Video in stop motion che fanno il verso ai film muti di inizio ‘900, spade, martelli e plotoni di giocattoli da guerra che aggrediscono la materia e generano idee: in occasione della terza edizione della “Palermo Design Week”, presso l’atelier Spaziodeep, farà il suo debutto OJI, neonato brand di design made-in-Palermo, con una mostra che richiama una installazione di arte contemporanea. Protagonisti dell’evento saranno alcuni dei prototipi di Oji, scelti per la loro capacità di sintetizzare la filosofia del brand: un incontro, fortuito e fortunato, tra tradizioni siciliane e contaminazioni estere, tra tecnici, artisti e artigiani, tra concezione classica e spirito contemporaneo, tra innovazione progettuale e produzione artigianale. Pezzi senza tempo, creati in un luogo pensando ad un altro.

Come spiega l’ideatore del progetto, l’architetto e designer Giuseppe Pulvirenti: “OJI è il nome di una stazione della metropolitana di Tokyo. In Sicilia, “oji” si legge “oi” - nel dialetto antico significa “oggi”. O meglio, significava, visto che i siciliani di oggi questa parola non la usano più”.

Questo è l’inizio di una storia particolare, apparentemente surreale e contraddittoria – almeno quanto l’idea di un nome, Oji, che richiama un concetto di modernità, ma è talmente arcaico da essere oramai parte di un passato di tradizioni popolari.

Oji è proprio questo, un progetto di design contemporaneo fortemente radicato nel territorio siciliano che aspira al confronto con altre culture, a un incontro di idee, colori, atmosfere, materiali e tecniche di produzione. Una fusione originale che nasce dal vissuto dei suoi creatori: Il viaggio di chi si ricorda da dove viene, ma parte per liberarsi dai cliché sulle sue origini, sperimentare qualcosa di nuovo e, alla fine, riportarlo a casa.

Più che un progetto in senso stretto, Oji è una sorta di opera collettiva in evoluzione: nasce dall’incontro di Giuseppe Pulvirenti, designer palermitano e direttore artistico del brand, e Carlo caruso jr., produttore di mobili siciliano ma nato e cresciuto in Australia. E continua ad arricchirsi grazie al contributo – anch’esso assolutamente spontaneo, inaspettato ed entusiasta – di un team di artisti tutto siciliano: i graphic designer Cut&Paste, la fotografa Stefania Romano, ed il designer Gandolfo David, autore con Giuseppe Pulvirenti di tutti gli oggetti in mostra.

Il risultato: mobili che rivoluzionano il concetto di classico, pezzi strutturalmente innovativi di produzione quasi artigianale, elementi d’arredo che danno la sensazione di essere qui, ma guardare altrove.

Libertà espressiva assoluta, con un unico diktat – coerenza con la filosofia aggregante del gruppo e perfezione formale.

Questo è Oji. Finora.