S’inaugura sabato 13 aprile alle ore 17:00, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Sensation of light” di Nicola Vignola a cura di Andrea Rossetti. La mostra resterà aperta fino al 27 aprile 2013 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.

È immediato l'appeal indotto dalla fusione di forme plastiche ed effetti di luce, accordo che se intrapreso in maniera coerente sviluppa una logica decentralizzazione cognitiva, spostando l'attenzione dall'oggetto artistico, chiuso nella sua essenzialità, verso la più intellettivamente performante istallazione ambientale. Si rinnovano quindi gli schemi formali, in quanto comporre volumi attenendosi ad un'idea e una percezione dello spazio davvero tridimensionali è ciò che permette, oggi molto più di ieri, di superare gli arcaismi sedimentati sulla scultura. E ovviamente di riscoprire in quest'ultima una freschissima linfa vitale.
Studio misurato delle forme in tre dimensioni, fascinazione luministica: sommati insieme costituiscono la cifra dell'opera di Nicola Vignola, giovane artista-designer che attraverso soluzioni scultoree formula un percorso di modellazione e accumulazione evoluto per forme e contenuti, in cui il linguaggio non ha regole necessariamente restrittive e parlare di materiali, andamenti retto-curvi, rifrazioni luministiche è una questione espressiva quanto esperienziale. Dalla sua ferrata manualità nascono atmosfere site specific, multipli di un'arte contemporanea che tendendo senza sofismi al design duro e puro riscopre all'interno della propria bellezza seduttiva anche una precisa funzionalità. Uno dei passaggi più complessi del lavoro di Vignola sta proprio qui, nell'equilibrato dosaggio di bello e funzionale, pulsioni spesse volte storicamente contrastanti. Come ineccepibile trait d'union interviene la presenza eterea della luce. Eterea, ma mai stata così consistente: è lo stesso Vignola a motivare l'inaspettata concretezza e la validità profondamente realistico-portante che l'energia luminosa assume nei suoi lavori, dato che il suo motto è “la luce che proiettano le mie creazioni non deve solo illuminare la stanza ma anche saper accendere un'emozione, dal momento che l'illuminazione è arte”. Parole e pratica che fedelmente esprimono quanto il pensiero dell'artista torinese sia spinto al superamento di una concezione archetipale della scultura.