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Omaggio a Franca Ghitti
Un omaggio a Franca Ghitti avrà luogo al Museo Diocesano di Brescia il 21 marzo a partire dalle ore 17, in occasione della donazione al Museo diella sua Ultima Cena 1963-2011,
L’opera è composta da un dipinto a olio di grandi dimensioni, che la Ghitti aveva realizzato nei primi anni sessanta, e su cui è tornata tra il 2010 e il 2011 creando tre diverse installazioni per tre diverse sedi in cui l’opera veniva esposta.
Le sedi prescelte erano: la chiesetta di S.Gottardo a Erbanno(2010), paese natale dell’artista, l’Antiquum Oratorium Passionis di S.Ambrogio a Milano(2011); e il Museo Diocesano di Brescia ( 2011).
Comunicato stampa
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Un omaggio a Franca Ghitti avrà luogo al Museo Diocesano di Brescia il 21 marzo a partire dalle ore 17, in occasione della donazione al Museo diella sua Ultima Cena 1963-2011,
L’opera è composta da un dipinto a olio di grandi dimensioni, che la Ghitti aveva realizzato nei primi anni sessanta, e su cui è tornata tra il 2010 e il 2011 creando tre diverse installazioni per tre diverse sedi in cui l’opera veniva esposta.
Le sedi prescelte erano: la chiesetta di S.Gottardo a Erbanno(2010), paese natale dell’artista, l’Antiquum Oratorium Passionis di S.Ambrogio a Milano(2011); e il Museo Diocesano di Brescia ( 2011).
Opera di grande impegno e profondo significato, ritenuta da alcuni tra le sue creazioni più importanti, o anche il suo capolavoro, l’Ultima cena 1963-2011 sembra riproporre in una sintesi di grande suggestione aspetti e momenti diversi della produzione artistica della Ghitti, e ripensarli in una prospettiva di assoluta novità.
Opera corale ed essenziale, memore della lezione del Romanino nel dipinto, la Ghitti vi ha costruito intorno, tra il 2010 e il 2012, un’installazione potentemente significativa.
Per dare vita a uno austero rito conviviale, l’artista raccoglie e organizza in un ordine geometricamente calcolato : scarti della lavorazione del ferro, la rete metallica, frammenti di carbone, coppelle in ferro contenenti granaglie varie, pagine e libri chiodati, sbarre, lance, ritagli e polvere di ferro. Utilizzando una lingua della quotidianità e della marginalità, sono i suoi “altri alfabeti” che riscrivono la sua Ultima cena su i cui contorni premono drammaticamente il presagio e i simboli della passione.
Un senso profondo della corporalità violata incombe. Le impronte,e le tracce di una piccola comunità fissata nella sua ritualità giornaliera appaiono gravide di presentimento. Una serie di pani rotondi, posati ai piedi dell’altare o tra le sbarre di ferro che sostengono il dipinto, le 12 posate dei convitati perfettamente allineate, a fronte dell’immagine effigiata 50 anni prima, sono tutte presenze evocative e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che ci appartiene profondamente. Come scrive John Freccero, che definisce potente e universale l’opera della Ghitti :“L’universalità dell’opera della Ghitti è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa la nostra storia”,la sua Ultima Cena, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino.
L’Omaggio a Franca Ghitti prevede la celebrazione della Messa e una visita guidata all’Ultima cena 1963-2011, temporaneamente ospitata nell’antica sacrestia della Chiesa di S. Giuseppe, in attesa che venga completato il restauro della sala del Museo dove sarà collocata in permanenza. Seguirà una tavola rotonda dove interverranno:
Andrea Alberti, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Brescia Cremona e Mantova; Lina Bolzoni, Scuola Normale Superiore, Pisa;Francesco De Leonardis, Giornalista e critico d’arte; Don Giuseppe Fusari, Direttore Museo Diocesano di Brescia; Fausto Lorenzi, Giornalista e critico d’arte;Elena Lucchesi Ragni, Direttore Civici Musei di Brescia.
La proiezione di un video di Davide Bassanesi e le musiche scritte per Franca Ghitti da Diego Minoia, concluderanno la serata.
L’opera è composta da un dipinto a olio di grandi dimensioni, che la Ghitti aveva realizzato nei primi anni sessanta, e su cui è tornata tra il 2010 e il 2011 creando tre diverse installazioni per tre diverse sedi in cui l’opera veniva esposta.
Le sedi prescelte erano: la chiesetta di S.Gottardo a Erbanno(2010), paese natale dell’artista, l’Antiquum Oratorium Passionis di S.Ambrogio a Milano(2011); e il Museo Diocesano di Brescia ( 2011).
Opera di grande impegno e profondo significato, ritenuta da alcuni tra le sue creazioni più importanti, o anche il suo capolavoro, l’Ultima cena 1963-2011 sembra riproporre in una sintesi di grande suggestione aspetti e momenti diversi della produzione artistica della Ghitti, e ripensarli in una prospettiva di assoluta novità.
Opera corale ed essenziale, memore della lezione del Romanino nel dipinto, la Ghitti vi ha costruito intorno, tra il 2010 e il 2012, un’installazione potentemente significativa.
Per dare vita a uno austero rito conviviale, l’artista raccoglie e organizza in un ordine geometricamente calcolato : scarti della lavorazione del ferro, la rete metallica, frammenti di carbone, coppelle in ferro contenenti granaglie varie, pagine e libri chiodati, sbarre, lance, ritagli e polvere di ferro. Utilizzando una lingua della quotidianità e della marginalità, sono i suoi “altri alfabeti” che riscrivono la sua Ultima cena su i cui contorni premono drammaticamente il presagio e i simboli della passione.
Un senso profondo della corporalità violata incombe. Le impronte,e le tracce di una piccola comunità fissata nella sua ritualità giornaliera appaiono gravide di presentimento. Una serie di pani rotondi, posati ai piedi dell’altare o tra le sbarre di ferro che sostengono il dipinto, le 12 posate dei convitati perfettamente allineate, a fronte dell’immagine effigiata 50 anni prima, sono tutte presenze evocative e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che ci appartiene profondamente. Come scrive John Freccero, che definisce potente e universale l’opera della Ghitti :“L’universalità dell’opera della Ghitti è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa la nostra storia”,la sua Ultima Cena, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino.
L’Omaggio a Franca Ghitti prevede la celebrazione della Messa e una visita guidata all’Ultima cena 1963-2011, temporaneamente ospitata nell’antica sacrestia della Chiesa di S. Giuseppe, in attesa che venga completato il restauro della sala del Museo dove sarà collocata in permanenza. Seguirà una tavola rotonda dove interverranno:
Andrea Alberti, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Brescia Cremona e Mantova; Lina Bolzoni, Scuola Normale Superiore, Pisa;Francesco De Leonardis, Giornalista e critico d’arte; Don Giuseppe Fusari, Direttore Museo Diocesano di Brescia; Fausto Lorenzi, Giornalista e critico d’arte;Elena Lucchesi Ragni, Direttore Civici Musei di Brescia.
La proiezione di un video di Davide Bassanesi e le musiche scritte per Franca Ghitti da Diego Minoia, concluderanno la serata.
21
marzo 2013
Omaggio a Franca Ghitti
21 marzo 2013
serata - evento
Location
MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA
Brescia, Via Gasparo Da Salò, 13, (BS)
Brescia, Via Gasparo Da Salò, 13, (BS)
Vernissage
21 Marzo 2013, h 17
Autore