La rassegna d’arte contemporanea Percorsi 2006 giunge
al suo terzo appuntamento con la mostra Cultura Fisica
& Interpretazioni, luogo di confronto tra diversi
artisti nato dalla libera interpretazione del lavoro
di Nordine Sajot, Cultura Fisica: un lavoro fortemente
mediatico e moderno, che parte dalla riflessione su
alcuni aspetti diffusi della società contemporanea,
attraverso l’osservazione del rapporto tra l’individuo
e il cibo. L’artista francese presenta
un’installazione che si appropria delle soluzioni
comunicative usate nella più tipica e diffusa forma di
pubblicità urbana: il cartellone pubblicitario. Sono
cinque manifesti, ciascuno dei quali ritrae un membro
di una famiglia asiatica: il padre, la madre, la
nonna, la figlia e il figlio, tutti ripresi nell’atto
di mangiare, ma privati del cibo e degli strumenti
necessari. Rimane solo il gesto a sottolineare
l’azione, potenziandone, in questo modo, le
possibilità espressive. I soggetti sono ripresi nella
loro individualità e la disposizione circolare delle
immagini nello spazio della sala, evoca la
ricostruzione di una tavola dove si sta consumando un
pasto in famiglia. Privato degli strumenti accessori,
l’atto del mangiare diventa un gesto rituale, di
aggregazione, appartenenza sociale e di espressione
individuale. Dalla rielaborazione di questi temi
nascono i lavori di Sonia Giambrone, Massimo de
Giovanni, Leila Grani e Marcella Biagi, concepiti e
realizzati espressamente per l’occasione. Sonia
Giambrone, riprende il concetto di Cultura Fisica nel
senso stretto del termine e lo adegua alla sua ricerca
artistica. Nello specifico presenta delle superfici
frammentate, in alluminio specchiante, che si
inseriscono nello spazio, e lo caratterizzano
fisicamente, nella disposizione spaziale e nella
luminosità attraverso la frammentazione e le
rifrazioni di luce. Massimo De Giovanni accoglie la
lettura del cibo come espressione fisica, materiale e
consumistica della cultura contemporanea. Infine Leila
Grani e Marcella Biagi, che per la prima volta
lavorano insieme, pongono l’accento sul rapporto tra
contenente e contenuto e sul nostro rapporto con la
materia, attraverso la realizzazione di una sala da
pranzo con la tecnica degli Origami, invitandoci anche
ad un recupero di tempi più lenti e riflessivi.
Daniela Voso