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Nino Parola – La fedeltà alla pittura. Opere scelte 1950-1999
La rassegna, che inaugura il nuovo spazio espositivo di Vicolungo, vuole ricordare il grande Nino Parola (1922-1999) a quasi dieci anni dalla scomparsa con un ensemble che rappresenta gli anni più significativi, e di ritorno all’ordine, della Storia dell’Arte.
Comunicato stampa
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La sua evoluzione pittorica è stata indubbiamente frutto della ricerca di una personale forma espressiva che lo ha portato, nel corso di una lunga ed apprezzata carriera, ad analizzare e riproporre in chiave moderna pittori quali Raffaello, Caravaggio, Piero della Francesca, a confrontarsi con i contemporanei de Chirico, Casorati, Fontana, Da Milano, Micheletti ed altri grandi del ‘900, ma a ricercare di fondo una particolare configurazione del proprio lavoro in termini di soluzioni compositive dove il soggetto doveva vivere più di colore e di sentimenti che di episodica organizzazione del reale. Forte degli studi condotti presso il Liceo Artistico di Torino e quindi all’ Accademia di Belle Arti del Capoluogo, conclusasi con una altisonante abilitazione conseguita a Roma, quasi un Michelangelo del secolo scorso, l'artista ha iniziato a lavorare pensando per linee, colori, superfici, volumi ed infondendo alla propria pittura un austero imperativo che lo ha contraddistinto in ogni occasione. Infatti, pur lavorando sul puro naturale visivo, e quindi non tralasciando lo studio della realtà esterna, è riuscito, grazie alla proprietà di una tecnica esemplare, a riproporre in chiave del tutto personale la natura tanto amata e rispettata, le persone e gli oggetti a lui più cari, le situazioni di vita sociale più difficili, i momenti di raccoglimento spesso ricercati. Da molti critici lo si è sentito definire, forse un po’ superficialmente, un iperrealista; Parola lo è stato in ordine alla meticolosità della tecnica compositiva, ma la lettura di qualsivoglia opera della maturità conduce più a considerarlo un metafisico di ritorno che non un pedissequo ripetitore di figure, paesaggi o nature morte e questo in quanto ogni suo lavoro, se attentamente osservato , ci suggerisce situazioni di mistero e magia aggiunti al senso della naturalezza e della concezione viva e diretta rifacentesi ad una certa corrente di classicità. Quella classicità tanto ricercata da un Carrà nelle sue revisioni giottesche e nello studio dei Maestri del Quattrocento e Cinquecento, che ritroviamo soffusamente in opere come “ La venere velata” del 1958, perseguita nel suo rappel a l'ordre da un museale de Chirico, in lotta con tutte le Avanguardie a lui coeve, leggibile nell'opera “ Cotidie Morior “ del 1968, rivisitata dal Morandi delle nature morte dove ci riporta il quadro “ Femminilità “ ancora del 1958. Una classicità che è riapparsa finalmente nell'arte contemporanea, dopo anni di pittura sperimentale o, come ormai si definisce nella vetusta sofferenza del proprio esistere, "moderna" e che, grazie al "revisionismo" di critici più attenti all' arte e meno ad interessi di mercato, è tornata a cogliere momenti del quotidiano pur con un linguaggio che denuncia la propria naturale evoluzione. Evoluzione che per il pittore ed amico Nino Parola si è tradotta appunto, sin dagli inizi caratterizzati da ore ed ore di esercizi creativi legati al disegno, in una visione e riproposizione della natura soggette a precise decisioni di un "work in progress", come si direbbe attualmente, che lo ha condotto a creare innumeri capolavori con un sistema per il quale ogni pennellata è complementare all'altra, il colore è quasi surrealisticamente filtrato per tonalità estranee al vero, l’ambientazione propone scenari a volte irreali che si straniano con il dominio di un dato oggettivo come una figura o una bottiglia. Il che concorre a creare un insieme dotato di una simmetria che pare ricondurre al triangolarismo classico e neoclassico per cui da un lato l'artista definisce con maggior chiarezza l'evidenza plastica degli oggetti e dall'altro fonde i vari aspetti di essi in una unità rappresentatrice della complessità dell'universo, di cui intende scandagliare la natura segreta. E quindi ci si trova dinnanzi a scene potenti, ma in grado di sprigionare una grande calma perchè basate su forti contrasti, ma anche sull'equilibrio di forze opposte che comunque emergono piacevolmente grazie ad una tecnica particolare e ad un uso del colore che non solo coglie gli effetti cangianti dell'illuminazione esterna ma opera dall'interno della materia-luce come elemento intrinseco ad essa. Tecnica, colore ed emozioni quindi alla base del lavoro di Parola: chine ed acquarelli su carta che una particolare azione pittorica costringe a realizzare senza incertezze; oli che molteplici interventi perfezionano, e ci rivelano il particolare effetto luminoso che, prima l’occhio e, quindi, il pennello fissano definitivamente in un "unico" suadente e suggestivo. Il medium utile a condurre la propria ricerca di particolari atmosfere dove il soggetto, di norma sempre derivato da un'attenta osservazione della natura, è servito soprattutto a sviluppare un discorso per cui il contenete spaziale non doveva preesistere al suo contenuto per espandersi in una sorta di terza dimensione atta a creare da sè la struttura in grado di conferirgli un'identità. Identità che da sempre ha avuto riferimenti geografici o situazionali specifici; Saluzzo, le campagne circostanti, le città d’arte, il mutare delle stagioni, colto alla Monet e sempre con luce diversa, i ritratti delle persone a lui più vicine, le composizioni piene di ricordi o, nel caso si trattasse di selvaggina, di un certo “horror vacui” riconducibile alla ricerca del senso della vita e della morte culminante nelle crocifissioni quasi apocalittiche. Forse a ricordarci che tutto ciò che vediamo si disperde e se ne va e la natura, pur essendo sempre la stessa, non rimane immutabile come appare o come, peraltro, avrebbe voluto si conservasse, nell’attimo pittoricamente colto, il nostro Autore. Quindi l'arte è stata per Parola, come già per Aristotele anzichè Michelangelo o Picasso, il tramite metafisico atto a raggiungere la perennità ed immortalare natura e sentimento per farli sentire eterni: nulla di meglio allora che bloccare col tratto e col colore un'idea universale che rimarrà eternamente viva. Come eternamente vivo rimarrà nella memoria di chi ha conosciuto personalmente Nino il carattere affabile ed aperto che lo ha sempre contraddistinto, che non lo ha mai fatto peccare di “superbia” nonostante i successi ottenuti in mezzo mondo con i suoi lavori, che lo ha tenuto, perla rara in un mondo complesso e pieno di stimoli e deviazioni come quello artistico, legatissimo alla famiglia ed ai propri affetti e che gli ha fatto apprezzare e conoscere non solo la pittura, ma tutti i volti delle greche muse. Quel carattere che sempre aleggiava sui visitatori delle sue rassegne quando era in vita e che ancora oggi permea i contenitori delle tante postume giustamente a lui dedicate.
Giorgio Barberis
Nino Parola è nato a Scarnafigi (Cuneo) nel 1922 Ha studiato all ‘Accademia di Belle Arti di Torino, abilitandosi a Roma ed insegnando Educazione Artistica. Ha vissuto a Saluzzo, dove risiedeva in “Villa Anna”, e qui è scomparso il 21-07-1999. Noto in Europa ed oltre Oceano come uno dei più significativi ed eleganti campioni della pittura dell’ “iperrealtà rivisitata” ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero che hanno conosciuto i più lusinghieri successi. Saggi critici e lussuose monografie sono state dedicate alla sua opera. I suoi quadri campeggiano “sur la cimaise“ delle più importanti gallerie d’arte e collezioni pubbliche e private italiane e straniere.
Giorgio Barberis
Nino Parola è nato a Scarnafigi (Cuneo) nel 1922 Ha studiato all ‘Accademia di Belle Arti di Torino, abilitandosi a Roma ed insegnando Educazione Artistica. Ha vissuto a Saluzzo, dove risiedeva in “Villa Anna”, e qui è scomparso il 21-07-1999. Noto in Europa ed oltre Oceano come uno dei più significativi ed eleganti campioni della pittura dell’ “iperrealtà rivisitata” ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero che hanno conosciuto i più lusinghieri successi. Saggi critici e lussuose monografie sono state dedicate alla sua opera. I suoi quadri campeggiano “sur la cimaise“ delle più importanti gallerie d’arte e collezioni pubbliche e private italiane e straniere.
22
novembre 2008
Nino Parola – La fedeltà alla pittura. Opere scelte 1950-1999
Dal 22 novembre 2008 all'undici gennaio 2009
arte contemporanea
Location
VICOLUNGO THE STYLE OUTLETS
Vicolungo, Piazza Santa Caterina ang. Via Papa Giovanni XXIII, (Novara)
Vicolungo, Piazza Santa Caterina ang. Via Papa Giovanni XXIII, (Novara)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 24
Vernissage
22 Novembre 2008, ore 17
Autore
Curatore