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Miniere: luci, ombre, identità, territorio
Il percorso dell’esposizione si snoda in dieci settori che, attraverso circa 400 immagini, tratte per la gran parte dall’archivio storico comunale di Iglesias e dall’archivio storico minerario dell’Igea
Comunicato stampa
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Inaugurata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, può essere visitata fino al prossimo 16 ottobre al Centro Comunale d’Arte Il Lazzaretto, di Cagliari la mostra Miniere: luci, ombre, identità, territorio.
Il percorso dell’esposizione si snoda in dieci settori che, attraverso circa 400 immagini, tratte per la gran parte dall'archivio storico comunale di Iglesias e dall'archivio storico minerario dell'Igea ma anche offerte da privati, illustrano diversi temi quali la metamorfosi del paesaggio, l'evoluzione tecnologica in campo minerario,le condizioni di lavoro e di vita dei minatori e delle loro famiglie,la religiosità, la salute, l'impiego del tempo libero.Ogni settore è preceduto da un discorso introduttivo ed esaurienti didascalie accompagnano le singole immagini.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna dal Comune di Cagliari dall’Agenzia regionale del lavoro dalla Società Umanitaria, dal Comune di Iglesias e dalla Igea S.p.A e potrà essere visitata nei seguenti orari: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00.
LA SCHEDA
La lunga vicenda mineraria sarda, con le sue glorie e la sua sofferta fine, ha attirato fin dalla seconda metà dell’800 alcuni tra i migliori esponenti dell’allora giovanissima arte fotografica, prima dalla penisola (come Besso e Alinari) e, in tempi più recenti, anche locali. La costruzione di impianti e villaggi per i minatori, l’estrazione e lavorazione del minerale, l’organizzazione del tempo libero, tutto è stato documentato, nel corso dei decenni, da “scatti” all’inizio di tipo solo promozionale (tutto bello, pulito, ordinato, anche i minatori), poi sempre più realistici.
Prendendo spunto da questi documenti, conservati negli archivi delle maggiori Società minerarie, gli ideatori della mostra hanno pensato di allargare il campo, coinvolgendo la popolazione, spingendo a scavare negli archivi fotografici di famiglia per fornire testimonianze magari più ingenue, ma altrettanto interessanti. La risposta e lo spirito di collaborazione sono stati superiori alle aspettative.
Fra le numerosissime foto raccolte ne sono state scelte per l’esposizione circa 400, quasi tutte in bianco e nero per motivi di omogeneità con quelle più antiche e perché quel contrasto cromatico è il più adatto a sottolineare le luci e le ombre, gli alti e i bassi di un’importante fetta di storia locale.
La mostra, articolata in settori, illustra lo svolgersi del lavoro e della vita dentro ed intorno alle miniere, a partire dai primi insediamenti industriali della metà dell’800 fino alla crisi dei giorni nostri, in cui però sono numerosi i progetti di restauro e ristrutturazione nell’ambito del Parco Geominerario.
Dalle modifiche apportate al territorio, con il progressivo arricchimento ed ammodernamento degli impianti, e dalle felici soluzioni studiate per vincere le ostilità della natura e per aumentare e migliorare la produzione, si passa alla fatica nelle viscere della terra e fuori: nelle laverie per la cernita dei minerali e nei vari impianti per la lavorazione degli stessi. Uomini, donne e bambini accomunati dalla fatica, dal bisogno, da orari di lavoro molto pesanti. Si entra poi nella sfera privata, con i momenti salienti del ciclo della vita: nascita, giochi, asilo, scuola, colonie, servizio militare, fidanzamento, matrimonio, emigrazione, vecchiaia, morte.
Un intero settore è dedicato all’apprendimento, dall’asilo alle scuole superiori, fino alla pratica sotto l’occhio vigile delle maestranze, per chi ha scelto il lavoro di miniera. Gli impianti nel Sulcis – Iglesiente diedero infatti un notevole impulso alla cultura locale, non solo nel campo specifico (viene istituita la Scuola mineraria nella seconda metà dell’800), ma in senso globale. Nel 1924, ad esempio, Iglesias si dota anche di un Liceo scientifico.
Altro punto cardine, la salute. Le Società minerarie costruiscono ospedali ed ambulatori con attrezzature all’avanguardia, in cui i medici finiscono per curare tutta la popolazione. Gli incidenti di miniera e le gravi malattie professionali ed endemiche procurano loro un gran da fare. Allo scopo di migliorare le condizioni generali di vita si costruiscono abitazioni più sane per i lavoratori delle miniere e scuole, asili e colonie per i loro figli.
Le varie fogge del vestire, in costume e non, per il lavoro, le cerimonie ed il tempo libero, sono illustrate da un’interessante serie di ritratti. Lo sport, molto praticato e con apprezzabili risultati in palestre, stadi ed all’aperto, vede fin dagli inizi del ‘900 una non trascurabile presenza femminile. Le soste al bar, le passeggiate in centro, le gite, i picnic, le serate danzanti, il cinema ed il mare sono gli svaghi più diffusi.
E dopo il corpo, lo spirito. Le manifestazioni di religiosità popolare (culti, celebrazioni, cerimonie, processioni) attirano grande concorso di popolo. I riti della Settimana Santa ancora oggi sono un appuntamento fondamentale.
Le immagini delle strutture in abbandono e del loro degrado chiudono il ciclo. Le greggi, qua e là, riprendono i loro antichi spazi, ma esperienze e patrimonio restano, per affrontare al meglio il futuro.
Il percorso dell’esposizione si snoda in dieci settori che, attraverso circa 400 immagini, tratte per la gran parte dall'archivio storico comunale di Iglesias e dall'archivio storico minerario dell'Igea ma anche offerte da privati, illustrano diversi temi quali la metamorfosi del paesaggio, l'evoluzione tecnologica in campo minerario,le condizioni di lavoro e di vita dei minatori e delle loro famiglie,la religiosità, la salute, l'impiego del tempo libero.Ogni settore è preceduto da un discorso introduttivo ed esaurienti didascalie accompagnano le singole immagini.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna dal Comune di Cagliari dall’Agenzia regionale del lavoro dalla Società Umanitaria, dal Comune di Iglesias e dalla Igea S.p.A e potrà essere visitata nei seguenti orari: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00.
LA SCHEDA
La lunga vicenda mineraria sarda, con le sue glorie e la sua sofferta fine, ha attirato fin dalla seconda metà dell’800 alcuni tra i migliori esponenti dell’allora giovanissima arte fotografica, prima dalla penisola (come Besso e Alinari) e, in tempi più recenti, anche locali. La costruzione di impianti e villaggi per i minatori, l’estrazione e lavorazione del minerale, l’organizzazione del tempo libero, tutto è stato documentato, nel corso dei decenni, da “scatti” all’inizio di tipo solo promozionale (tutto bello, pulito, ordinato, anche i minatori), poi sempre più realistici.
Prendendo spunto da questi documenti, conservati negli archivi delle maggiori Società minerarie, gli ideatori della mostra hanno pensato di allargare il campo, coinvolgendo la popolazione, spingendo a scavare negli archivi fotografici di famiglia per fornire testimonianze magari più ingenue, ma altrettanto interessanti. La risposta e lo spirito di collaborazione sono stati superiori alle aspettative.
Fra le numerosissime foto raccolte ne sono state scelte per l’esposizione circa 400, quasi tutte in bianco e nero per motivi di omogeneità con quelle più antiche e perché quel contrasto cromatico è il più adatto a sottolineare le luci e le ombre, gli alti e i bassi di un’importante fetta di storia locale.
La mostra, articolata in settori, illustra lo svolgersi del lavoro e della vita dentro ed intorno alle miniere, a partire dai primi insediamenti industriali della metà dell’800 fino alla crisi dei giorni nostri, in cui però sono numerosi i progetti di restauro e ristrutturazione nell’ambito del Parco Geominerario.
Dalle modifiche apportate al territorio, con il progressivo arricchimento ed ammodernamento degli impianti, e dalle felici soluzioni studiate per vincere le ostilità della natura e per aumentare e migliorare la produzione, si passa alla fatica nelle viscere della terra e fuori: nelle laverie per la cernita dei minerali e nei vari impianti per la lavorazione degli stessi. Uomini, donne e bambini accomunati dalla fatica, dal bisogno, da orari di lavoro molto pesanti. Si entra poi nella sfera privata, con i momenti salienti del ciclo della vita: nascita, giochi, asilo, scuola, colonie, servizio militare, fidanzamento, matrimonio, emigrazione, vecchiaia, morte.
Un intero settore è dedicato all’apprendimento, dall’asilo alle scuole superiori, fino alla pratica sotto l’occhio vigile delle maestranze, per chi ha scelto il lavoro di miniera. Gli impianti nel Sulcis – Iglesiente diedero infatti un notevole impulso alla cultura locale, non solo nel campo specifico (viene istituita la Scuola mineraria nella seconda metà dell’800), ma in senso globale. Nel 1924, ad esempio, Iglesias si dota anche di un Liceo scientifico.
Altro punto cardine, la salute. Le Società minerarie costruiscono ospedali ed ambulatori con attrezzature all’avanguardia, in cui i medici finiscono per curare tutta la popolazione. Gli incidenti di miniera e le gravi malattie professionali ed endemiche procurano loro un gran da fare. Allo scopo di migliorare le condizioni generali di vita si costruiscono abitazioni più sane per i lavoratori delle miniere e scuole, asili e colonie per i loro figli.
Le varie fogge del vestire, in costume e non, per il lavoro, le cerimonie ed il tempo libero, sono illustrate da un’interessante serie di ritratti. Lo sport, molto praticato e con apprezzabili risultati in palestre, stadi ed all’aperto, vede fin dagli inizi del ‘900 una non trascurabile presenza femminile. Le soste al bar, le passeggiate in centro, le gite, i picnic, le serate danzanti, il cinema ed il mare sono gli svaghi più diffusi.
E dopo il corpo, lo spirito. Le manifestazioni di religiosità popolare (culti, celebrazioni, cerimonie, processioni) attirano grande concorso di popolo. I riti della Settimana Santa ancora oggi sono un appuntamento fondamentale.
Le immagini delle strutture in abbandono e del loro degrado chiudono il ciclo. Le greggi, qua e là, riprendono i loro antichi spazi, ma esperienze e patrimonio restano, per affrontare al meglio il futuro.
15
settembre 2005
Miniere: luci, ombre, identità, territorio
Dal 15 settembre al 16 ottobre 2005
fotografia
Location
CENTRO COMUNALE D’ARTE E CULTURA LAZZARETTO DI SANT’ELIA
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Cagliari, Via Dei Navigatori, (Cagliari)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20; chiuso il lunedì
Vernissage
15 Settembre 2005, ore 18
Ufficio stampa
CONSORZIO CAMU'