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Nazzarena Poli Maramotti – DOMESTICA SELVATICA
Un invito a scoprire come natura e cultura, interno ed esterno, memoria e trasformazione possano coesistere in un’opera viva e in ascolto. Una riflessione poetica sul confine tra intimità e natura, tra oggetti domestici e forme selvatiche.
Comunicato stampa
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DOMESTICA SELVATICA si inserisce nel ciclo di mostre che ChorAsis dedica all’arte contemporanea italiana, confermando l’impegno dell’associazione nel promuovere pratiche artistiche che mettono al centro il processo creativo e il dialogo con il luogo.
Domestica Selvatica è il progetto espositivo di Nazzarena Poli Maramotti, presentato negli spazi di ChorAsis a Villa Rospigliosi di Prato e curato da Silvia Bottani.
Scrive la curatrice : “La mostra intavola una riflessione sui temi dello spazio domestico di Villa Rospigliosi, dimora gentilizia che con le sue stratificazioni culturali e la sua apertura all’arte scardina il perimetro dell’abitazione per superarne la dimensione preordinata. Una casa abitata, nella quale arredi e suppellettili, ricordi privati e oggetti d’uso raccontano una lunga vicenda familiare che si innesta in un contesto d’azione ben più ampio.
La relazione tra la casa e il terreno/territorio che la circonda è caratterizzata da una certa permeabilità, un’apertura all’alterità che trova rispondenza nelle tele ispirate alle scene di caccia realizzate da Poli Maramotti e in maniera sottile anche nella produzione ceramica e scultorea. Si potrebbe pensare che il selvatico sia ormai residuale rispetto a dei territori così fortemente antropizzati e modellati dalla progettazione umana, e in questa prospettiva il giardino all’italiana della villa è l’esempio ideale di una concezione del naturale come spazio da plasmare e incivilire attraverso un progetto. A uno sguardo attento, però, risulta evidente come il selvatico sia soggetto a una condizione di temporalità che gli conferisce un perenne stato “in potenza”. Il selvatico è per eccellenza la condizione propria del mondo naturale e solo il transitorio intervento umano lo confina a una dimensione residuale, lo educa. Questo incombere dell’irriducibile rispetto all’azione antropica trova piena accoglienza nei lavori di Poli Maramotti, dove l’accettazione di una forma in perenne mutamento si cristallizza, in un curioso paradosso, sulle tele o nei manufatti ceramici”... “Consapevole di questa vitalità delle cose, l’artista persegue una pratica dove l’evento casuale gioca un ruolo chiave nel compiersi della forma. Si tratta però forse dell’accadere di un insieme di stati propizi, qualcosa che si avvicina più a un concetto di opportunità o forse a un “tempo qualitativo”, di impronta oracolare, piuttosto che a un semplice laissez-faire, un’accettazione passiva dell’accidente. In questa prospettiva l’errore assume allora una valenza di componente necessaria al farsi dell’opera, un elemento nel processo di scoperta che deve essere considerato e osservato come tappa di un divenire. Ecco allora che l’artista realizza delle serie di opere che si dilatano nel tempo, dove un tema viene indagato a più riprese dando vita a molteplici episodi che possiamo intendere come capitoli di un’unica e più ampia riflessione, delle variazioni sul tema che compongono un dialogo inesauribile con i soggetti del proprio immaginario.
In occasione della mostra, sono state realizzate opere specificamente concepite che hanno trovato collocazione negli spazi della ex limonaia, ampie pertinenze adiacenti al corpo principale della casa, originariamente pensate come luogo di dimora delle piante di agrumi. Ancora un luogo liminale, che unisce il “dentro” della casa al “fuori” del giardino, dove il dialogo tra gli elementi scultorei, i piatti e le tele dipinte può emergere. È qui che lo spettatore può cogliere la relazione tra il divino e il cibo, racchiuso nelle volute delle terrecotte e negli smalti dei piatti, nonché nel tema del sacrificio implicito nella caccia, raffigurata nelle tele. I dipinti a loro volta legano idealmente tra loro i “tempietti” e le ceramiche, recipienti per le pietanze che però evolvono e diventano manufatti non più destinati all’utilizzo sulla tavola, bensì oggetti ornamentali in senso non ortodosso, infrangendo la sintassi della decorazione a favore di una più libera determinazione della forma. Tale voluto deragliamento verso i territori dell’informale interessa anche i tempietti, minuscole dimore del sacro, dove la presenza di un senso panico della natura rivela un “pensiero di tipo paesaggistico”.... Quello che accade nelle tele è uno spostamento e un disvelamento: da un lato una superficie che si indetermina, perde certezza, si fa mobile, così come inafferrabili e indeterminabili sono le cose, se osservate con lo sguardo rapace dell’artista, lo sguardo di chi osserva la realtà per attraversarla e assimilarla, restituendone un bagliore di verità. Dall’altra, vi è una specie di metaforico inseguimento tra soggetto e soggetto in cui l’autrice incalza la storia della pittura e una volta catturata, ne sacrifica il corpo, così come un cacciatore prende la mira e uccide la preda. La Venere che si ispira alla Venere dormiente di Giorgione o Still life of game che rimanda a Natura morta con una lepre morta, pernici e altri uccelli in una nicchia, opera del 1675 del fiammingo Jan Baptist Weenix.; ... pare che questo inseguirsi tra soggetto e oggetto trovi un'eco simbolica proprio nell’iconografia della caccia, che qui appare nelle tre tele di dimensioni eterogenee. Così legata all’alimentazione ma anche così infarcita di simbolismi, la caccia è atto sacro e gioco crudele, necessità e passatempo, a seconda della classe di appartenenza e del momento storico. Di quella violenza misterica e ordinaria a un tempo, rimane una traccia nell’oggetto che si crepa, nella terracotta piegata e aperta, nella materia pittorica che dilaga. Nell’ornamento si sublima tutto il portato di una lunga storia di sangue, di carne e visceri, di cibo che nutre e diventa scarto, una catena inesausta che unisce forme e informe, divinità domestiche e silvane, zone incolte e luoghi di produzione, casa e selva, alberi genealogici e alberi da frutto, cacciatore e preda, soggetto e oggetto. Una catena impossibile da spezzare ma imprevedibile nel suo compiersi, la cui materia vibrante si rivela per un istante, prima di tornare al suo incessante mutare, nelle opere di Nazzarena Poli Maramotti”.
Nazzarena Poli Maramotti
Vive e lavora a Cavriago, Reggio Emilia. Si diploma alla triennale e alla specialistica di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Completa gli studi presso l’Akademie der Bildenden Künste di Norimberga.
Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e straniere tra cui Triennale di Milano; Palazzo Reale, Milano; Palazzo del Governatore, Parma; Antico Mercato, Siracusa; Museo Civico Medievale, Bologna; MAC, Lissone; Morat Institut, Friburgo di Brisgovia; Neues Museum, Norimberga; Kunstverein Nürnberg, Albrecht Dürer Gesellschaft, Norimberga. Tra i riconoscimenti e premi come artista ricevuti : Premio Mediolanum per la pittura Artefiera di Bologna (2019); Debütantenförderung dello stato della Baviera (2016); Premio Euromobil under 30 Artfirst Bologna (2014). PERSONALI La danse des faux pas. Un rituel con testo critico di Giacomo Mercuriali, Galleria AplusB, Brescia (2024/2025); Una fòla con testo critico di Cecilia Canziani, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2022/2023); Pratonera con testo critico di Cecilia Canziani, Galleria AplusB, Brescia (2021); L'altra notte a cura di Davide Ferri, z2o Sara Zanin Gallery, Roma (2019); Hidden in a short night Kunstverein Kohlenhof, Norimberga (D) (2019); Unterwasser Galleria AplusB, Brescia (2018); DebütantInnen 2018 Ausstellungshalle, Akademie der Bildenden Künste, Norimberga (D) (2018)
COLLETTIVE Insight. Visione senza oggetto. Poli Maramotti/Tamburi a cura di Roberto Lacarbonara, E.T. WORKS, Roma (2025); Desiderio Atto II con testo critico di Giulia De Giorgi, Société Interludio, Cambiano (TO) (2024); Ri/nascimento, a cura di Marina Dacci, ME Vannucci, Pistoia (2024); Contrappunti, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2024); Pittura italiana oggi a cura di Damiano Gullì, Triennale, Milano(2023); Medea a cura di Demetrio Paparoni, Antico Mercato di Ortigia, Siracusa (2023); Keramikos a cura di Andrea Busto, CAR Gallery, Bologna (2023); Quadri come luoghi a cura di Davide Ferri e Barbara Meneghel, Villa Presti, Ospitaletto (BS) (2023); Wenn es regnet, ist mein Herz nackt, Circolo Gardena, Ortisei (2023); Outside the line, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2022); Officina Malanotte, mostra open studio della residenza d'artista a cura di Daniele Capra, Tezze di Piave (TS) (2022); Passages Paysages a cura di Roberto Lacarbonara, Palazzo Barbò, Torre Pallavicina (BG) (2021); Rassegna Internazionale Salvi, 70° edizione a cura di Riccardo Tonti Bandini, Palazzo della Pretura e Palazzo degli Scalzi, Sassoferrato (AN) (2021); THE WAITING HALL, Galleria AplusB, Brescia (2020); Rilevamenti2 a cura di Aldo Iori e Bruno Corà, CAMUSAC, Cassino (FR) (2020); Sharing our dreaming room, z2o Sara Zanin Gallery, Roma (2020); Traces a cura di Marina Dacci, Museo Civico Medievale, Bologna (2020); Libere tutte a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi, Casa Testori, Novate Milanese (MI) (2019); La pratica quotidiana a cura di Davide Ferri e Francesca Bertazzoni, Oratorio di San Sebastiano, Forlì (FC) (2019); Graffiare il presente a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi, Casa Testori, Novate Milanese (MI) (2018); Premio Cairo, mostra dei finalisti, Palazzo Reale, Milano (2018); Braintooling a cura di Gianluca D'Incà Levis, Petra Cason e Riccardo Caldura, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (BL) (2018).
ChorAsis - Lo spazio della Visione. APS progetto culturale di sostegno agli artisti, ricerca, sperimentazione, produzione e promozione di for-me d’arte contemporanea con sede presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato. Il progetto indaga sulle relazioni tra passato e il presen-te, in dialogo tra arte, natura e storia e in costante rapporto di interazione con il territorio. Punto focale la cura del processo creativo, per ristabilire l’autentico legame tra artista, opera, spazio e lo sguardo di chi osserva. Dal 2019 artisti sono invitati a rapportarsi liberamente con gli ambienti della villa e il suo parco giardino nella creazione site specific di opere e interventi installativi, performativi, laboratoriali.
Domestica Selvatica è il progetto espositivo di Nazzarena Poli Maramotti, presentato negli spazi di ChorAsis a Villa Rospigliosi di Prato e curato da Silvia Bottani.
Scrive la curatrice : “La mostra intavola una riflessione sui temi dello spazio domestico di Villa Rospigliosi, dimora gentilizia che con le sue stratificazioni culturali e la sua apertura all’arte scardina il perimetro dell’abitazione per superarne la dimensione preordinata. Una casa abitata, nella quale arredi e suppellettili, ricordi privati e oggetti d’uso raccontano una lunga vicenda familiare che si innesta in un contesto d’azione ben più ampio.
La relazione tra la casa e il terreno/territorio che la circonda è caratterizzata da una certa permeabilità, un’apertura all’alterità che trova rispondenza nelle tele ispirate alle scene di caccia realizzate da Poli Maramotti e in maniera sottile anche nella produzione ceramica e scultorea. Si potrebbe pensare che il selvatico sia ormai residuale rispetto a dei territori così fortemente antropizzati e modellati dalla progettazione umana, e in questa prospettiva il giardino all’italiana della villa è l’esempio ideale di una concezione del naturale come spazio da plasmare e incivilire attraverso un progetto. A uno sguardo attento, però, risulta evidente come il selvatico sia soggetto a una condizione di temporalità che gli conferisce un perenne stato “in potenza”. Il selvatico è per eccellenza la condizione propria del mondo naturale e solo il transitorio intervento umano lo confina a una dimensione residuale, lo educa. Questo incombere dell’irriducibile rispetto all’azione antropica trova piena accoglienza nei lavori di Poli Maramotti, dove l’accettazione di una forma in perenne mutamento si cristallizza, in un curioso paradosso, sulle tele o nei manufatti ceramici”... “Consapevole di questa vitalità delle cose, l’artista persegue una pratica dove l’evento casuale gioca un ruolo chiave nel compiersi della forma. Si tratta però forse dell’accadere di un insieme di stati propizi, qualcosa che si avvicina più a un concetto di opportunità o forse a un “tempo qualitativo”, di impronta oracolare, piuttosto che a un semplice laissez-faire, un’accettazione passiva dell’accidente. In questa prospettiva l’errore assume allora una valenza di componente necessaria al farsi dell’opera, un elemento nel processo di scoperta che deve essere considerato e osservato come tappa di un divenire. Ecco allora che l’artista realizza delle serie di opere che si dilatano nel tempo, dove un tema viene indagato a più riprese dando vita a molteplici episodi che possiamo intendere come capitoli di un’unica e più ampia riflessione, delle variazioni sul tema che compongono un dialogo inesauribile con i soggetti del proprio immaginario.
In occasione della mostra, sono state realizzate opere specificamente concepite che hanno trovato collocazione negli spazi della ex limonaia, ampie pertinenze adiacenti al corpo principale della casa, originariamente pensate come luogo di dimora delle piante di agrumi. Ancora un luogo liminale, che unisce il “dentro” della casa al “fuori” del giardino, dove il dialogo tra gli elementi scultorei, i piatti e le tele dipinte può emergere. È qui che lo spettatore può cogliere la relazione tra il divino e il cibo, racchiuso nelle volute delle terrecotte e negli smalti dei piatti, nonché nel tema del sacrificio implicito nella caccia, raffigurata nelle tele. I dipinti a loro volta legano idealmente tra loro i “tempietti” e le ceramiche, recipienti per le pietanze che però evolvono e diventano manufatti non più destinati all’utilizzo sulla tavola, bensì oggetti ornamentali in senso non ortodosso, infrangendo la sintassi della decorazione a favore di una più libera determinazione della forma. Tale voluto deragliamento verso i territori dell’informale interessa anche i tempietti, minuscole dimore del sacro, dove la presenza di un senso panico della natura rivela un “pensiero di tipo paesaggistico”.... Quello che accade nelle tele è uno spostamento e un disvelamento: da un lato una superficie che si indetermina, perde certezza, si fa mobile, così come inafferrabili e indeterminabili sono le cose, se osservate con lo sguardo rapace dell’artista, lo sguardo di chi osserva la realtà per attraversarla e assimilarla, restituendone un bagliore di verità. Dall’altra, vi è una specie di metaforico inseguimento tra soggetto e soggetto in cui l’autrice incalza la storia della pittura e una volta catturata, ne sacrifica il corpo, così come un cacciatore prende la mira e uccide la preda. La Venere che si ispira alla Venere dormiente di Giorgione o Still life of game che rimanda a Natura morta con una lepre morta, pernici e altri uccelli in una nicchia, opera del 1675 del fiammingo Jan Baptist Weenix.; ... pare che questo inseguirsi tra soggetto e oggetto trovi un'eco simbolica proprio nell’iconografia della caccia, che qui appare nelle tre tele di dimensioni eterogenee. Così legata all’alimentazione ma anche così infarcita di simbolismi, la caccia è atto sacro e gioco crudele, necessità e passatempo, a seconda della classe di appartenenza e del momento storico. Di quella violenza misterica e ordinaria a un tempo, rimane una traccia nell’oggetto che si crepa, nella terracotta piegata e aperta, nella materia pittorica che dilaga. Nell’ornamento si sublima tutto il portato di una lunga storia di sangue, di carne e visceri, di cibo che nutre e diventa scarto, una catena inesausta che unisce forme e informe, divinità domestiche e silvane, zone incolte e luoghi di produzione, casa e selva, alberi genealogici e alberi da frutto, cacciatore e preda, soggetto e oggetto. Una catena impossibile da spezzare ma imprevedibile nel suo compiersi, la cui materia vibrante si rivela per un istante, prima di tornare al suo incessante mutare, nelle opere di Nazzarena Poli Maramotti”.
Nazzarena Poli Maramotti
Vive e lavora a Cavriago, Reggio Emilia. Si diploma alla triennale e alla specialistica di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Completa gli studi presso l’Akademie der Bildenden Künste di Norimberga.
Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e straniere tra cui Triennale di Milano; Palazzo Reale, Milano; Palazzo del Governatore, Parma; Antico Mercato, Siracusa; Museo Civico Medievale, Bologna; MAC, Lissone; Morat Institut, Friburgo di Brisgovia; Neues Museum, Norimberga; Kunstverein Nürnberg, Albrecht Dürer Gesellschaft, Norimberga. Tra i riconoscimenti e premi come artista ricevuti : Premio Mediolanum per la pittura Artefiera di Bologna (2019); Debütantenförderung dello stato della Baviera (2016); Premio Euromobil under 30 Artfirst Bologna (2014). PERSONALI La danse des faux pas. Un rituel con testo critico di Giacomo Mercuriali, Galleria AplusB, Brescia (2024/2025); Una fòla con testo critico di Cecilia Canziani, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2022/2023); Pratonera con testo critico di Cecilia Canziani, Galleria AplusB, Brescia (2021); L'altra notte a cura di Davide Ferri, z2o Sara Zanin Gallery, Roma (2019); Hidden in a short night Kunstverein Kohlenhof, Norimberga (D) (2019); Unterwasser Galleria AplusB, Brescia (2018); DebütantInnen 2018 Ausstellungshalle, Akademie der Bildenden Künste, Norimberga (D) (2018)
COLLETTIVE Insight. Visione senza oggetto. Poli Maramotti/Tamburi a cura di Roberto Lacarbonara, E.T. WORKS, Roma (2025); Desiderio Atto II con testo critico di Giulia De Giorgi, Société Interludio, Cambiano (TO) (2024); Ri/nascimento, a cura di Marina Dacci, ME Vannucci, Pistoia (2024); Contrappunti, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2024); Pittura italiana oggi a cura di Damiano Gullì, Triennale, Milano(2023); Medea a cura di Demetrio Paparoni, Antico Mercato di Ortigia, Siracusa (2023); Keramikos a cura di Andrea Busto, CAR Gallery, Bologna (2023); Quadri come luoghi a cura di Davide Ferri e Barbara Meneghel, Villa Presti, Ospitaletto (BS) (2023); Wenn es regnet, ist mein Herz nackt, Circolo Gardena, Ortisei (2023); Outside the line, Z2O Sara Zanin Gallery, Roma (2022); Officina Malanotte, mostra open studio della residenza d'artista a cura di Daniele Capra, Tezze di Piave (TS) (2022); Passages Paysages a cura di Roberto Lacarbonara, Palazzo Barbò, Torre Pallavicina (BG) (2021); Rassegna Internazionale Salvi, 70° edizione a cura di Riccardo Tonti Bandini, Palazzo della Pretura e Palazzo degli Scalzi, Sassoferrato (AN) (2021); THE WAITING HALL, Galleria AplusB, Brescia (2020); Rilevamenti2 a cura di Aldo Iori e Bruno Corà, CAMUSAC, Cassino (FR) (2020); Sharing our dreaming room, z2o Sara Zanin Gallery, Roma (2020); Traces a cura di Marina Dacci, Museo Civico Medievale, Bologna (2020); Libere tutte a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi, Casa Testori, Novate Milanese (MI) (2019); La pratica quotidiana a cura di Davide Ferri e Francesca Bertazzoni, Oratorio di San Sebastiano, Forlì (FC) (2019); Graffiare il presente a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi, Casa Testori, Novate Milanese (MI) (2018); Premio Cairo, mostra dei finalisti, Palazzo Reale, Milano (2018); Braintooling a cura di Gianluca D'Incà Levis, Petra Cason e Riccardo Caldura, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (BL) (2018).
ChorAsis - Lo spazio della Visione. APS progetto culturale di sostegno agli artisti, ricerca, sperimentazione, produzione e promozione di for-me d’arte contemporanea con sede presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato. Il progetto indaga sulle relazioni tra passato e il presen-te, in dialogo tra arte, natura e storia e in costante rapporto di interazione con il territorio. Punto focale la cura del processo creativo, per ristabilire l’autentico legame tra artista, opera, spazio e lo sguardo di chi osserva. Dal 2019 artisti sono invitati a rapportarsi liberamente con gli ambienti della villa e il suo parco giardino nella creazione site specific di opere e interventi installativi, performativi, laboratoriali.
11
maggio 2025
Nazzarena Poli Maramotti – DOMESTICA SELVATICA
Dall'undici maggio all'otto giugno 2025
arte contemporanea
Location
ChorAsis – Villa Rospigliosi
Prato, Via Firenze, 83, (PO)
Prato, Via Firenze, 83, (PO)
Orario di apertura
mostra gratuita visitabile su appuntamento
contatti : chorasis.spaziovisione@gmail.com / tel. 348 7814430
Ufficio stampa
Carla Carbone - ChorAsis
Autore
Curatore
Produzione organizzazione