Questo libro di fotografie è un racconto, un momento vissuto dalla doppia passione.
Monique Erba è fotografa, ma ha come desiderio la poesia, il raccontare con immagini, indipendentemente l’una dall’altra. La parola e la fotografia sono, per Monique, sequenze senza tempo, ma che dal tempo pretende il momento, quel senso di scorrimento che nasce dalla sua deduzione, fino a un tutto, un sistematico quadro che si organizza nella sua duplicità.
A un certo punto le immagini, le foto che scorrono in questo libro, si appuntano come tanti piccoli foglietti e , insieme alle parole non scritte, si uniscono in un dialogo, come in un libro d’antologia colmo di romanzi, poesie e canzoni provenienti dalla storia o dal ricordo dell’ultima transumanza.
Ma da qui, dal racconto, che la fotografia si libera della freddezza e della memoria e si ferma per un momento ad attendere quel giusto volo oscillante che la rende organizzata fino al punto di variare declinazioni, di quella che è da considerare come una delle più forti e vibranti metafore
delle armonie letterarie.
Fotografa popolare, Monique Erba Robin conosce la pausa tra una lettera e l’altra e da questa sospensione nasce l’immagine e basta fermarla lì, ma come un vezzo di una canzone, non sai dov’è, e come la nebbia o la polvere, tutto riappare lentamente.