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Nerio Beltrami
Le immagini di Beltrami costringono lo spettatore ad uno sguardo inquieto, ad inattese trepidazioni e malinconici turbamenti, a una messa in discussione dei fondamenti della logica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 2 al 23 dicembre 2017 la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10, ospiterà la personale dell’artista Nerio Beltrami.
L’inaugurazione si svolgerà Sabato 2 dicembre alle ore 17.00 alla presenza dell’artista e con intervento di Gianfranco Ferlisi.
Beltrami: optimus pictor !
Tutta la pittura di Nerio Beltrami si interroga da sempre sulla dimensione che appartiene all’illusione, al mimetismo oppure a quel gioco della contaminazione surreale e dell’interiore sentire che permette di rea-lizzare incontri inattesi, quasi onirici e di fare dello spazio della tela il luogo d’incontro di ogni linguaggio possibile. La rappresentazione a trompe-l’oeil, la scelta narrativa, i continui slittamenti del pensiero e delle idee, le incursioni nell’irrealtà e nell’inganno esprimono una stratificazione assai complessa, in cui si com-binano l’antica sapienza pittorica e un’atmosfera fantastica e irriverente che sembra derivare dalla dimen-sione visiva e fisica soprattutto del teatro. Le immagini di Beltrami costringono lo spettatore ad uno sguardo inquieto, ad inattese trepidazioni e malinconici turbamenti, a una messa in discussione dei fonda-menti della logica: di qui quadri in cui l’immagine galleggia su un fondo bianco, spazio vuoto, spazio non scritto eppure denso di senso visivo. Il paradosso è che Nerio Beltrami sembra voler rivendicare la sensua-lità affascinante della pittura anche quando (o mentre) il suo sguardo tende a stravolgerla e capovolgerla con l’inserimento dissonante di segnicità informali o gestuali. Conciliare gli opposti? Coinvolgere in un messaggio di sconcerto e di meraviglia? Eppure è proprio così che la fiducia allusiva e all-pervading si cala nella concretezza di rapporti cromatici quasi folgoranti ma calcolati, e che ogni opera diventa scaturigine di sorpresa. Si assiste dunque alla messa in scena di almeno due tipologie di linguaggi infranti o reinventati, di immagini trasgredite e trasgressive, tra un «ad libitum» e una necessaria sintassi del colore, che arrivano sorprendentemente a generare un connubio, una inedita coniugazione di arte e di bellezza. In un gioco di quasi sommessa fascinazione l’intensità della comunicazione visiva non diventa solo una scena di idee ma-terializzate nella tecnica della pittura ma costruisce un flusso continuo e appassionato di suggestioni, di ri-cerca, di impegno culturale, di vita: un flusso che si autoalimenta, in strati sovrapposti di creatività, sempre più incontenibile nel progressivo tempo dell’esistenza.
Dunque, se risultano evidenti l’indubbia maestria e la sapienza tecnica nel modo di operare di Beltrami, è al-trettanto importante sottolineare come, dietro la precisione, la disciplina, il rigore, emerga lo spessore auten-tico dell’artista, la sua personalità forte. Il suo talento risiede infatti nel saper guardare alla tradizione dell’arte in modo disinibito, con ironia, disincanto, consapevole distacco, cleptomania. Nessun pathos, nes-sun languore sembra più animare i suoi punti di arrivo: è l’intelligenza lucida ed acuta del giocatore di scac-chi a vivificare una ricerca critica ed intellettuale di nuovi mezzi espressivi, lunga più di cinquant’anni, che potremmo etichettare come pittura delle idee.
Ecco quindi che il cerchio si chiude e tutto acquista un senso: le stratificazioni pittoriche dissonanti per-mettono all’artista di trovare e di ottenere un’armonia degli opposti, di creare continuamente una sintesi di prospettive differenti, in una dimensione caleidoscopica che confonde le origini della visione ma arriva ad una contaminazione ricca di spunti immaginativi e di novità.
Mai con straordinaria evidenza come in queste opere emerge la capacità dell’autore di vivere intensamente ciò che è altro di sé, di dare costrutto al disagevole cammino di un linguaggio, non solo artistico, tenace-mente costruito: è un cammino espressivo in cui varie tessere di esistenza sono toccate ed esaltate da una costante e preziosa riflessione sulla pittura. È così che il processo creativo di Beltrami si è autoalimentato, in un felice corrispondenza di occhi mente e cuore, libero da vincoli esterni e condizionamenti. Ed è così che, quasi d’improvviso, affiorano con chiarezza immagini rivelatrici di sentimenti profondi e autentici, a volte sottilmente ispirati anche da occhi capovolti.
Gianfranco Ferlisi, 2017
Nerio Beltrami
Nasce a Milano il 6 marzo 1940 da genitori mantovani che tornano a Mantova verso la fine del ’42. Ap-prende l’arte del disegno e della pittura dal padre Edoardo già in tenera età, poi frequenta la scuola d’arte di Mantova. Inizia l’attività espositiva nel 1957. A partire dalla metà degli anni sessanta elabora la sua vi-sione fantastico-surreale ormai libero da condizionamenti esterni e in pochi anni, incoraggiato da Renzo Margonari, si accosta alle tematiche più avanzate della neo-figurazione, sia sul piano iconologico che su quello estetico-formale, tanto da attirare l’attenzione del famoso critico Mario De Micheli. Si dedica anche con crescente impegno e successo al gioco degli scacchi, al punto di interrompere l’attività espositiva per diversi anni. La sua ricerca pittorica cambia e si arricchisce nella seconda metà degli anni ottanta. Se da un lato rimane fedele alla poetica surreale e pop, dall’altro la sua curiosità inquieta lo spinge ad indagare il mondo, per lui estraneo fino allora, dell’automatismo psichico, dell’espressività liberatoria del gesto e dell’informe.
Vive e lavora a Mantova.
Principali Premi e Rassegne Nazionali:
Premio Suzzara 1968-1991-1992; “Premio Novi di grafica” Novi (MO) 1968; “Presenza Surrealista”, Gal-leria “Vitruvio”, Milano 1969; 2° Concorso Nazionale “Memo Benassi” (1° premio) Sorbolo (PR) 1970; 8° Premio Soragna di bianco e nero (2° premio) Soragna (PR) 1970; “Le categorie del fantastico” Galleria Angolare, Milano, Galleria Pianella, Cantù (CO) e Galleria Studio, Matera 1970-1971; IV Biennale d’Arte Grafica Italiana Contemporanea, Faenza (unico mantovano invitato con i più grossi nomi dell’arte italiana del 900) 1972; “Per Isabella”, evocazioni rinascimentali di artisti mantovani e ferraresi, Forte di Borgoforte (MN), Casa di stella dell’assassino, Ferrara e Palazzo Ducale, Mantova, 1989-1990; “Wystawa prac artistow wloskich”, galleria “Jatki”, Nowy Targ, Polonia, 1994; “Arte a Mantova 2000-2010” Casa del Mantegna, Mantova, 2011; “Polirone Luogo di Pace. La testimonianza degli artisti” Refettorio Monastico, S. Benedet-to Po (MN) 2014; “Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni” Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN) 2014; “Another Italy” collettiva di artisti italiani, 5th Gallerj Heneage Street, Londra 2016; “Correnti artistiche a confronto”, Centro d’Arte San Vidal, Venezia 2016; “Espressioni artistiche nel XXI secolo”, Centro Multimediale, Anacapri (NA) 2016; “Linee artistiche a confronto”, Circolo degli arti-sti, Torino 2017; “Idee e passioni” Pinacoteca d’Arte Moderna Le Porte, Napoli 2017; “Primavera Artisti-ca” Galleria La Pigna, Roma 2017.
Collettive:
Dal 1990 inizia un rapporto di amicizia e collaborazione con Gianni Baldo che si protrae fino al 2010, con numerose esposizioni nelle seguenti sedi: Teatro Comunale e Torre Civica, Medole (MN); Sala Gialla del palazzo Corso, Carpi (MO); Studio d’arte Andromeda, Trento; Centroartivisive Perseo, Firenze; Teatro Comunale, Reggiolo (RE); Galleria Punto Arte, Modena; Chiostri di S. Domenico, Reggio Emilia; Galleria La Nuova Sfera, Milano; Galleria Il Rivellino, Ferrara; Atelier degli Artisti, Brescia; Galleria D’Arte Radice, Lissone (MI); Torre Civica, S. Polo d’Enza (RE); Sala Nemesio Orsatti di Pontelagoscuro, Ferrara; Casa Società Operaia, Bondeno (FE); Circolo Arti Figurative, Empoli (FI); Circolo culturale Pro Desio (MI); Galleria Studio Lorenzi, Serramazzoni (MO); Rotonda S. Biagio, Monza (MI); Galleria 8,75, Reggio Emi-lia; Biblioteca Comunale Migliarino (FE); Galleria Art Point Blak, Firenze; Camaver Kunsthaus, Lecco; Centro d’arte contemporanea Teresa Noce, Monza (MI).
Personali:
1971 - Galleria L’Icaro, Suzzara (MN); 1972 - Galleria Tiziano, Mantova; 1974 - Galleria L’Incontro, Osti-glia (MN); 1989 - Galleria La Torre, Mantova; 1992 - Galleria Arte Europa, Campagnola Emilia (RE); Ate-lier d’arte Ducale, Mantova; 1993 - Galleria Arte Europa, Tenno (TN); 1994 - Saletta Cavriani, Mantova; Artemisia arte contemporanea, Pisa; 1995 - Galleria Il Candelaio, Firenze; Galleria Libreria Pegaso, Casti-glione delle Stiviere (MN); Galleria Punto Arte, Modena; 1998 - Galleria Arianna Sartori, Mantova; 1999 - Villa Magnaguti, Cerlongo (MN); 2002 - “Antologica”, MAM di Gazoldo Ippoliti, (MN); Galleria Studio Lorenzi, Serramazzoni (MO); 2004 - Circolo ARCI E. Salardi, Mantova; 2008 - Galleria 2E arte contempo-ranea, Suzzara (MN); 2009 - Galleria Massella, Verona.
L’inaugurazione si svolgerà Sabato 2 dicembre alle ore 17.00 alla presenza dell’artista e con intervento di Gianfranco Ferlisi.
Beltrami: optimus pictor !
Tutta la pittura di Nerio Beltrami si interroga da sempre sulla dimensione che appartiene all’illusione, al mimetismo oppure a quel gioco della contaminazione surreale e dell’interiore sentire che permette di rea-lizzare incontri inattesi, quasi onirici e di fare dello spazio della tela il luogo d’incontro di ogni linguaggio possibile. La rappresentazione a trompe-l’oeil, la scelta narrativa, i continui slittamenti del pensiero e delle idee, le incursioni nell’irrealtà e nell’inganno esprimono una stratificazione assai complessa, in cui si com-binano l’antica sapienza pittorica e un’atmosfera fantastica e irriverente che sembra derivare dalla dimen-sione visiva e fisica soprattutto del teatro. Le immagini di Beltrami costringono lo spettatore ad uno sguardo inquieto, ad inattese trepidazioni e malinconici turbamenti, a una messa in discussione dei fonda-menti della logica: di qui quadri in cui l’immagine galleggia su un fondo bianco, spazio vuoto, spazio non scritto eppure denso di senso visivo. Il paradosso è che Nerio Beltrami sembra voler rivendicare la sensua-lità affascinante della pittura anche quando (o mentre) il suo sguardo tende a stravolgerla e capovolgerla con l’inserimento dissonante di segnicità informali o gestuali. Conciliare gli opposti? Coinvolgere in un messaggio di sconcerto e di meraviglia? Eppure è proprio così che la fiducia allusiva e all-pervading si cala nella concretezza di rapporti cromatici quasi folgoranti ma calcolati, e che ogni opera diventa scaturigine di sorpresa. Si assiste dunque alla messa in scena di almeno due tipologie di linguaggi infranti o reinventati, di immagini trasgredite e trasgressive, tra un «ad libitum» e una necessaria sintassi del colore, che arrivano sorprendentemente a generare un connubio, una inedita coniugazione di arte e di bellezza. In un gioco di quasi sommessa fascinazione l’intensità della comunicazione visiva non diventa solo una scena di idee ma-terializzate nella tecnica della pittura ma costruisce un flusso continuo e appassionato di suggestioni, di ri-cerca, di impegno culturale, di vita: un flusso che si autoalimenta, in strati sovrapposti di creatività, sempre più incontenibile nel progressivo tempo dell’esistenza.
Dunque, se risultano evidenti l’indubbia maestria e la sapienza tecnica nel modo di operare di Beltrami, è al-trettanto importante sottolineare come, dietro la precisione, la disciplina, il rigore, emerga lo spessore auten-tico dell’artista, la sua personalità forte. Il suo talento risiede infatti nel saper guardare alla tradizione dell’arte in modo disinibito, con ironia, disincanto, consapevole distacco, cleptomania. Nessun pathos, nes-sun languore sembra più animare i suoi punti di arrivo: è l’intelligenza lucida ed acuta del giocatore di scac-chi a vivificare una ricerca critica ed intellettuale di nuovi mezzi espressivi, lunga più di cinquant’anni, che potremmo etichettare come pittura delle idee.
Ecco quindi che il cerchio si chiude e tutto acquista un senso: le stratificazioni pittoriche dissonanti per-mettono all’artista di trovare e di ottenere un’armonia degli opposti, di creare continuamente una sintesi di prospettive differenti, in una dimensione caleidoscopica che confonde le origini della visione ma arriva ad una contaminazione ricca di spunti immaginativi e di novità.
Mai con straordinaria evidenza come in queste opere emerge la capacità dell’autore di vivere intensamente ciò che è altro di sé, di dare costrutto al disagevole cammino di un linguaggio, non solo artistico, tenace-mente costruito: è un cammino espressivo in cui varie tessere di esistenza sono toccate ed esaltate da una costante e preziosa riflessione sulla pittura. È così che il processo creativo di Beltrami si è autoalimentato, in un felice corrispondenza di occhi mente e cuore, libero da vincoli esterni e condizionamenti. Ed è così che, quasi d’improvviso, affiorano con chiarezza immagini rivelatrici di sentimenti profondi e autentici, a volte sottilmente ispirati anche da occhi capovolti.
Gianfranco Ferlisi, 2017
Nerio Beltrami
Nasce a Milano il 6 marzo 1940 da genitori mantovani che tornano a Mantova verso la fine del ’42. Ap-prende l’arte del disegno e della pittura dal padre Edoardo già in tenera età, poi frequenta la scuola d’arte di Mantova. Inizia l’attività espositiva nel 1957. A partire dalla metà degli anni sessanta elabora la sua vi-sione fantastico-surreale ormai libero da condizionamenti esterni e in pochi anni, incoraggiato da Renzo Margonari, si accosta alle tematiche più avanzate della neo-figurazione, sia sul piano iconologico che su quello estetico-formale, tanto da attirare l’attenzione del famoso critico Mario De Micheli. Si dedica anche con crescente impegno e successo al gioco degli scacchi, al punto di interrompere l’attività espositiva per diversi anni. La sua ricerca pittorica cambia e si arricchisce nella seconda metà degli anni ottanta. Se da un lato rimane fedele alla poetica surreale e pop, dall’altro la sua curiosità inquieta lo spinge ad indagare il mondo, per lui estraneo fino allora, dell’automatismo psichico, dell’espressività liberatoria del gesto e dell’informe.
Vive e lavora a Mantova.
Principali Premi e Rassegne Nazionali:
Premio Suzzara 1968-1991-1992; “Premio Novi di grafica” Novi (MO) 1968; “Presenza Surrealista”, Gal-leria “Vitruvio”, Milano 1969; 2° Concorso Nazionale “Memo Benassi” (1° premio) Sorbolo (PR) 1970; 8° Premio Soragna di bianco e nero (2° premio) Soragna (PR) 1970; “Le categorie del fantastico” Galleria Angolare, Milano, Galleria Pianella, Cantù (CO) e Galleria Studio, Matera 1970-1971; IV Biennale d’Arte Grafica Italiana Contemporanea, Faenza (unico mantovano invitato con i più grossi nomi dell’arte italiana del 900) 1972; “Per Isabella”, evocazioni rinascimentali di artisti mantovani e ferraresi, Forte di Borgoforte (MN), Casa di stella dell’assassino, Ferrara e Palazzo Ducale, Mantova, 1989-1990; “Wystawa prac artistow wloskich”, galleria “Jatki”, Nowy Targ, Polonia, 1994; “Arte a Mantova 2000-2010” Casa del Mantegna, Mantova, 2011; “Polirone Luogo di Pace. La testimonianza degli artisti” Refettorio Monastico, S. Benedet-to Po (MN) 2014; “Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni” Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (MN) 2014; “Another Italy” collettiva di artisti italiani, 5th Gallerj Heneage Street, Londra 2016; “Correnti artistiche a confronto”, Centro d’Arte San Vidal, Venezia 2016; “Espressioni artistiche nel XXI secolo”, Centro Multimediale, Anacapri (NA) 2016; “Linee artistiche a confronto”, Circolo degli arti-sti, Torino 2017; “Idee e passioni” Pinacoteca d’Arte Moderna Le Porte, Napoli 2017; “Primavera Artisti-ca” Galleria La Pigna, Roma 2017.
Collettive:
Dal 1990 inizia un rapporto di amicizia e collaborazione con Gianni Baldo che si protrae fino al 2010, con numerose esposizioni nelle seguenti sedi: Teatro Comunale e Torre Civica, Medole (MN); Sala Gialla del palazzo Corso, Carpi (MO); Studio d’arte Andromeda, Trento; Centroartivisive Perseo, Firenze; Teatro Comunale, Reggiolo (RE); Galleria Punto Arte, Modena; Chiostri di S. Domenico, Reggio Emilia; Galleria La Nuova Sfera, Milano; Galleria Il Rivellino, Ferrara; Atelier degli Artisti, Brescia; Galleria D’Arte Radice, Lissone (MI); Torre Civica, S. Polo d’Enza (RE); Sala Nemesio Orsatti di Pontelagoscuro, Ferrara; Casa Società Operaia, Bondeno (FE); Circolo Arti Figurative, Empoli (FI); Circolo culturale Pro Desio (MI); Galleria Studio Lorenzi, Serramazzoni (MO); Rotonda S. Biagio, Monza (MI); Galleria 8,75, Reggio Emi-lia; Biblioteca Comunale Migliarino (FE); Galleria Art Point Blak, Firenze; Camaver Kunsthaus, Lecco; Centro d’arte contemporanea Teresa Noce, Monza (MI).
Personali:
1971 - Galleria L’Icaro, Suzzara (MN); 1972 - Galleria Tiziano, Mantova; 1974 - Galleria L’Incontro, Osti-glia (MN); 1989 - Galleria La Torre, Mantova; 1992 - Galleria Arte Europa, Campagnola Emilia (RE); Ate-lier d’arte Ducale, Mantova; 1993 - Galleria Arte Europa, Tenno (TN); 1994 - Saletta Cavriani, Mantova; Artemisia arte contemporanea, Pisa; 1995 - Galleria Il Candelaio, Firenze; Galleria Libreria Pegaso, Casti-glione delle Stiviere (MN); Galleria Punto Arte, Modena; 1998 - Galleria Arianna Sartori, Mantova; 1999 - Villa Magnaguti, Cerlongo (MN); 2002 - “Antologica”, MAM di Gazoldo Ippoliti, (MN); Galleria Studio Lorenzi, Serramazzoni (MO); 2004 - Circolo ARCI E. Salardi, Mantova; 2008 - Galleria 2E arte contempo-ranea, Suzzara (MN); 2009 - Galleria Massella, Verona.
02
dicembre 2017
Nerio Beltrami
Dal 02 al 23 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Domenica e Festivi 15.30-19.00.
Vernissage
2 Dicembre 2017, ore 17.00
Autore
Curatore