Cernigoj - scrive Accerboni - si colloca, nel panorama dell’arte moderna a Trieste e al di là del confine, quale affascinante elemento di congiunzione tra l’avanguardia europea e il lessico costruttivista, che individuava il nuovo linguaggio artistico e culturale e l’orientamento sociale nella Russia nata dalla rivoluzione. Il pittore e incisore, che si era formato alla Scuola per capi d’arte della nostra città, a Bologna e all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera – alla quale erano stati “allevati” tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento i migliori artisti triestini dell’epoca, ma anche geni dell’innovazione quali Paul Klee e il russo Vasilij Kandinskij – compare in mostra con una trentina di opere, tra disegni e incisioni, di cui quest’ultime rappresentate quasi tutte da pezzi unici. La rassegna prende avvio con una sapiente xilografia del ’25 di grande intensità e prosegue alternando altre xilografie a puntesecche e incisioni a bulino, nella cui realizzazione Cernigoj era particolarmente virtuoso per la fermezza della mano e l’accentuato sincronismo del gesto incisorio: tant’è che per molti anni tenne a Trieste una frequentatissima scuola d’incisione.
In mostra sono esposte anche delle brevi sequenze di nudi femminili disegnati a inchiostro durante un ricovero ospedaliero in età matura, due incisioni a tema erotico del periodo ’56-’57 e un’interessante xilografia che coglie quasi a volo d’uccello il panorama dei tetti di Trieste raccolti intorno alla sinagoga. Non manca il tema delle barche e dei pescatori, raffigurato secondo un sobrio gusto novecentista, sicchè la rassegna racchiude nel suo complesso una puntuale e raffinata testimonianza della sperimentazione nell’ambito del linguaggio figurativo, svolta da Cernigoj prima del coinvolgente approccio alla tendenza astratta e materica.