MICHEL FRANÇOIS
16 gennaio -14 marzo 2009

Venerdì 16 gennaio 2009 alle ore 19.00 la Galleria S.A.L.E.S. è orgogliosa di inaugurare la prima mostra personale italiana dell’artista, internazionalmente noto, Michel François (Saint-Trond, Belgio, 1956).

Nella mostra viene presentato un progetto complesso basato su di una serie di sfondamenti visivi che - partendo dall'entrata della galleria - attraversano tutto l’asse longitudinale della grande sala espositiva per bloccarsi sul muro di fondo.
Segni geometrici, armoniche forme biomorfe e figure astratte sono il leit-motiv che caratterizza tutta la monumentale installazione, pensata da Michel François appositamente per questo spazio.

L’impressione che il visitatore riceve, ad una prima occhiata, è che qualcosa di estremamente violento sia accaduto in strada e che un qualche oggetto abbia colpito la porta della galleria incrinandone il vetro in mille pezzi.
Ad una visione più attenta è possibile riconoscere - nel grafico disegno delle crepe della vetrata - il tessuto cittadino di Roma e, passati con lo sguardo attraverso la mappa della città, entrare in uno “scarabocchio tridimensionale", gigantesca scultura che riproduce le tracce che si eseguono al momento di provare una penna prima del suo acquisto e che, in qualche modo, hanno ispirato il lavoro dell’artista. Da tempo, infatti, François colleziona i fogli-prova, che trova e raccoglie nelle cartolerie.
Questa scultura dalla forma armonica richiama anche il caos frenetico che accomuna le nostre città contemporanee, portando la strada con i suoi rumori all’interno dello spazio espositivo.
La violenza che ha crepato la porta di vetro infine irrompe sulla parete di fondo per permettere la visione del video Apparition d'un Verre, 2008.
Anche nel video si contrappone una visione leggiadra, quella dei bicchieri che vengono delicatamente lanciati, al rumore di un vetro che ancora una volta si rompe...

Le opere di Michel François da sempre sono caratterizzate dal forte legame costituito tra l’oggetto e l’ambiente che li ospita. Le sue creazioni spesso si servono in maniera atipica di forme e materiali come di esperienze e linee di pensiero.
Creare significati diversi per forme conosciute e situazioni ordinarie è centrale nel lavoro dell’artista, che, usando molteplici mezzi e media, presenta le cose più banali in maniera monumentale. L’effimero cresce a livello espressivo e l’ordinario diventa straordinario. Michel François ama giocare con il contrasto: interno-esterno, bidimensionale-tri-dimensionale, statico-dinamico.
L’artista ha più volte paragonato il suo lavoro al diffondersi delle radici degli alberi nella terra; le sue strutture, come le radici, non hanno una forma e uno sviluppo predefiniti, ma si evolvono durante la loro crescita, contaminando lo spazio che le ospita.
Le sue opere possono essere viste come una presentazione organica di interattività e cambiamento alla cui continua trasformazione il pubblico è invitato a contribuire.


Si ringraziano Irene Andreotti, Cristina Falasca, Salvatore Flaminio, Pierluigi Fracassi e Mario Giordano per il prezioso ed insostituibile contributo offerto alla realizzazione di questa mostra.