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Mitsuo Miyahara – Ninfee
La Galleria Japanese Screens, Paraventi Giapponesi ha il piacere di inaugurare la mostra personale di Mitsuo Miyahara ospitando negli spazi della sua sede nel centro di Milano un ricco nucleo di opere recenti dell’artista nipponico.
Comunicato stampa
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La Galleria Japanese Screens, Paraventi Giapponesi ha il piacere di inaugurare la mostra personale di Mitsuo Miyahara ospitando negli spazi della sua sede nel cuore di Brera un ricco nucleo di opere recenti.
Gli oli, parte dei quali realizzati per quest’occasione, traggono la loro ispirazione da una lunga e meditata analisi dell’opera di Monet , in particolare sul vivace rapporto tra luce e colore. Tratto peculiare dell’artista è il gesto essenziale pittorico, una linea spezzata e replicata cui il pittore affida una forte capacità comunicativa. Si tratta in effetti di un gesto segnico automatico, comune a tutti noi; esso scinde per poi ricomporre in un linguaggio moderno e universale i colori vibranti della Natura, inesauribile fonte di ispirazione per gli artisti nipponici. L’opera, concepita come unitaria, viene frazionata in moduli primari più piccoli e successivamente ricomposta su larga scala con esiti monumentali. L’allestimento in galleria, è stato specificatamente studiato da Mitsuo Miyahara per sfruttare le infinite possibilità combinatorie del suddetto modulo, conferendo all’osservatore una suggestiva sospensione nel territorio delle emozioni visive.
“(…)In molti artisti il gesto dell’azione è diventato così presente e determinante da formare un tutt’uno con l’opera stessa; si è legato così imprescindibilmente all’espressione e trascrizione del suo carattere da presentarsi come codice unico di tutta una ricerca. Mitsuo Miyahara ha trovato, dopo un lavoro, durato decenni (…) il segno cui assimilare e affidare il senso della propria visione. Un segno che ha reso peculiare; una nuova impronta digitale identificante: una sequenza di sette segmenti uniti (…), una “M” con qualche gamba in più. (…)Come avviene per la duplicazione cellulare, allo stesso modo la linea segnica aumenta in un vorticoso accalcarsi di nuovi elementi fino a riempire la superficie del dipinto con uno scomposto caos ordinato che contamina la tela inizialmente monocroma. (…) Si comprende quanto il tono vitale del segno non si manifesti solo nell’energia della sua moltiplicazione, ma anche nella capacità, da un passaggio all’altro, di mutare la stessa sua natura cromatica.(…) Nell’anelito al comunicare, risponde, traccia visibile nei colori, agli effetti umorali e sensibili legati al momento e alla circostanza dell’attimo del loro verificarsi.(…) Il colore si modula su riflessioni che attendono di esaudire la sollecitazione della sensibilità del pittore che, nel periodo recente, lo ha portato ad uno studio ed un’analisi approfondita degli impasti cromatici, delle luci, delle componenti naturalistiche delle celeberrime Ninfee di Monet. Del maestro impressionista non si limita alla semplice citazione o all’omaggio scontato, vuole invece assimilarne il valore intrinseco.
(…)Nel caso di questo ciclo di lavori, Miyahara suddivide e seziona l’unita del quadro, come identità precostituita, e la frantuma in un elemento primario ridotto: torna a far uso del modulo preordinato, che si moltiplica in una pluralità di repliche, anche per il componimento della superficie della tela.
(…)”*
* dal testo critico di Matteo Galbiati
Gli oli, parte dei quali realizzati per quest’occasione, traggono la loro ispirazione da una lunga e meditata analisi dell’opera di Monet , in particolare sul vivace rapporto tra luce e colore. Tratto peculiare dell’artista è il gesto essenziale pittorico, una linea spezzata e replicata cui il pittore affida una forte capacità comunicativa. Si tratta in effetti di un gesto segnico automatico, comune a tutti noi; esso scinde per poi ricomporre in un linguaggio moderno e universale i colori vibranti della Natura, inesauribile fonte di ispirazione per gli artisti nipponici. L’opera, concepita come unitaria, viene frazionata in moduli primari più piccoli e successivamente ricomposta su larga scala con esiti monumentali. L’allestimento in galleria, è stato specificatamente studiato da Mitsuo Miyahara per sfruttare le infinite possibilità combinatorie del suddetto modulo, conferendo all’osservatore una suggestiva sospensione nel territorio delle emozioni visive.
“(…)In molti artisti il gesto dell’azione è diventato così presente e determinante da formare un tutt’uno con l’opera stessa; si è legato così imprescindibilmente all’espressione e trascrizione del suo carattere da presentarsi come codice unico di tutta una ricerca. Mitsuo Miyahara ha trovato, dopo un lavoro, durato decenni (…) il segno cui assimilare e affidare il senso della propria visione. Un segno che ha reso peculiare; una nuova impronta digitale identificante: una sequenza di sette segmenti uniti (…), una “M” con qualche gamba in più. (…)Come avviene per la duplicazione cellulare, allo stesso modo la linea segnica aumenta in un vorticoso accalcarsi di nuovi elementi fino a riempire la superficie del dipinto con uno scomposto caos ordinato che contamina la tela inizialmente monocroma. (…) Si comprende quanto il tono vitale del segno non si manifesti solo nell’energia della sua moltiplicazione, ma anche nella capacità, da un passaggio all’altro, di mutare la stessa sua natura cromatica.(…) Nell’anelito al comunicare, risponde, traccia visibile nei colori, agli effetti umorali e sensibili legati al momento e alla circostanza dell’attimo del loro verificarsi.(…) Il colore si modula su riflessioni che attendono di esaudire la sollecitazione della sensibilità del pittore che, nel periodo recente, lo ha portato ad uno studio ed un’analisi approfondita degli impasti cromatici, delle luci, delle componenti naturalistiche delle celeberrime Ninfee di Monet. Del maestro impressionista non si limita alla semplice citazione o all’omaggio scontato, vuole invece assimilarne il valore intrinseco.
(…)Nel caso di questo ciclo di lavori, Miyahara suddivide e seziona l’unita del quadro, come identità precostituita, e la frantuma in un elemento primario ridotto: torna a far uso del modulo preordinato, che si moltiplica in una pluralità di repliche, anche per il componimento della superficie della tela.
(…)”*
* dal testo critico di Matteo Galbiati
16
marzo 2011
Mitsuo Miyahara – Ninfee
Dal 16 marzo al 09 aprile 2011
arte contemporanea
Location
JAPANESE SCREENS
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Milano, Via Marsala, 4, (Milano)
Orario di apertura
Lun 15-19 Mar/Sab 11-19
Vernissage
16 Marzo 2011, ore 18.00
Autore
Curatore