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Moving Tales – Racconti in movimento. Opere video dalla Collezione La Gaia.
L’esposizione raccoglie una selezione di film d’artista curata da Eva Brioschi, appositamente concepita per il Complesso Monumentale di San Francesco, nel cuore della città di Cuneo.
Comunicato stampa
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La Collezione La Gaia, nata negli anni ‘70 dalla passione per l’arte di Bruna e Matteo Viglietta, presenta da venerdì 24 giugno a domenica 28 agosto la mostra “Moving Tales – Racconti in movimento. Opere video dalla Collezione La Gaia”.
L’esposizione raccoglie una selezione di film d’artista curata da Eva Brioschi, appositamente concepita per il Complesso Monumentale di San Francesco, nel cuore della città di Cuneo.
La collettiva occupa interamente gli spazi della Chiesa sconsacrata di San Francesco e illustra, attraverso il lavoro di 30 artisti italiani e stranieri di diverse generazioni e provenienti da differenti aree geografiche, la molteplicità di utilizzo del video come strumento narrativo per immagini.
Saranno presentati lavori realizzati da: Marina Abramovic, Bas Jan Ader, Victor Alimpiev, Pierre Bismuth, Candice Breitz, Mircea Cantor, Chen Chieh-jen, Rä Di Martino, Valie Export, Regina José Galindo, Ugo Giletta, Douglas Gordon, Ion Grigorescu, Gary Hill, María Teresa Hincapié, Jonathan Horowitz, Alfredo Jaar, Joan Jonas, William E. Jones, William Kentridge, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marzia Migliora, Adrian Paci, Ene-Liis Semper, Santiago Sierra, Rosemarie Trockel, Bill Viola, Ryszard Wasko, Jordan Wolfson.
L’idea della mostra si ispira a due precise suggestioni che insieme hanno orientato la scelta delle opere e il loro particolare allestimento.
“The movie is the novel and art is poetry. Not a lot of people appreciate poetry, and it is the same with art” è una citazione del video maker e regista inglese Steve McQueen, che identifica la video-arte con la poesia, rispetto al cinema paragonato al romanzo. Molti apprezzano la narrazione filmica, mentre sono meno coloro che comprendono a pieno la video-arte, proprio come avviene per romanzo e poesia.
Questa selezione di opere vuole cercare di catturare l’attenzione anche di coloro che normalmente sono più scettici rispetto al video come forma d’arte della contemporaneità.
“For sale. Baby shoes. Never worn”, il racconto più breve della storia della letteratura. Erroneamente (pare) attribuito a Ernest Hemingway, che si dice abbia scommesso con alcuni amici di poter costruire una narrazione con il minimo dispendio di parole, per raccontare in estrema sintesi un dramma.
Nello stesso modo, a nostro avviso, un’opera video può funzionare come racconto sintetico per immagini.
Il progetto espositivo utilizza un allestimento distribuito lungo la grande navata centrale, le due navate e le 7 cappelle laterali, in un percorso che identifica il video come racconto in differenti declinazioni, tra proiezioni, installazioni e postazioni di visione dedicate, per permetterne la fruizione il più possibile diretta. Lo spazio prospiciente il portale maggiore diviene quinta scenica della mostra e incornicia la video installazione “The soul of Tammi Terrell” di Jonathan Horowitz. L’altare maggiore è la collocazione perfetta per l’opera “Babel Series” di Candice Breitz.
Immagine, movimento, tempo, suono, insieme contribuiscono alla descrizione di una storia che spesso si può condensare in pochissimi frames, ma può anche divenire un racconto circolare, senza soluzione di continuità, grazie all’utilizzo del loop.
Grazie a questa forma di narrazione artistica, lo spettatore subisce una fascinazione sensoriale quasi totale: osserva, partecipa e spesso viene chiamato in causa come elemento esterno per completare l’opera, bisognosa di un punto di vista terzo, capace di decifrare, accogliere o respingere tesi e stimoli dell’autore.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi critici a cura di Eva Brioschi e Lorand Hegyi e da una raccolta di schede esplicative delle opere realizzate dalla curatrice e da Manuela Galliano.
L’esposizione raccoglie una selezione di film d’artista curata da Eva Brioschi, appositamente concepita per il Complesso Monumentale di San Francesco, nel cuore della città di Cuneo.
La collettiva occupa interamente gli spazi della Chiesa sconsacrata di San Francesco e illustra, attraverso il lavoro di 30 artisti italiani e stranieri di diverse generazioni e provenienti da differenti aree geografiche, la molteplicità di utilizzo del video come strumento narrativo per immagini.
Saranno presentati lavori realizzati da: Marina Abramovic, Bas Jan Ader, Victor Alimpiev, Pierre Bismuth, Candice Breitz, Mircea Cantor, Chen Chieh-jen, Rä Di Martino, Valie Export, Regina José Galindo, Ugo Giletta, Douglas Gordon, Ion Grigorescu, Gary Hill, María Teresa Hincapié, Jonathan Horowitz, Alfredo Jaar, Joan Jonas, William E. Jones, William Kentridge, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marzia Migliora, Adrian Paci, Ene-Liis Semper, Santiago Sierra, Rosemarie Trockel, Bill Viola, Ryszard Wasko, Jordan Wolfson.
L’idea della mostra si ispira a due precise suggestioni che insieme hanno orientato la scelta delle opere e il loro particolare allestimento.
“The movie is the novel and art is poetry. Not a lot of people appreciate poetry, and it is the same with art” è una citazione del video maker e regista inglese Steve McQueen, che identifica la video-arte con la poesia, rispetto al cinema paragonato al romanzo. Molti apprezzano la narrazione filmica, mentre sono meno coloro che comprendono a pieno la video-arte, proprio come avviene per romanzo e poesia.
Questa selezione di opere vuole cercare di catturare l’attenzione anche di coloro che normalmente sono più scettici rispetto al video come forma d’arte della contemporaneità.
“For sale. Baby shoes. Never worn”, il racconto più breve della storia della letteratura. Erroneamente (pare) attribuito a Ernest Hemingway, che si dice abbia scommesso con alcuni amici di poter costruire una narrazione con il minimo dispendio di parole, per raccontare in estrema sintesi un dramma.
Nello stesso modo, a nostro avviso, un’opera video può funzionare come racconto sintetico per immagini.
Il progetto espositivo utilizza un allestimento distribuito lungo la grande navata centrale, le due navate e le 7 cappelle laterali, in un percorso che identifica il video come racconto in differenti declinazioni, tra proiezioni, installazioni e postazioni di visione dedicate, per permetterne la fruizione il più possibile diretta. Lo spazio prospiciente il portale maggiore diviene quinta scenica della mostra e incornicia la video installazione “The soul of Tammi Terrell” di Jonathan Horowitz. L’altare maggiore è la collocazione perfetta per l’opera “Babel Series” di Candice Breitz.
Immagine, movimento, tempo, suono, insieme contribuiscono alla descrizione di una storia che spesso si può condensare in pochissimi frames, ma può anche divenire un racconto circolare, senza soluzione di continuità, grazie all’utilizzo del loop.
Grazie a questa forma di narrazione artistica, lo spettatore subisce una fascinazione sensoriale quasi totale: osserva, partecipa e spesso viene chiamato in causa come elemento esterno per completare l’opera, bisognosa di un punto di vista terzo, capace di decifrare, accogliere o respingere tesi e stimoli dell’autore.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi critici a cura di Eva Brioschi e Lorand Hegyi e da una raccolta di schede esplicative delle opere realizzate dalla curatrice e da Manuela Galliano.
23
giugno 2016
Moving Tales – Racconti in movimento. Opere video dalla Collezione La Gaia.
Dal 23 giugno al 28 agosto 2016
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO – COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO
Cuneo, Via Santa Maria, 10 , (Cuneo)
Cuneo, Via Santa Maria, 10 , (Cuneo)
Orario di apertura
lunedì: giorno di chiusura
martedì-sabato: 15.30-18.30
domenica e festivi: 15.30-18.30
Vernissage
23 Giugno 2016, h 18
Autore
Curatore