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Note a margine
Poco più di 24.000 chilometri quadrati di suoli spesso aridi, rocciosi e inospitali, avari di vita, circondati da acque straordinariamente cristalline che lambiscono coste dalle incomparabili bellezze. È la Sardegna: nodo nevralgico del Mediterraneo.
Comunicato stampa
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Troppo spesso banalizzata da un’iconografia pubblicitaria e stereotipata, l’immagine che la Sardegna offre di sé al di qua e al di là dei suoi naturali confini fisici, non è certo rappresentativa di una terra ricca di storia e di civiltà quale essa invece è.
Accanto alle indiscutibili bellezze naturali, l’Isola possiede un patrimonio sociale, storico e umano che non può essere trascurato o dimenticato, ma che anzi deve essere valorizzato nei suoi aspetti più significativi per contribuire ad un ulteriore arricchimento culturale del territorio e dei suoi abitanti.
La complessità del tessuto sociale della Sardegna, la coesistenza di culture diverse, da quella metropolitana a quella rurale, la dimensione lavorativa, la ricchezza delle tradizioni, offrono una molteplicità di stimoli e spunti ad una riflessione che può essere condotta non solo a livello linguistico ma anche iconografico, quando l’attività del fotografo sia finalizzata ad una conoscenza e ad una rappresentazione obbiettiva e fedele, per quanto personalizzata, delle sue sfaccettate realtà.
Sta in questo il senso di una rassegna di mostre fotografiche che ha per tema il reportage nelle sue diverse declinazioni - società, lavoro, tradizioni e ritualità collettive - firmate sia da fotografi che nell’Isola sono nati e cresciuti, che da altri che in Sardegna sono arrivati per visitarla e conoscerla.
Ciò in considerazione anche del fatto che l’orientamento della comunicazione a produrre immagini sempre più patinate e sofisticate ha condotto al progressivo abbandono dell’utilizzo di quel linguaggio fotografico - il reportage - che, per primo, in maniera semplice e diretta permetteva la lettura della realtà, avendo come unico filtro l’obbiettivo di una macchina fotografica.
Ancora oggi il reportage, linguaggio fotografico dalle finalità precipuamente documentaristiche e sociali, si distingue dalle più recenti forme di produzione iconografica proprio per una innegabile capacità di rappresentazione oggettiva della realtà: la macchina fotografica diventa, infatti, una naturale estensione dell’occhio del fotografo che registra, in maniera istintiva ed automatica, i più diversi aspetti della realtà circostante.
Recuperare tale linguaggio diventa, pertanto, importante, in quanto permette, nell’ambiguità dell’odierno contesto comunicativo mass-mediale, di riappropriarsi di una dimensione più autentica dell’uomo e del mondo contemporaneo.
Il progetto espositivo consiste in una rassegna itinerante dedicata al reportage documentario dal titolo Reportages - fotografi per un’isola, curata dal critico d’arte Giannella Demuro per conto della Fondazione Banco di Sardegna, che comprende cinque mostre di cui quattro personali di fotografi dal curriculum consolidato e una collettiva di dieci fotografi sardi. La rassegna ha avuto inizio a Carloforte nel maggio del 2003 per proseguire poi a Nuoro (settembre), Oristano (ottobre), Sassari (novembre) e Olbia nel dicembre 2003.
Tutti i fotografi in mostra hanno percorso il sentiero del reportage esplorandone le diverse tematiche. Due dei fotografi prescelti per le mostre personali sono sardi - Salvatore Ligios (Villanova Monteleone) e Tatiano Maiore (La Maddalena) -, due italiani peninsulari - Francesco Cito (Milano) e Nevio Doz (Abbazia, Istria). I fotografi della mostra collettiva sono tutti sardi: Marina Anedda (Cagliari), Nanni Angeli (Palau), Gian Paolo Catogno (Alghero), Antonio Mannu (Sassari), Anna Marceddu (Cagliari), Gigi Olivari (Sassari), Sebastiano Piras (Sassari), Priamo Tolu (Cagliari), Donato Tore (Nuoro), Daniela Zedda (Cagliari).
Cinque i centri nei quali verranno esposte, in sedi istituzionali o comunque prestigiose, le varie mostre della rassegna: Carloforte, Nuoro, Oristano, Sassari, Olbia.
Le mostre, saranno accompagnate da relativo catalogo con apparato critico e iconografico.
Note a margine
Marina Anedda, Nanni Angeli, Gian Paolo Catogno, Antonio Mannu, Anna Marceddu, Gigi Olivari, Sebastiano Piras, Priamo Tolu, Donato Tore, Daniela Zedda
Il quarto appuntamento della rassegna è a Olbia con Note a margine - dieci fotografi raccontano la Sardegna, la mostra di Marina Anedda, Nanni Angeli, Gian Paolo Catogno, Antonio Mannu, Anna Marceddu, Gigi Olivari, Sebastiano Piras, Priamo Tolu, Donato Tore, Daniela Zedda realizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Olbia, che si terrà dal 20 dicembre al 8 gennaio 2004 negli spazi dell’Olbia Expò.
Poco più di 24.000 chilometri quadrati di suoli spesso aridi, rocciosi e inospitali, avari di vita, circondati da acque straordinariamente cristalline che lambiscono coste dalle incomparabili bellezze. È la Sardegna: nodo nevralgico del Mediterraneo, del mondo di ieri e di quello di oggi, alveo stratificato in cui dimora la memoria storica di tante ere e di tante genti. È la Sardegna, con le sue innumerevoli contraddizioni: luogo “sospeso”, in bilico fra passato e futuro, tra tradizioni e mutamenti, tra ruralità e urbanizzazione. È la Sardegna, una realtà “a margine”, eppure vitale, sfaccettata e dura come un diamante, fragile ma ostica da penetrare, tenacemente ancorata alle proprie radici quanto intuitivamente attratta dai segnali più avanzati della modernità tecnologica, una realtà così apertamente multiforme e intrigante da sedurre irrimediabilmente quanti le si accostano.
E, ancor più dei visitatori che giungono da oltremare, i primi a subire il fascino di questa antica terra sono proprio i sardi, coloro che con l’Isola e nell’Isola vivono la quotidianità, conoscendola e ri-conoscendola, ogni volta, come in un sempre rinnovato primo incontro.
C’è, in questo modo di rapportarsi alla Sardegna, un sentire comune, un’attitudine che rivela, al di là delle differenti modalità espressive che vengono di volta in volta individuate dalle singole sensibilità, l’esistere di affinità profonde.
Questa volontà comunicativa accomuna anche i fotografi chiamati, con i loro scatti, a tratteggiare un profilo “corale” della Sardegna: un’immagine caleidoscopica che affida al rigore del bianco e nero il compito di originare un spazio rappresentativo forte e inconsueto al quale ricondurre - come se fosse una sorta di “diapason visivo” - le singole “voci”.
Note a margine è, infatti, proprio un racconto a più voci su alcune delle più interessanti e peculiari realtà dell’Isola, sui suoi riti così tanto radicati nelle fedi del popolo sardo e sul suo prezioso patrimonio culturale, sociale e antropologico, individuabile sia nella permanenza di valori legati alla tradizione che nell’adesione alle imprescindibili istanze della contemporaneità.
Come a volte accade, alcuni di questi percorsi si incrociano - nelle problematiche trattate, nei luoghi visitati o nelle situazioni affrontate - eppure ognuno di essi resta unico, reso tale dall’“occhio” del fotografo. Sono tante le Sardegne che affiorano da questi itinerari privati, tante le possibilità di rapportarsi all’Isola e, in fondo, a se stessi
Accanto alle indiscutibili bellezze naturali, l’Isola possiede un patrimonio sociale, storico e umano che non può essere trascurato o dimenticato, ma che anzi deve essere valorizzato nei suoi aspetti più significativi per contribuire ad un ulteriore arricchimento culturale del territorio e dei suoi abitanti.
La complessità del tessuto sociale della Sardegna, la coesistenza di culture diverse, da quella metropolitana a quella rurale, la dimensione lavorativa, la ricchezza delle tradizioni, offrono una molteplicità di stimoli e spunti ad una riflessione che può essere condotta non solo a livello linguistico ma anche iconografico, quando l’attività del fotografo sia finalizzata ad una conoscenza e ad una rappresentazione obbiettiva e fedele, per quanto personalizzata, delle sue sfaccettate realtà.
Sta in questo il senso di una rassegna di mostre fotografiche che ha per tema il reportage nelle sue diverse declinazioni - società, lavoro, tradizioni e ritualità collettive - firmate sia da fotografi che nell’Isola sono nati e cresciuti, che da altri che in Sardegna sono arrivati per visitarla e conoscerla.
Ciò in considerazione anche del fatto che l’orientamento della comunicazione a produrre immagini sempre più patinate e sofisticate ha condotto al progressivo abbandono dell’utilizzo di quel linguaggio fotografico - il reportage - che, per primo, in maniera semplice e diretta permetteva la lettura della realtà, avendo come unico filtro l’obbiettivo di una macchina fotografica.
Ancora oggi il reportage, linguaggio fotografico dalle finalità precipuamente documentaristiche e sociali, si distingue dalle più recenti forme di produzione iconografica proprio per una innegabile capacità di rappresentazione oggettiva della realtà: la macchina fotografica diventa, infatti, una naturale estensione dell’occhio del fotografo che registra, in maniera istintiva ed automatica, i più diversi aspetti della realtà circostante.
Recuperare tale linguaggio diventa, pertanto, importante, in quanto permette, nell’ambiguità dell’odierno contesto comunicativo mass-mediale, di riappropriarsi di una dimensione più autentica dell’uomo e del mondo contemporaneo.
Il progetto espositivo consiste in una rassegna itinerante dedicata al reportage documentario dal titolo Reportages - fotografi per un’isola, curata dal critico d’arte Giannella Demuro per conto della Fondazione Banco di Sardegna, che comprende cinque mostre di cui quattro personali di fotografi dal curriculum consolidato e una collettiva di dieci fotografi sardi. La rassegna ha avuto inizio a Carloforte nel maggio del 2003 per proseguire poi a Nuoro (settembre), Oristano (ottobre), Sassari (novembre) e Olbia nel dicembre 2003.
Tutti i fotografi in mostra hanno percorso il sentiero del reportage esplorandone le diverse tematiche. Due dei fotografi prescelti per le mostre personali sono sardi - Salvatore Ligios (Villanova Monteleone) e Tatiano Maiore (La Maddalena) -, due italiani peninsulari - Francesco Cito (Milano) e Nevio Doz (Abbazia, Istria). I fotografi della mostra collettiva sono tutti sardi: Marina Anedda (Cagliari), Nanni Angeli (Palau), Gian Paolo Catogno (Alghero), Antonio Mannu (Sassari), Anna Marceddu (Cagliari), Gigi Olivari (Sassari), Sebastiano Piras (Sassari), Priamo Tolu (Cagliari), Donato Tore (Nuoro), Daniela Zedda (Cagliari).
Cinque i centri nei quali verranno esposte, in sedi istituzionali o comunque prestigiose, le varie mostre della rassegna: Carloforte, Nuoro, Oristano, Sassari, Olbia.
Le mostre, saranno accompagnate da relativo catalogo con apparato critico e iconografico.
Note a margine
Marina Anedda, Nanni Angeli, Gian Paolo Catogno, Antonio Mannu, Anna Marceddu, Gigi Olivari, Sebastiano Piras, Priamo Tolu, Donato Tore, Daniela Zedda
Il quarto appuntamento della rassegna è a Olbia con Note a margine - dieci fotografi raccontano la Sardegna, la mostra di Marina Anedda, Nanni Angeli, Gian Paolo Catogno, Antonio Mannu, Anna Marceddu, Gigi Olivari, Sebastiano Piras, Priamo Tolu, Donato Tore, Daniela Zedda realizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Olbia, che si terrà dal 20 dicembre al 8 gennaio 2004 negli spazi dell’Olbia Expò.
Poco più di 24.000 chilometri quadrati di suoli spesso aridi, rocciosi e inospitali, avari di vita, circondati da acque straordinariamente cristalline che lambiscono coste dalle incomparabili bellezze. È la Sardegna: nodo nevralgico del Mediterraneo, del mondo di ieri e di quello di oggi, alveo stratificato in cui dimora la memoria storica di tante ere e di tante genti. È la Sardegna, con le sue innumerevoli contraddizioni: luogo “sospeso”, in bilico fra passato e futuro, tra tradizioni e mutamenti, tra ruralità e urbanizzazione. È la Sardegna, una realtà “a margine”, eppure vitale, sfaccettata e dura come un diamante, fragile ma ostica da penetrare, tenacemente ancorata alle proprie radici quanto intuitivamente attratta dai segnali più avanzati della modernità tecnologica, una realtà così apertamente multiforme e intrigante da sedurre irrimediabilmente quanti le si accostano.
E, ancor più dei visitatori che giungono da oltremare, i primi a subire il fascino di questa antica terra sono proprio i sardi, coloro che con l’Isola e nell’Isola vivono la quotidianità, conoscendola e ri-conoscendola, ogni volta, come in un sempre rinnovato primo incontro.
C’è, in questo modo di rapportarsi alla Sardegna, un sentire comune, un’attitudine che rivela, al di là delle differenti modalità espressive che vengono di volta in volta individuate dalle singole sensibilità, l’esistere di affinità profonde.
Questa volontà comunicativa accomuna anche i fotografi chiamati, con i loro scatti, a tratteggiare un profilo “corale” della Sardegna: un’immagine caleidoscopica che affida al rigore del bianco e nero il compito di originare un spazio rappresentativo forte e inconsueto al quale ricondurre - come se fosse una sorta di “diapason visivo” - le singole “voci”.
Note a margine è, infatti, proprio un racconto a più voci su alcune delle più interessanti e peculiari realtà dell’Isola, sui suoi riti così tanto radicati nelle fedi del popolo sardo e sul suo prezioso patrimonio culturale, sociale e antropologico, individuabile sia nella permanenza di valori legati alla tradizione che nell’adesione alle imprescindibili istanze della contemporaneità.
Come a volte accade, alcuni di questi percorsi si incrociano - nelle problematiche trattate, nei luoghi visitati o nelle situazioni affrontate - eppure ognuno di essi resta unico, reso tale dall’“occhio” del fotografo. Sono tante le Sardegne che affiorano da questi itinerari privati, tante le possibilità di rapportarsi all’Isola e, in fondo, a se stessi
20
dicembre 2003
Note a margine
Dal 20 dicembre 2003 all'otto gennaio 2004
fotografia
Location
OLBIA EXPO’
Olbia, Via Porto Romano, 6, (SASSARI)
Olbia, Via Porto Romano, 6, (SASSARI)
Orario di apertura
h. 10,00-13,00 // 16,00-20,00
Vernissage
20 Dicembre 2003, ore 18,30