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Nino Migliori – Muri
Protratta per circa trent’anni, dai primi anni Cinquanta ai tardi anni Settanta, l’indagine di Migliori sui Muri si rivela così ricca di interesse e di possibili stimoli visivi ed espressivi da fungere quasi da fil rouge per tutto il suo lavoro, in un coerente e costante sviluppo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Primo atto della nuova Fondazione “Dozza Città d’Arte” - istituita a Dozza sulle prime colline imolesi con
l’intento dichiarato di valorizzare e promuovere il patrimonio artistico e l’attività culturale del Borgo antico,
della Rocca Sforzesca e dell’ormai quarantennale Biennale del Muro dipinto - la mostra antologica dedicata ai
Muri di Nino Migliori intende riproporre per campioni significativi quella che è stata una delle ricerche più
approfondite e conosciute del grande fotografo bolognese, la sua esperienza sulle tracce che segnano gli intonaci
metropolitani e quindi, in sostanza, sull’umanizzazione della pelle della città: “Facevo i muri perché mi interessava
l’uomo” - ha scritto Migliori nel 1977- “L’uomo davanti ai muri si disinibisce, sia che adoperi una moneta,
una chiave per graffiare o un pezzo di gesso o una bomboletta spray, libera l’inconscio, la sua gestualità ed
è se stesso”.
Protratta per circa trent’anni, dai primi anni Cinquanta ai tardi anni Settanta, l’indagine di Migliori sui
Muri si rivela così ricca di interesse e di possibili stimoli visivi ed espressivi da fungere quasi da fil rouge per
tutto il suo lavoro, in un coerente e costante sviluppo che va da una iniziale attenzione per gli affioramenti e
l’espressività della materia stessa, osservata con sguardo libero dal giovane che pure respira l’aria dell’Informale,
alla piena maturità della sua immagine fotografica, colta di preferenza nel segno e nel gesto che prendono ad
abitare il muro e lo fanno parlare con il linguaggio della protesta, dell’ironia, dell’amore, perfino del sogno.
Saranno esposti circa 50 lavori in bianco e nero e a colori, secondo una scansione tutta d’immagine che
si articola in tre nuclei -il tempo, il segno, il gesto- e che inizia da un gruppo di pezzi unici dei primi anni
Cinquanta, in cui il muro è protagonista assoluto della fotografia fino a adattarla alla propria natura materica,
a piegarla alla propria indole polisemica.
Accompagna la rassegna di Dozza un volume monografico pubblicato dalle Edizioni Damiani di Bologna,
che presenta una selezione ancora più ampia ed esaustiva dei Muri di Nino Migliori, introdotta da un saggio di
Marilena Pasquali e da un testo di Flavio Eugenio Marelli, che già si è occupato della poetica di Migliori in sede
di laurea, e accompagnata da brani e citazioni tratti dai testi critici più significativi dedicati a questa esperienza
nodale e certamente fondante nell’intera opera del fotografo bolognese, da tempo riconosciuto tra i principali
protagonisti della fotografia.
l’intento dichiarato di valorizzare e promuovere il patrimonio artistico e l’attività culturale del Borgo antico,
della Rocca Sforzesca e dell’ormai quarantennale Biennale del Muro dipinto - la mostra antologica dedicata ai
Muri di Nino Migliori intende riproporre per campioni significativi quella che è stata una delle ricerche più
approfondite e conosciute del grande fotografo bolognese, la sua esperienza sulle tracce che segnano gli intonaci
metropolitani e quindi, in sostanza, sull’umanizzazione della pelle della città: “Facevo i muri perché mi interessava
l’uomo” - ha scritto Migliori nel 1977- “L’uomo davanti ai muri si disinibisce, sia che adoperi una moneta,
una chiave per graffiare o un pezzo di gesso o una bomboletta spray, libera l’inconscio, la sua gestualità ed
è se stesso”.
Protratta per circa trent’anni, dai primi anni Cinquanta ai tardi anni Settanta, l’indagine di Migliori sui
Muri si rivela così ricca di interesse e di possibili stimoli visivi ed espressivi da fungere quasi da fil rouge per
tutto il suo lavoro, in un coerente e costante sviluppo che va da una iniziale attenzione per gli affioramenti e
l’espressività della materia stessa, osservata con sguardo libero dal giovane che pure respira l’aria dell’Informale,
alla piena maturità della sua immagine fotografica, colta di preferenza nel segno e nel gesto che prendono ad
abitare il muro e lo fanno parlare con il linguaggio della protesta, dell’ironia, dell’amore, perfino del sogno.
Saranno esposti circa 50 lavori in bianco e nero e a colori, secondo una scansione tutta d’immagine che
si articola in tre nuclei -il tempo, il segno, il gesto- e che inizia da un gruppo di pezzi unici dei primi anni
Cinquanta, in cui il muro è protagonista assoluto della fotografia fino a adattarla alla propria natura materica,
a piegarla alla propria indole polisemica.
Accompagna la rassegna di Dozza un volume monografico pubblicato dalle Edizioni Damiani di Bologna,
che presenta una selezione ancora più ampia ed esaustiva dei Muri di Nino Migliori, introdotta da un saggio di
Marilena Pasquali e da un testo di Flavio Eugenio Marelli, che già si è occupato della poetica di Migliori in sede
di laurea, e accompagnata da brani e citazioni tratti dai testi critici più significativi dedicati a questa esperienza
nodale e certamente fondante nell’intera opera del fotografo bolognese, da tempo riconosciuto tra i principali
protagonisti della fotografia.
19
giugno 2004
Nino Migliori – Muri
Dal 19 giugno al primo novembre 2004
arte contemporanea
Location
ROCCA SFORZESCA – PINACOTECA
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10 - 12:30 / !5 - 18:30
domenica 10 - 13 /15 - 19:30. chiuso lunedi
Vernissage
19 Giugno 2004, ore 18
Editore
DAMIANI
Autore
Curatore