Mentre si accendono le luci sul palco e l'entusiasmo del pubblico sale, Monica Giovannini prepara la sua D 200.

Questa sera non è qui per lavoro, ma scatterà lo stesso alcune foto alla protagonista della serata: Gianna Nannini.

Cercherà con il suo obiettivo di "rubarle l'anima". La giovane fotografa romana segue da anni la cantante che non solo considera la più grande rockstar italiana, ma anche un' indiscussa paladina dell'ambiente e della natura, spesso coraggiosamente a fianco del combattivo Greenpeace. Proprio su questi temi Giovannini lavora da anni, producendo ammiratissime elaborazioni digitali insieme all' artista svizzera Jo Petzj, con la quale ha stretto un vero sodalizio artistico. Ma la specificità di questa fotografa resta comunque il ritratto. Ne ha firmati moltissimi nel mondo della politica e dello spettacolo, ma ha ripreso anche gente comune, sempre catturandone l'essenza più profonda e nascosta. Come dicevamo prima è una "ladra di anime". Dalla scuola di Helmut Newton - il suo grande mito - ha imparato la passione per la ricerca, la profondità della sintesi, la morbidezza di certi bianconeri. Per lei è il corpo stesso del soggetto a raccontare il suo nascosto, un movimento impercettibile, l'aprirsi di una mano.. Non parlano solo gli occhi, come credevano un tempo alcuni artisti.

Giovannini ha presentato i suoi lavori in molte rassegne fotografiche sul territorio nazionale e GIANNA NANNINI è il titolo della sua quinta personale. Esporrà presso lo spazio AKKA-BA Contemporary Art Exhibitions di Roma venti lavori di grande formato, rendendo così un omaggio dovuto ad una testimonial della positività umana, che ancora sa guardare con occhi chiari ed innamorati al futuro della terra che ci ospita.

dalla presentazione in mostra di Francesco L. Jovine