Se cerchi aria fresca, qualcosa bisogna aprire! E una stanza in ristrutturazione della ScalaMata - spazio espositivo sito nel Ghetto Vecchio di Venezia - può diventare per un giovane artista occasione di intervento e trasformarsi così in un cantiere di scultura. Con approccio disincantato Nico Angiuli ha saputo coinvolgere molteplici attori, seguire il proprio istinto per attraversare vissuti con storie differenti, di culture diverse, e restituire in una composizione di frammenti edilizi, a ciascuno le proprie intenzioni. Per mezzo di un’azione violenta, da un momento di chiusura, distruttivo e di cambiamento, prendono forma 145 kg di fiori… .

Nico Angiuli: ‘Lavorare gratis mi dà la possibilità di cogliere e cogliere per poi essere in grado di restituire qualcosa: fare il muratore, con tale prerogativa, porta questo tipo di esperienze a diventare delle possibili operazioni artistiche. Il lavoro inteso come sforzo fisico non crea problemi, è onesto: una persona che lavora sei, sette ore al giorno per un certo periodo, dimostra anche una vera voglia di capire. In questo modo sono in grado di dare qualcosa, è un sistema che mi somiglia, io lavoro ed intanto faccio domande, segno appunti, osservo.
E’ anche un modo per conoscere meglio se stessi, trovare dei punti in comune con le cose già fatte, è una libertà. La mia gioia oggi è stare qui con due mazze di ferro a recuperare piastrelle.’