanea.
La signora Papeschi sarà fornita di un piccolo kit di sopravvivenza con effetti personali brandizzati dall’artista, per i primi giorni di necessario acclimatamento all’interno della collezione a cui sarà destinata.
Papeschi propone una versione attuale e rivisitata del concetto del ready made, una rivisitazione dell’orinatoio di Duchamp, inaugurando una nuova stagione della sua arte, un punto di partenza che pone le sue fondamenta sul lavoro passato aprendo insolite e inaspettate vie di indagine e ricerca.
09
aprile 2011
Max Papeschi – Oops!…I did it again: Mi sono venduto mia madre….
Dal 09 aprile al 07 maggio 2011
arte contemporanea
Location
RINASCIMENTO CONTEMPORANEO
Genova, Via Marsilio Da Padova, 2r, (Genova)
Genova, Via Marsilio Da Padova, 2r, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10.00-12.30 ; 16.00-19.00
(apertura in altri orari previo appuntamento)
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 18-21
Autore
Curatore