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Nick Gammon – where’s dora?
La Mar & Partners ha il piacere di presentare la mostra personale di Nick Gammon where’s dora? con testo critico di olga gambari
Comunicato stampa
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La Mar & Partners ha il piacere di presentare la mostra personale di Nick Gammon where’s dora? con testo critico di olga gambari
Il ciclo di opere presentato in mostra è intitolato "Green Room", come il momento magico e selvaggio in cui l'onda si richiude completamente su se stessa creando un tunnel che il surfista insegue scivolando sulla propria tavola, in una metafora del pennello sulla tela, dello sguardo sul mare e della vita nel mondo. Si tratta di passaggi, ciò nonostante ciascun momento è caratterizzato dalla propria identità, dall'atmosfera di un colore. Gammon dà un nome alle proprie visioni e ai propri stati d'animo: magenta, arancione, rosa, blu, rosso, verde. Non sono necessarie spiegazioni, basta provare le emozioni. È per questo che Gammon utilizza prevalentemente grandi formati sia su legno che su tela, raddoppiandoli spesso in dittici. Gli serve una superficie che si espanda, in cui lasciare che lo sguardo degli spettatori (e dietro ad esso anche la loro fisicità) entri, penetri e affondi nel colore, come se la parete da cui pende il dipinto si aprisse su una dimensione parallela. Aggiunge poi la punteggiatura mediante piccole opere che fungono da complementi; con punti di messa a fuoco e zoomate che estraggono movimenti e parti dal tutto, come quando si guarda dal buco della serratura o si osserva al microscopio.
Un caleidoscopio.
Ma chi era Dora alla fine?
Dora è un mito, era uno che in vita ogni tanto scompariva, nessuno sapeva dove, un po’ pirata un po’ folle, sempre con la tavola sotto braccio. Erano gli anni Sessanta, California, e, sparse qua e là, comparivano graffiti sui muri che dicevano “Where’s Dora?”. Un nome che rappresenta un modo di vivere, simbolo di ribellione, e per questo sempre giovane.
Il ciclo di opere presentato in mostra è intitolato "Green Room", come il momento magico e selvaggio in cui l'onda si richiude completamente su se stessa creando un tunnel che il surfista insegue scivolando sulla propria tavola, in una metafora del pennello sulla tela, dello sguardo sul mare e della vita nel mondo. Si tratta di passaggi, ciò nonostante ciascun momento è caratterizzato dalla propria identità, dall'atmosfera di un colore. Gammon dà un nome alle proprie visioni e ai propri stati d'animo: magenta, arancione, rosa, blu, rosso, verde. Non sono necessarie spiegazioni, basta provare le emozioni. È per questo che Gammon utilizza prevalentemente grandi formati sia su legno che su tela, raddoppiandoli spesso in dittici. Gli serve una superficie che si espanda, in cui lasciare che lo sguardo degli spettatori (e dietro ad esso anche la loro fisicità) entri, penetri e affondi nel colore, come se la parete da cui pende il dipinto si aprisse su una dimensione parallela. Aggiunge poi la punteggiatura mediante piccole opere che fungono da complementi; con punti di messa a fuoco e zoomate che estraggono movimenti e parti dal tutto, come quando si guarda dal buco della serratura o si osserva al microscopio.
Un caleidoscopio.
Ma chi era Dora alla fine?
Dora è un mito, era uno che in vita ogni tanto scompariva, nessuno sapeva dove, un po’ pirata un po’ folle, sempre con la tavola sotto braccio. Erano gli anni Sessanta, California, e, sparse qua e là, comparivano graffiti sui muri che dicevano “Where’s Dora?”. Un nome che rappresenta un modo di vivere, simbolo di ribellione, e per questo sempre giovane.
24
gennaio 2007
Nick Gammon – where’s dora?
Dal 24 gennaio al 30 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA MAR & PARTNERS
Torino, Via Parma, 64, (Torino)
Torino, Via Parma, 64, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 15.30-19.30 o su appuntamento
Vernissage
24 Gennaio 2007, ore 19-21
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