La mostra: una “rassegna tematica di una ventina di bianchi e neri a gran formato, che liberano “l’anima” di fabbriche, vecchie rimesse e officine di Torino. La percezione e la ricostruzione operata dall’occhio osservatore – posto in particolari condizioni emotive e psicologiche – fanno del lavoro di i questa fotografa un acuto strumento di riflessione “sguardo sul nostro sguardo” che non può lasciarci indifferenti”

L’inaugurazione prevede la presentazione delle fotografie dell’autrice attraverso l’omaggio musicale di uno dei grandi fautori dei “CantaCronache” Fausto Amodei e un assaggio a tema del concerto serale dell’Orquesta Tipica A. Marcucci. Tra gli ospiti che intervengono sul tema del vissuto dei luoghi: Luisella D’Alessandro (FIF) e Luca Morino (Mau Mau). Scrive Morino “Nicoletta Nicosia fotografa la fine della società industriale, ma anche la decadenza del Novecento. Un secolo avvincente e terribile per il mondo intero. Così, nelle sue foto il cemento armato diventa poesia...”

Sono stati invitati l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Gianni Oliva. Si ringrazia Noldem srl.

Periodo espositivo della mostra: dal 9 al 29 giugno. Dalle 19.30 alle 24 (chiuso il mercoledì). Ingresso libero.

Dal testo di presentazione “Nel manifesto Progetto Arte del 1994, l’artista Michelangelo Pistoletto scriveva della necessità dell'arte di interagire con la società e con tutti i settori del tessuto sociale. In questo caso, si potrebbe dire che dell’osservazione del cambiamento urbano, l’artista, in questo caso, il fotografo, ha interagito con la geografia, con l’architettura – anche decadente – dei luoghi per attivare un confronto dialogico con i segni della contemporaneità. Nella serie “La percezione dei luoghi” la fotografia viene utilizzata da Nicoletta Nicosia come testimone della storia di siti di archeologia industriale, della loro distruzione ed eventuale ricostruzione, che sviluppa – in modo tutto suo - una risonanza concreta tra mondo visibile e mondo interiore. Interessanti i possibili collegamenti con forme estetiche di impianto classico che la Nicosia ci offre attraverso tagli prospettici e chiaroscuri teutonici su finestre slabbrate, porticati sventrati, muri scorticati, piazzali dismessi. Una rassegna di aree dove il caos ha portato in luce nuovi piani di lettura dello spazio.” (M.Mantelli)