Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Neon realisti. La fluo figurazione inpop
Neon Realisti presenta alcune delle più interessanti emergenze italiane sull’evoluzione della figurazione fluo-digitale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Neon Realisti presenta alcune delle più interessanti emergenze italiane sull’evoluzione della figurazione fluo-digitale.
I neon realisti, usando il pennello come penna ottica e la tela come schermo, arrivano a scarnificare il ritratto riportandolo allo stato precedente la realtà, che è ovviamente uno stadio di non realtà.
Ottengono così un ritratto che si ‘ritrae’ dal vero, dal reale, da una verità, pur essendoci prossimamente attratto e vicino.
Questo processo ‘retrattivo’ si potrebbe giustamente definire ‘auto-ritratto’, cioè il quadro che pensa sé stesso, che si emancipa dal suo autore, che vive la sua fosforescenza al neon prima che il fruitore lo completi con l’ineluttabile aggiunta del vero che queste opere emanano intermittenti.
La cromoseduzione dei neon realisti finisce dove inizia il lavoro ricostruttivo dell’estetica chirurgica. L’an-estetica dei neon realisti riporta il volto e il corpo allo sfregio possibile, sempre in agguato. Sfigurando la realtà, i neon realisti ne tolgono la patina sociotranquillizzante illuminando quel reale invisibile che è la forza e la debacle di ogni cosa.
Meno estetica del reale = più inquietudine del reale.
Ma i neon realisti non si sottraggono né al reale, né all’inquieto.
Usando le tecnologie fotodoppanti stratificano il vero in fasci muscolari e ne danno una interpretazione che è ‘una’, ecco perché è ‘neon’, cioè ‘una’ luce possibile, estremamente possibile.
Il risultato è tecnicamente pop ma sostanzialmente ‘inpop’.
Mentre il pop cioè è ridondandanza del vero, l’inpop è ridondanza del non ancora vero, del possibile, del quadro prima del quadro. Ridondanza del processo.
Il pop è finito, l’inpop è quasi finito. Diremo meglio: sfinito.
(klaus mondrian)
MAURIZIO CARRIERO (1979)
Di Caserta, laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli e iscritto all’Accademia di Brera di Milano, presenta in questa mostra ritratti che usano soluzioni digitali delle immagini e cromatismi risolti in pittura con un qualità di maniera.
Riferendosi ai classici Freud e Saville, si inserisce nelle ultime tendenze del realismo contemporaneo con un rigore estremo del tratto e del ri-tratto.
Tra le opere esposte un ritratto di Angela Vattese, la nota storica e critica d’arte, e uno di Damien Hirst, il famoso artista-carnefice inglese.
PARIDE DI STEFANO (1979)
Di Cassino, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, in questa collettiva presenta i suoi ‘sonniloqui’, getti di sogni fatti di immagini di corpi intersecati e sovrapposti fra loro in un miasma onirico.
Ogni quadro è un REM e la realtà è qui compressa in un vortice di immagini frammentate che ripopolano i fondi bui della non realtà traformandosi in altre e meta realtà, in altre visuali, in energia che ricrea altri reali.
FRANCESCO MASCI (1979)
Romano, pittore, disegnatore, vignettista, membro del comitato scientifico dell’Istituto Internazionale di Psicologia dell’Emergenza.
In questa mostra presenta lavori di un realismo caricaturale spesso amplificato tramite sequenze ravvicinate della stessa posa colta nell’attenzione al particolare socio-significante (una fila di rughe, di denti mancanti…).
Partendo da soggetti reali trasfigura il vero in incredibile, sorprendente.
Ospiti della collettiva
AGRIMI
DMD - PARIS
ALESSANDRO LUPI
I neon realisti, usando il pennello come penna ottica e la tela come schermo, arrivano a scarnificare il ritratto riportandolo allo stato precedente la realtà, che è ovviamente uno stadio di non realtà.
Ottengono così un ritratto che si ‘ritrae’ dal vero, dal reale, da una verità, pur essendoci prossimamente attratto e vicino.
Questo processo ‘retrattivo’ si potrebbe giustamente definire ‘auto-ritratto’, cioè il quadro che pensa sé stesso, che si emancipa dal suo autore, che vive la sua fosforescenza al neon prima che il fruitore lo completi con l’ineluttabile aggiunta del vero che queste opere emanano intermittenti.
La cromoseduzione dei neon realisti finisce dove inizia il lavoro ricostruttivo dell’estetica chirurgica. L’an-estetica dei neon realisti riporta il volto e il corpo allo sfregio possibile, sempre in agguato. Sfigurando la realtà, i neon realisti ne tolgono la patina sociotranquillizzante illuminando quel reale invisibile che è la forza e la debacle di ogni cosa.
Meno estetica del reale = più inquietudine del reale.
Ma i neon realisti non si sottraggono né al reale, né all’inquieto.
Usando le tecnologie fotodoppanti stratificano il vero in fasci muscolari e ne danno una interpretazione che è ‘una’, ecco perché è ‘neon’, cioè ‘una’ luce possibile, estremamente possibile.
Il risultato è tecnicamente pop ma sostanzialmente ‘inpop’.
Mentre il pop cioè è ridondandanza del vero, l’inpop è ridondanza del non ancora vero, del possibile, del quadro prima del quadro. Ridondanza del processo.
Il pop è finito, l’inpop è quasi finito. Diremo meglio: sfinito.
(klaus mondrian)
MAURIZIO CARRIERO (1979)
Di Caserta, laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli e iscritto all’Accademia di Brera di Milano, presenta in questa mostra ritratti che usano soluzioni digitali delle immagini e cromatismi risolti in pittura con un qualità di maniera.
Riferendosi ai classici Freud e Saville, si inserisce nelle ultime tendenze del realismo contemporaneo con un rigore estremo del tratto e del ri-tratto.
Tra le opere esposte un ritratto di Angela Vattese, la nota storica e critica d’arte, e uno di Damien Hirst, il famoso artista-carnefice inglese.
PARIDE DI STEFANO (1979)
Di Cassino, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, in questa collettiva presenta i suoi ‘sonniloqui’, getti di sogni fatti di immagini di corpi intersecati e sovrapposti fra loro in un miasma onirico.
Ogni quadro è un REM e la realtà è qui compressa in un vortice di immagini frammentate che ripopolano i fondi bui della non realtà traformandosi in altre e meta realtà, in altre visuali, in energia che ricrea altri reali.
FRANCESCO MASCI (1979)
Romano, pittore, disegnatore, vignettista, membro del comitato scientifico dell’Istituto Internazionale di Psicologia dell’Emergenza.
In questa mostra presenta lavori di un realismo caricaturale spesso amplificato tramite sequenze ravvicinate della stessa posa colta nell’attenzione al particolare socio-significante (una fila di rughe, di denti mancanti…).
Partendo da soggetti reali trasfigura il vero in incredibile, sorprendente.
Ospiti della collettiva
AGRIMI
DMD - PARIS
ALESSANDRO LUPI
17
dicembre 2005
Neon realisti. La fluo figurazione inpop
Dal 17 dicembre 2005 al 17 gennaio 2006
giovane arte
Location
MONDRIAN SUITE
Roma, Via Dei Piceni, 41/43, (Roma)
Roma, Via Dei Piceni, 41/43, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 18-23
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 18
Autore
Curatore