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Musa pensosa – L’immagine dell’intellettuale nell’antichità
Statue, affreschi, rilievi svelano i volti delle dee ispiratrici di ogni ramo del sapere ed evocano il mondo dei letterati dell’epoca greco-romana, sempre grati a queste portatrici della parola divina.
Comunicato stampa
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“Per me desidero solo che le dolci Muse, come le chiama Virgilio, mi portino in quei luoghi sacri e alle loro fonti, lontano dalle ansie e dagli affanni e dalla necessità di fare ogni giorno qualcosa contro voglia” (Tacito)
Tacito colloca le Muse in luoghi sacri, accanto alle fonti d’acqua, immagine perfettamente concorde all’etimologia della parola Musa, che i dialetti greci interpretavano come ‘sorgente’. Per questo in origine le Muse venivano assimilate alle Ninfe. La mitologia le vuole figlie di Zeus, dee che incarnano ogni ramo del sapere dalla musica all’ispirazione poetica e alla sapienza divina. Così Calliope è la Musa della poesia epica, Euterpe e Erato sono l’una protettrice della lirica monodica e l’altra della lirica corale e ancora Tersicore della danza, Melpomene della tragedia, Talia della commedia, Clio è Musa della storia, Urania dell’astronomia…
La Soprintendenza archeologica di Roma, già da qualche anno, ha avviato per le mostre al Colosseo l’esplorazione dei grandi temi della civiltà antica secondo progetti che coniugano il rigore scientifico con un moderno linguaggio espositivo, apprezzabile anche dai non “addetti ai lavori”.
Nell’ambulacro interno dell’Anfiteatro Flavio alle statue di queste donatrici della forza purificatrice sono associati capolavori d’arte e della scienza che illustrano scene di poesia, musica e teatro, l’educazione del cittadino, l’estro creativo a servizio dell’impegno culturale con fini politici.
I personaggi che trovano ispirazione dalle Muse vanno da Omero ai lirici, dai tragediografi ai filosofi, agli oratori greci e romani, riconoscibili e ancora vivi e presenti attraverso splendidi ritratti, collocati nell’ambulacro esterno del monumento. Il rapporto Musa-intellettuale si è andato modificando nel corso dei secoli: partendo da una dipendenza diretta del poeta dal sostegno della Musa ispiratrice, in quanto figura di mediazione della parola divina, l’intellettuale si è via via reso autonomo.
La mostra presenta decine di vasi attici, rilievi, affreschi e mosaici, più di quaranta opere fra statue, ritratti e sarcofagi in marmo, di cui è “prima donna” la splendida statua della Musa Polimnia, proveniente dalla Centrale Montemartini, che testimonia la fortunata iconografia delle Muse create in epoca ellenistica. Si riserva inoltre una particolare attenzione ai luoghi del sapere e alla sua trasmissione.
Una serie di opere danno conto della fortuna di questi modelli culturali e della loro ricezione non solo in ambito romano, ma fino ad arrivare alla cultura e all’arte della società europea moderna e contemporanea. Di questo danno dimostrazione non solo il ricco apparato didascalico ed illustrativo della mostra, ma anche i saggi contenuti nel catalogo Electa.
Tacito colloca le Muse in luoghi sacri, accanto alle fonti d’acqua, immagine perfettamente concorde all’etimologia della parola Musa, che i dialetti greci interpretavano come ‘sorgente’. Per questo in origine le Muse venivano assimilate alle Ninfe. La mitologia le vuole figlie di Zeus, dee che incarnano ogni ramo del sapere dalla musica all’ispirazione poetica e alla sapienza divina. Così Calliope è la Musa della poesia epica, Euterpe e Erato sono l’una protettrice della lirica monodica e l’altra della lirica corale e ancora Tersicore della danza, Melpomene della tragedia, Talia della commedia, Clio è Musa della storia, Urania dell’astronomia…
La Soprintendenza archeologica di Roma, già da qualche anno, ha avviato per le mostre al Colosseo l’esplorazione dei grandi temi della civiltà antica secondo progetti che coniugano il rigore scientifico con un moderno linguaggio espositivo, apprezzabile anche dai non “addetti ai lavori”.
Nell’ambulacro interno dell’Anfiteatro Flavio alle statue di queste donatrici della forza purificatrice sono associati capolavori d’arte e della scienza che illustrano scene di poesia, musica e teatro, l’educazione del cittadino, l’estro creativo a servizio dell’impegno culturale con fini politici.
I personaggi che trovano ispirazione dalle Muse vanno da Omero ai lirici, dai tragediografi ai filosofi, agli oratori greci e romani, riconoscibili e ancora vivi e presenti attraverso splendidi ritratti, collocati nell’ambulacro esterno del monumento. Il rapporto Musa-intellettuale si è andato modificando nel corso dei secoli: partendo da una dipendenza diretta del poeta dal sostegno della Musa ispiratrice, in quanto figura di mediazione della parola divina, l’intellettuale si è via via reso autonomo.
La mostra presenta decine di vasi attici, rilievi, affreschi e mosaici, più di quaranta opere fra statue, ritratti e sarcofagi in marmo, di cui è “prima donna” la splendida statua della Musa Polimnia, proveniente dalla Centrale Montemartini, che testimonia la fortunata iconografia delle Muse create in epoca ellenistica. Si riserva inoltre una particolare attenzione ai luoghi del sapere e alla sua trasmissione.
Una serie di opere danno conto della fortuna di questi modelli culturali e della loro ricezione non solo in ambito romano, ma fino ad arrivare alla cultura e all’arte della società europea moderna e contemporanea. Di questo danno dimostrazione non solo il ricco apparato didascalico ed illustrativo della mostra, ma anche i saggi contenuti nel catalogo Electa.
18
febbraio 2006
Musa pensosa – L’immagine dell’intellettuale nell’antichità
Dal 18 febbraio al 20 agosto 2006
arte antica
Location
ANFITEATRO FLAVIO – COLOSSEO
Roma, Piazza Del Colosseo, (Roma)
Roma, Piazza Del Colosseo, (Roma)
Biglietti
intero € 10,00 ridotto € 6,00
Orario di apertura
Tutti i giorni 8.30–17 dal 19 febbraio al 15 marzo
8.30–17.30 dal 16 al 25marzo
8.30–19.15 dal 26 al 20 agosto
la biglietteria chiude un'ora prima
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Curatore