La personale dello scultore riminese Nicola Cucchiaro,propone in mostra alcune tra le opere più rappresentative della produzione degli ultimi anni. Frutto di un progetto di contaminazione tra linguaggi diversi, di passaggio da una materia all’altra, da una tecnica all’altra, le sue sculture espandono le potenzialità comunicative fino a diventare visione totale non solo della realtà ma dello stesso fare artistico, aspetto che fa di lui un’artista pienamente inserito nella scena culturale contemporanea. La sua attualità va inoltre indagata nella capacità di fondere due facce della stessa medaglia, la cultura, quella di basso profilo, rappresentata dai personaggi che Cucchiaro prende in prestito dall’immaginario quotidiano, consumistico, soprattutto infantile, con quella alta della scultura, della tecnica mostrata in tutta la sua minuzia, veicolando uno scarto di senso non meno forte di quello operato dai ready-made duchampiani. L'uso di materiali disparati (legno, ceramica, vetroresina) implica altresì il recupero di una intenzionalità fabbricativa da parte dell'artista, coinvolto in un dialogo diretto con la plasticità; ne sono un chiaro esempio le sue sculture “fluidificate”, che sembrano materializzarsi dalle immagini deformate di uno schermo rotto, a metà strada tra il naturale e l’artificioso, il movimento e la stasi, il serio e l’ironico. Cucchiaro recupera dalle avanguardie lo stesso concetto di confine, di spaesamento fisico e percettivo e soprattutto di instabilità (i piedistalli assumono un ruolo centrale in questo senso) creando simboli e segni che consentono di interpretare meglio ciò che succede nel tempo in cui viviamo.