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Mikhail Koulakov – Fiori Celesti
La mostra 20 opere recenti ed un’installazione centrale rappresentante un fiore composto da un aratro, tubi di gomma e mattonelle di ceramica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mikhail Koulakov, moscovita d’origine ed italiano d’adozione dal 1976, è rappresentante di spicco della cosiddetta seconda avanguardia russo-sovietica del dopoguerra.
Dopo il successo della sua retrospettiva alla Galleria Statale Tretiakov di Mosca, massimo museo di arte russa, l’artista presenta una sua personale all’Antico Refettorio di Palazzo Venezia.
La mostra,a cura del professor Claudio Strinati, Soprintendente Speciale PSAE e per il Polo Museale della città di Roma, si inaugurerà il 30 Ottobre e consterà di 20 opere recenti ed un’installazione centrale rappresentante un fiore composto da un aratro, tubi di gomma e mattonelle di ceramica.
Il fiore–aratro è mezzo della nascita, del nutrimento, pane quotidiano, che diffonde radicalmente la sua influenza simboleggiando i raggi del sole; a loro volta i quadri, appesi alle pareti, diventano necessariamente parte dell’installazione stessa e rappresentano il girotondo dei pianeti (i fiori celesti) intorno al sole.
“La mia installazione intende stabilire un contatto tra cielo e terra. Abitualmente nella mente umana il terreno tende verso il cielo, qui è il cielo a scendere in terra.” MK
L’esposizione sarà accompagnata da una importante monografia edita in occasione della personale alla Galleria Statale Tretiakov (Mosca, 10 settembre – 5 Ottobre 2008) e di quella al Museo Nazionale del Palazzo Venezia, con 100 tavole a colori e con 14 testi critici (in russo, italiano ed inglese) di storici dell’arte tra i quali Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Vladimir Goriainov, John Bowlt e Nicoletta Misler.
COMMENTO
di Claudio Strinati
Koulakov con questa mette un punto fermo nella sua lunga e ampia carriera. E’ un uomo che viene da esperienze avanguardistiche generosamente orientate verso l’ideale di un’arte vera autentica che parli con sincerità al cuore di ognuno, pur nutrita di una riflessione profonda e di un’esperienza capace di chiamare a raccolta tante vicende del passato e stimoli del presente.
Il maestro con gli anni e’ diventato italiano, vive in Umbria e ha certamente assorbiot la dimensione umanistica e meditativa promanante in maniera diretta e immediata dal paesaggio che lo circonda. Eppure non ha perso nulla di quello spirito russo che lo incardina alla terra e alla concretezza dell’esistenza di cui continua a percepire l’aspra durezza e la dura necessità.
La mostra,infatti, sembra concepita da una sorte Malevic dei nostri giorni che riproduce nella sua mente un percorso analogo a quello dell’esaltato e esaltante creatore del suprematismo. Bisogna intendersi: niente dello stile di Malevic è transitato in Koulakov che è del tutto autonomo e originale nella formulazione delle sue idee figurative. C’è, però, un modo di pensare e organizzare l’opera d’arte che è affine al criterio di quel maestro del primo Novecento russo egualmente teso verso l’impulso di trasformare il dato tradizionale, se non addirittura ancestrale, nella più sensazionale e inattesa avanguardia tale da trasformare i dati della percezione semplice e elementare in una sbalorditiva avventura della mente che ci trascina in mondi remoti e dilaganti in altri spazi. Koulakov ha intitolato la mostra “Fiori celesti” un titolo che ciascuno interpreterà come vorrà. Ma, di fatto, ci parla di viaggi remoti della fantasia realizzati però, e in tal senso con singolare affinità con Malevic, attraverso una combinazione di materiali che da un lato sono direttamente riferiti al concreto degli oggetti e delle cose che ci danno da vivere e da pensare, e dall’altro sono formulati con mezzi figurativi di libera e spericolata forma, quasi fossero mondi rotanti in spazi lontani che calano verso di noi per aiutarci a pensare. Il Maestro ha pensato a una sorta di girotondo di corpi celesti che sono nel contempo ben terrestri e, nel commentare la sua stessa opera, è proprio lui a parlare del cielo che scende verso la terra.
E’ un’aspirazione spirituale tipicamente russa che ha dietro di sé una storia secolare ma poi di fatto del tutto condivisa dalla tradizione umanistica italiana che Koulakov assume su di sé come una forma di supremo conforto e di suprema affermazione dei suoi ideali etici e stilistici. Ne scaturisce una mostra che è una istallazione e un insieme di episodi tutti connessi l’uno con l’altro a testimonianza di una carriera di artista che continua a svilupparsi impetuosamente e che è ricca di contenuti espressivi, tanto da farci considerare un maestro come lui un autentico testimone del tempo che ha da dire qualcosa di significativo al più dotto di tutti noi ma anche al più ignorante perché ascolta attentamente quelle che sono le esigenze e le idee del tempo che tutti viviamo ma vuole travalicare mantenendo in vita, come si è osservato, quell’antica dimensione dell’ideale che in epoche anche molto lontane dalla nostra nutrì la fantasia e la passione di tanti artisti eminenti.
Koulakov è poeta dei nostri tempi e lo è con piena coscienza e grande sensibilità.
Claudio Strinati
BIOGRAFIA
Nato a Mosca nel 1933, esponente dell’avanguardia sovietica degli anni sessanta, laureato in Scenografia con Nikolai Akimov, pittore e regista, presso l’istituto delle Arti Teatrali di Leningrado nel 1962, si è formato culturalmente a Mosca e Leningrado da dove ha esposto le sue opere sin dagli anni ’60 in spazi alternativi rispetto al realismo socialista di stato. Nel 1976 trasferisce in Italia. L’artista vive e lavora in Umbria.
MOSTRE ANTOLOGICHE
Auditorio di S. Domenico (Narni 1988), 1989: Fondazione Sovietica per la cultura di Mosca, ex-Maneggio degli zar di Leningrado e Arsenal di Riga, Complesso architettonico S. Michele a Ripa di Roma (1991), 1993: Museo Statale delle Belle Arti A. Puskin di Mosca, Museo Etnografico di S. Pietroburgo e Palazzo Ruspoli di Roma, Bibliomediateca (Terni 1996), CERP Centro Espositivo Rocca Paolina (Perugia 2003), Galleria Statale Tretiakov (Mosca 2008).
ALCUNE PARTECIPAZIONI A MOSTRE COLLETTIVE
1977: Salon d’Art Sacre di Parigi; X. Quadriennale di Roma; Biennale di Venezia “La nuova arte sovietica. Una prospettiva non ufficiale”; 1979: 20 Jahre unabhaengiger kunst aus del Sovjetunion, Museum Bochum, 1994: IV Biennale di Arte sacra, S. Gabriele, Teramo; 1995:From Gulag to glasnot Norton and Nancy Dodge Collection, Jane Vorhees Zimmerli Art Museum, Rutgers, USA; 1996: Non Konformisty-Seconda avanguardia russa, Collezione Bar-Ger: Russkij Musei, S. Pietroburgo – Gal. Tretiakov, Mosca – Staedel kunstinstitrop; Progetto Arte Metro Roma mosaico alla stazione Anagnina, Metropolitana di Roma; 1999: 2001: Abstrakzia V Rosii, Museo Russkij, S. Pietroburgo; 2008: Trans – expression russe, Galleria Rosa, Montecarlo (a cura di Marta Boeri); Migrazioni di Arte Contemporanea dall’Umbria, Pechino.
Dal 1993 è Accademico di merito dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.
OPERE IN ESPOSIZIONE PERMANENTE IN MUSEI E COLLEZIONI PUBBLICHE:
Museo Russkij, S. Pietroburgo; Museo Statale delle Belle Arti A.S. Puskin, Mosca;
Galleria Statale Tretiakov, Mosca; Musee d’Art Contemporain du Montreal, Canada;
Jane Vorhees Zimmerli Art Museum, New Jersey, USA;
Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma;
Museo Stauros d’Arte Sacra Contemporanea, S. Gabriele, TE;
Museo d’Arte delle Geberazioni Italiane del Novecento G. Bargellini, Pieve di Cento BO;
Metropolitana di Roma, Stazione Anagnina;
Banca d’Italia, Roma;
Fond Russkoi Kultury, Mosca;
Kolodzei Art Foundation Mosca/USA;
Cantieri Miliani, Fabriano;
Accademia delle Belle Arti P.Vannucci, Perugia;
Provincia dell’Aquila;
Ministero dei Beni Culturali, Roma.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private in Russia, Italia, Europa e oltre Oceano.
Dopo il successo della sua retrospettiva alla Galleria Statale Tretiakov di Mosca, massimo museo di arte russa, l’artista presenta una sua personale all’Antico Refettorio di Palazzo Venezia.
La mostra,a cura del professor Claudio Strinati, Soprintendente Speciale PSAE e per il Polo Museale della città di Roma, si inaugurerà il 30 Ottobre e consterà di 20 opere recenti ed un’installazione centrale rappresentante un fiore composto da un aratro, tubi di gomma e mattonelle di ceramica.
Il fiore–aratro è mezzo della nascita, del nutrimento, pane quotidiano, che diffonde radicalmente la sua influenza simboleggiando i raggi del sole; a loro volta i quadri, appesi alle pareti, diventano necessariamente parte dell’installazione stessa e rappresentano il girotondo dei pianeti (i fiori celesti) intorno al sole.
“La mia installazione intende stabilire un contatto tra cielo e terra. Abitualmente nella mente umana il terreno tende verso il cielo, qui è il cielo a scendere in terra.” MK
L’esposizione sarà accompagnata da una importante monografia edita in occasione della personale alla Galleria Statale Tretiakov (Mosca, 10 settembre – 5 Ottobre 2008) e di quella al Museo Nazionale del Palazzo Venezia, con 100 tavole a colori e con 14 testi critici (in russo, italiano ed inglese) di storici dell’arte tra i quali Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Vladimir Goriainov, John Bowlt e Nicoletta Misler.
COMMENTO
di Claudio Strinati
Koulakov con questa mette un punto fermo nella sua lunga e ampia carriera. E’ un uomo che viene da esperienze avanguardistiche generosamente orientate verso l’ideale di un’arte vera autentica che parli con sincerità al cuore di ognuno, pur nutrita di una riflessione profonda e di un’esperienza capace di chiamare a raccolta tante vicende del passato e stimoli del presente.
Il maestro con gli anni e’ diventato italiano, vive in Umbria e ha certamente assorbiot la dimensione umanistica e meditativa promanante in maniera diretta e immediata dal paesaggio che lo circonda. Eppure non ha perso nulla di quello spirito russo che lo incardina alla terra e alla concretezza dell’esistenza di cui continua a percepire l’aspra durezza e la dura necessità.
La mostra,infatti, sembra concepita da una sorte Malevic dei nostri giorni che riproduce nella sua mente un percorso analogo a quello dell’esaltato e esaltante creatore del suprematismo. Bisogna intendersi: niente dello stile di Malevic è transitato in Koulakov che è del tutto autonomo e originale nella formulazione delle sue idee figurative. C’è, però, un modo di pensare e organizzare l’opera d’arte che è affine al criterio di quel maestro del primo Novecento russo egualmente teso verso l’impulso di trasformare il dato tradizionale, se non addirittura ancestrale, nella più sensazionale e inattesa avanguardia tale da trasformare i dati della percezione semplice e elementare in una sbalorditiva avventura della mente che ci trascina in mondi remoti e dilaganti in altri spazi. Koulakov ha intitolato la mostra “Fiori celesti” un titolo che ciascuno interpreterà come vorrà. Ma, di fatto, ci parla di viaggi remoti della fantasia realizzati però, e in tal senso con singolare affinità con Malevic, attraverso una combinazione di materiali che da un lato sono direttamente riferiti al concreto degli oggetti e delle cose che ci danno da vivere e da pensare, e dall’altro sono formulati con mezzi figurativi di libera e spericolata forma, quasi fossero mondi rotanti in spazi lontani che calano verso di noi per aiutarci a pensare. Il Maestro ha pensato a una sorta di girotondo di corpi celesti che sono nel contempo ben terrestri e, nel commentare la sua stessa opera, è proprio lui a parlare del cielo che scende verso la terra.
E’ un’aspirazione spirituale tipicamente russa che ha dietro di sé una storia secolare ma poi di fatto del tutto condivisa dalla tradizione umanistica italiana che Koulakov assume su di sé come una forma di supremo conforto e di suprema affermazione dei suoi ideali etici e stilistici. Ne scaturisce una mostra che è una istallazione e un insieme di episodi tutti connessi l’uno con l’altro a testimonianza di una carriera di artista che continua a svilupparsi impetuosamente e che è ricca di contenuti espressivi, tanto da farci considerare un maestro come lui un autentico testimone del tempo che ha da dire qualcosa di significativo al più dotto di tutti noi ma anche al più ignorante perché ascolta attentamente quelle che sono le esigenze e le idee del tempo che tutti viviamo ma vuole travalicare mantenendo in vita, come si è osservato, quell’antica dimensione dell’ideale che in epoche anche molto lontane dalla nostra nutrì la fantasia e la passione di tanti artisti eminenti.
Koulakov è poeta dei nostri tempi e lo è con piena coscienza e grande sensibilità.
Claudio Strinati
BIOGRAFIA
Nato a Mosca nel 1933, esponente dell’avanguardia sovietica degli anni sessanta, laureato in Scenografia con Nikolai Akimov, pittore e regista, presso l’istituto delle Arti Teatrali di Leningrado nel 1962, si è formato culturalmente a Mosca e Leningrado da dove ha esposto le sue opere sin dagli anni ’60 in spazi alternativi rispetto al realismo socialista di stato. Nel 1976 trasferisce in Italia. L’artista vive e lavora in Umbria.
MOSTRE ANTOLOGICHE
Auditorio di S. Domenico (Narni 1988), 1989: Fondazione Sovietica per la cultura di Mosca, ex-Maneggio degli zar di Leningrado e Arsenal di Riga, Complesso architettonico S. Michele a Ripa di Roma (1991), 1993: Museo Statale delle Belle Arti A. Puskin di Mosca, Museo Etnografico di S. Pietroburgo e Palazzo Ruspoli di Roma, Bibliomediateca (Terni 1996), CERP Centro Espositivo Rocca Paolina (Perugia 2003), Galleria Statale Tretiakov (Mosca 2008).
ALCUNE PARTECIPAZIONI A MOSTRE COLLETTIVE
1977: Salon d’Art Sacre di Parigi; X. Quadriennale di Roma; Biennale di Venezia “La nuova arte sovietica. Una prospettiva non ufficiale”; 1979: 20 Jahre unabhaengiger kunst aus del Sovjetunion, Museum Bochum, 1994: IV Biennale di Arte sacra, S. Gabriele, Teramo; 1995:From Gulag to glasnot Norton and Nancy Dodge Collection, Jane Vorhees Zimmerli Art Museum, Rutgers, USA; 1996: Non Konformisty-Seconda avanguardia russa, Collezione Bar-Ger: Russkij Musei, S. Pietroburgo – Gal. Tretiakov, Mosca – Staedel kunstinstitrop; Progetto Arte Metro Roma mosaico alla stazione Anagnina, Metropolitana di Roma; 1999: 2001: Abstrakzia V Rosii, Museo Russkij, S. Pietroburgo; 2008: Trans – expression russe, Galleria Rosa, Montecarlo (a cura di Marta Boeri); Migrazioni di Arte Contemporanea dall’Umbria, Pechino.
Dal 1993 è Accademico di merito dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.
OPERE IN ESPOSIZIONE PERMANENTE IN MUSEI E COLLEZIONI PUBBLICHE:
Museo Russkij, S. Pietroburgo; Museo Statale delle Belle Arti A.S. Puskin, Mosca;
Galleria Statale Tretiakov, Mosca; Musee d’Art Contemporain du Montreal, Canada;
Jane Vorhees Zimmerli Art Museum, New Jersey, USA;
Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma;
Museo Stauros d’Arte Sacra Contemporanea, S. Gabriele, TE;
Museo d’Arte delle Geberazioni Italiane del Novecento G. Bargellini, Pieve di Cento BO;
Metropolitana di Roma, Stazione Anagnina;
Banca d’Italia, Roma;
Fond Russkoi Kultury, Mosca;
Kolodzei Art Foundation Mosca/USA;
Cantieri Miliani, Fabriano;
Accademia delle Belle Arti P.Vannucci, Perugia;
Provincia dell’Aquila;
Ministero dei Beni Culturali, Roma.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private in Russia, Italia, Europa e oltre Oceano.
30
ottobre 2008
Mikhail Koulakov – Fiori Celesti
Dal 30 ottobre al 30 novembre 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Orario di apertura
09:00 – 19:00
Vernissage
30 Ottobre 2008, h 18
Ufficio stampa
ACAS SERVICES
Autore
Curatore