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Odprta Vrata – Porta Aperta
Nel corso degli ultimi venti anni, tra i temi determinanti delle attività culturali (e di quelle visive in maniera particolare) nelle regioni della frontiera orientale dell’Italia, quello dei rapporti tra storie, tradizioni e culture storicamente diverse è stato senza dubbio il più significativo e dibattuto.
Comunicato stampa
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Dopo la nascita della repubblica di Slovenia, la verifica si è arricchita in primo luogo con la prassi del confronto, che ha trasformato le kolonjie di storica tradizione in workshop di più vasto intendimento: non a caso, la linea di svolgimento è stata quella di una “Slovenia open to the Art” che dal 1991 favorisce l’incontro e il confronto tra storie e civiltà rimaste sempre ad osservarsi (qualche volta in cagnesco) ed ora capaci di una continua osmosi, fondamentale per la crescita culturale dell’Europa. Parallelamente, il dibattito teorico sui “confini” è stato vivo e ricco di spunti, coinvolgendo tutte le repubbliche sorte dalla dissoluzione della e Jugoslavia; e i rapporti di scambio e di collaborazione che - sporadicamente - avevano già interessato una vasta area che genericamente veniva indicata come “Alpe-Adria” sono diventati attività quotidiana tra tutti i Paesi confinanti. La progressiva definizione dei rapporti tra i Paesi Europei in una Comunità sempre più significativamente consolidata ha visto in prima linea gli artisti dell’una e dell’altra parte in un progetto “in progress” fatto di mostre, di incontri, di collaborazioni e di dibattiti.
L’ingresso ufficiale della Repubblica di Slovenia nella Comunità Europea rappresenta un autentico successo, quindi, per chi ha sempre creduto nell’impossibilità di porre alla circolazione delle idee gli stessi confini che la diplomazia pone tra gli Stati; e la celebrazione dell’evento attraverso gli strumenti propri dell’attività artistica è un gesto quasi indispensabile e profondamente significativo.
“La Roggia” di Pordenone da almeno quindici anni conduce linearmente un lavoro di collaborazione e di scambio con parallele strutture operanti in Slovenia, favorendo incontri e scambi di esperienze, ospitando annualmente manifestazioni destinate agli artisti dei Paesi vicini, proponendo all’esterno gli artisti rappresentativi della regione Friuli V. G., frontaliera per collocazione geografica, ma anche di territori distanti, costruendo e realizzando progetti di scambio con altri Paesi della Comunità Europea, dalla Spagna alla Svezia.
Sull’altro versante del confine, le galleria SQART di Capodistria (in collaborazione con la galleria INSULA di Isola), svolge un lavoro parallelo, accentrando l’interesse in maniera specifica alla produzione di grafica moltiplicata, grazie anche al laboratorio annesso che ha dato ospitalità ad artisti di molti Paesi d’Europa ed ha realizzato scambi e collaborazioni fondamentali con strutture parallele operanti nel resto della Comunità Europea.
La collettiva “PORTA APERTA” che si realizza a Koper - Capodistria riassume felicemente i temi che sono alla base di questo evento e raccoglie insieme le strutture e gli artisti che ne sono stati protagonisti.
Janez Mateliĉ e in primo luogo un “grande mediatore di rapporti internazionali” che con la sua disponibilità umana e professionale ha reso possibile la costruzione di un percorso lungo e interminato di produzione grafica nella quale sono presenti i grandi protagonisti dell’arte incisoria in tutti i Paesi dell’Europa (vecchia e nuova); come artista, dimostra immediatamente di aver colto il meglio delle esperienze frequentate ed acquisite, realizzando opere che al rigore di una scuola severa di disegno e di pittura aggiunge la libera creatività degli assemblaggi simbolici e della pura astrazione.
Su una linea diversa, Ljerka Kovaĉ porta alle conseguenze più controllate il gusto “balcanico” della pittura illustratrice di fantastici voli della fantasia; e finisce per incontrare sul suo percorso tutta una tradizione - storica e contemporanea - di grande pittura onirica, costruendo i suoi “mondi visti con gli occhi di un bambino” in equilibrio tra la memoria e il sogno, tra la realtà e il volo della fantasia.
Matejka Bellè affonda le radici nella sua terra dura e rocciosa, che piega alla levigatura delle forme morbide e tondeggianti, da un lato attenta alle radici e dall’altro proiettata in un’intenzione razionalistica che è propria della grande scultura del XX secolo:
ne risulta una lettura personale della materia che oscilla continuamente tra la purezza della forma e la ricerca quasi geometrica delle combinazioni.
Sull’altro versante del confine, Franco Vecchiet rappresenta da tempo immemorabile il punto di riferimento per un rapporto culturale tra la ex Jugoslavia, prima, e gli Stati da essa nati, poi. Grazie al suo lavoro con la TK Galleria di Trieste, rese possibile uno scambio ininterrotto di proposte, di idee, di iniziative.
Ma è soprattutto la sua cultura ad essere stata significativamente colorata al tempo stesso delle due anime della sua formazione, dando vita ad una perizia di incisore che lo colloca tra gli artisti più significativi e i maestri di una grande scuola.
Le opere realizzate con la SQART sono l’apice della sua formazione e rendono giustizia della notorietà che gli viene attribuita. Anche Carmelo Cacciato viene da una formazione come incisore - come Mateliĉ, come Kovaĉ e come Vecchiet ma anche per lui l’interesse e più vasto e molteplice: le installazioni proposte a Capodistria ed Isola nascono da un costume (ormai tutto suo) di piegare la grafica e il disegno ad un progetto di destrutturazione dei materiali per ristrutturarli in una composizione che anima lo spazio e lo sublima facendone emergere la luminosità e le potenzialità scenografiche.
Formatosi nell’ambito di una cultura visiva di matrice programmatica, Enzo De Bernardo si è recentemente accostato ad un sensuale trattamento dei materiali e delle cromie, senza rinunciare al rigore delle forme primarie.
Le composizioni proposte nascono da questa ibridazione tra la materia trattata manualisticamente per conferirle spessore e profondità, il piacere sensuale del colore sapientemente steso sulle superfici e l’immutato rigore delle forme che si accampano sulle superfici bianche in giochi di inganni visivi di grande sapienza.
Nel suo complesso, la mostra diventa una sorta di “summa” delle qualità dei singoli artisti presentati e delle strutture organizzative che li rappresentano.
Ma è soprattutto una tappa importante del processo di integrazione - prima di tutto culturale - tra popoli limitrofi; e lo è non solo - e non tanto - alla luce della storia passata, di cui è naturale conclusione, ma anche e soprattutto in vista della storia futura, in attesa che la “porta dell’Est” che oggi si sposta da Skofije a Dragonja si muova sempre più avanti a realizzare una vera unità dell’Europa.
Enzo di Grazia
L’ingresso ufficiale della Repubblica di Slovenia nella Comunità Europea rappresenta un autentico successo, quindi, per chi ha sempre creduto nell’impossibilità di porre alla circolazione delle idee gli stessi confini che la diplomazia pone tra gli Stati; e la celebrazione dell’evento attraverso gli strumenti propri dell’attività artistica è un gesto quasi indispensabile e profondamente significativo.
“La Roggia” di Pordenone da almeno quindici anni conduce linearmente un lavoro di collaborazione e di scambio con parallele strutture operanti in Slovenia, favorendo incontri e scambi di esperienze, ospitando annualmente manifestazioni destinate agli artisti dei Paesi vicini, proponendo all’esterno gli artisti rappresentativi della regione Friuli V. G., frontaliera per collocazione geografica, ma anche di territori distanti, costruendo e realizzando progetti di scambio con altri Paesi della Comunità Europea, dalla Spagna alla Svezia.
Sull’altro versante del confine, le galleria SQART di Capodistria (in collaborazione con la galleria INSULA di Isola), svolge un lavoro parallelo, accentrando l’interesse in maniera specifica alla produzione di grafica moltiplicata, grazie anche al laboratorio annesso che ha dato ospitalità ad artisti di molti Paesi d’Europa ed ha realizzato scambi e collaborazioni fondamentali con strutture parallele operanti nel resto della Comunità Europea.
La collettiva “PORTA APERTA” che si realizza a Koper - Capodistria riassume felicemente i temi che sono alla base di questo evento e raccoglie insieme le strutture e gli artisti che ne sono stati protagonisti.
Janez Mateliĉ e in primo luogo un “grande mediatore di rapporti internazionali” che con la sua disponibilità umana e professionale ha reso possibile la costruzione di un percorso lungo e interminato di produzione grafica nella quale sono presenti i grandi protagonisti dell’arte incisoria in tutti i Paesi dell’Europa (vecchia e nuova); come artista, dimostra immediatamente di aver colto il meglio delle esperienze frequentate ed acquisite, realizzando opere che al rigore di una scuola severa di disegno e di pittura aggiunge la libera creatività degli assemblaggi simbolici e della pura astrazione.
Su una linea diversa, Ljerka Kovaĉ porta alle conseguenze più controllate il gusto “balcanico” della pittura illustratrice di fantastici voli della fantasia; e finisce per incontrare sul suo percorso tutta una tradizione - storica e contemporanea - di grande pittura onirica, costruendo i suoi “mondi visti con gli occhi di un bambino” in equilibrio tra la memoria e il sogno, tra la realtà e il volo della fantasia.
Matejka Bellè affonda le radici nella sua terra dura e rocciosa, che piega alla levigatura delle forme morbide e tondeggianti, da un lato attenta alle radici e dall’altro proiettata in un’intenzione razionalistica che è propria della grande scultura del XX secolo:
ne risulta una lettura personale della materia che oscilla continuamente tra la purezza della forma e la ricerca quasi geometrica delle combinazioni.
Sull’altro versante del confine, Franco Vecchiet rappresenta da tempo immemorabile il punto di riferimento per un rapporto culturale tra la ex Jugoslavia, prima, e gli Stati da essa nati, poi. Grazie al suo lavoro con la TK Galleria di Trieste, rese possibile uno scambio ininterrotto di proposte, di idee, di iniziative.
Ma è soprattutto la sua cultura ad essere stata significativamente colorata al tempo stesso delle due anime della sua formazione, dando vita ad una perizia di incisore che lo colloca tra gli artisti più significativi e i maestri di una grande scuola.
Le opere realizzate con la SQART sono l’apice della sua formazione e rendono giustizia della notorietà che gli viene attribuita. Anche Carmelo Cacciato viene da una formazione come incisore - come Mateliĉ, come Kovaĉ e come Vecchiet ma anche per lui l’interesse e più vasto e molteplice: le installazioni proposte a Capodistria ed Isola nascono da un costume (ormai tutto suo) di piegare la grafica e il disegno ad un progetto di destrutturazione dei materiali per ristrutturarli in una composizione che anima lo spazio e lo sublima facendone emergere la luminosità e le potenzialità scenografiche.
Formatosi nell’ambito di una cultura visiva di matrice programmatica, Enzo De Bernardo si è recentemente accostato ad un sensuale trattamento dei materiali e delle cromie, senza rinunciare al rigore delle forme primarie.
Le composizioni proposte nascono da questa ibridazione tra la materia trattata manualisticamente per conferirle spessore e profondità, il piacere sensuale del colore sapientemente steso sulle superfici e l’immutato rigore delle forme che si accampano sulle superfici bianche in giochi di inganni visivi di grande sapienza.
Nel suo complesso, la mostra diventa una sorta di “summa” delle qualità dei singoli artisti presentati e delle strutture organizzative che li rappresentano.
Ma è soprattutto una tappa importante del processo di integrazione - prima di tutto culturale - tra popoli limitrofi; e lo è non solo - e non tanto - alla luce della storia passata, di cui è naturale conclusione, ma anche e soprattutto in vista della storia futura, in attesa che la “porta dell’Est” che oggi si sposta da Skofije a Dragonja si muova sempre più avanti a realizzare una vera unità dell’Europa.
Enzo di Grazia
19
giugno 2004
Odprta Vrata – Porta Aperta
Dal 19 al 30 giugno 2004
arte contemporanea
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì al sabato h 16-19.30
Vernissage
19 Giugno 2004, alle 18,30