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Omaggio a Giulio Turcato
un’esaustiva rassegna con oltre 80 opere che spaziano dal 1948 al 1992
Comunicato stampa
Segnala l'evento
E' dedicata a uno dei più significativi interpreti dell'astrattismo la mostra
Omaggio a Giulio Turcato, che Mazzoleni Arte Moderna inaugura venerdì 7
ottobre
2005.
L'esposizione, curata da Alberto Fiz rappresenta un omaggio all'artista
a
dieci anni dalla sua scomparsa.
Si tratta di un'esaustiva rassegna con oltre 80 opere che spaziano dal 1948
al 1992, in un tracciato che esplora per intero l'intensa attività artistica
di Turcato.
Dopo l'ampia retrospettiva dedicata alle opere di Renato Guttuso, la galleria
torinese prosegue il suo percorso teso a sottolineare le fasi salienti dell'arte
italiana in una prospettiva europea.
Fondatore del Gruppo Forma 1 insieme a Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo,
attivo all'interno del Fronte Nuovo delle Arti, protagonista del Gruppo
degli
Otto, Turcato è uno dei più significativi interpreti della corrente dell'astrattismo.
Partito dalla lezione di Giacomo Balla, l'artista mantovano, ma romano d'adozione,
ha saputo imporre un proprio linguaggio ritmico e dinamico, facendo della
forma-colore la ragione di una ricerca che va oltre l'informale. "Turcato
è un esploratore straordinario che ha fatto della pittura il codice per
interpretare
il mondo in tutti i suoi aspetti dalla biologia all'astronomia sino all'entomologia.
Tutto diventa occasione per nuove invenzioni di forme e colori che ridefiniscono
l'immaginario", scrive Alberto Fiz in catalogo.
La mostra presenta alcuni capisaldi della ricerca di Turcato come Rivolta
del 1949, già presentato alla Staatsgalerie di Monaco nel 1985, o Comizio
sempre del 1949, un soggetto molto noto, riconducibile al suo impegno di
carattere sociale e politico. Il Comizio, di cui una grande tela fa parte
della collezione permanente della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea
di Roma, rappresenta la folla in maniera del tutto astratta con una serie
di triangoli rossi che svettano verso il cielo. "Veramente io il Comizio
lo vedo così", ha dichiarato Turcato, "è un quadro abbastanza veristico;
ci sono quelle specie di triangoli rossi che rappresentano le bandiere rosse
che sono la massa". Ma sono molte le testimonianze storiche presenti in
mostra
come Via Margutta del 1948, Composizione rosso e grigio del 1953 e una composizione
polimaterica non lontana dalle ricerche che nello stesso periodo conduceva
Alberto Burri, come Il Lenzuolo di San Rocco del 1958 proveniente dalla
celebre
collezione Franchetti.
La rassegna, nel suo insieme, consente di aderire al nomadismo interiore
proprio di Turcato che ha affrontato l'astrazione con radicalità e spregiudicatezza,
con determinazione e lirismo senza mai rinunciare alla sperimentazione.
Così
gli Arcipelaghi si alternano con i Paesaggi lunari e gli Itinerari in gommapiuma
fanno da contraltare alla serie dei Cangianti dove il colore diventa protagonista
di un'ipotetica partitura musicale. "Queste immagini, sensazioni, materiali,
memorie, illusioni allucinazioni, forme, itinerari, sono il mio bagaglio
aperto alla dogana del prossimo millennio", ha scritto Turcato in un'affermazione
che potrebbe essere letta come una dichiarazione di poetica da parte di
un
artista che ha svolto un compito essenziale nel liberare l'arte dalle convenzioni
accademiche in un percorso originale e solitario. A dieci anni dalla sua
scomparsa è, dunque, opportuno riflettere sull'eredità importante lasciata
da Turcato e non ancora del tutto compresa.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Mazzoleni Arte Contemporanea,
con
testi di Alberto Fiz.
Omaggio a Giulio Turcato, che Mazzoleni Arte Moderna inaugura venerdì 7
ottobre
2005.
L'esposizione, curata da Alberto Fiz rappresenta un omaggio all'artista
a
dieci anni dalla sua scomparsa.
Si tratta di un'esaustiva rassegna con oltre 80 opere che spaziano dal 1948
al 1992, in un tracciato che esplora per intero l'intensa attività artistica
di Turcato.
Dopo l'ampia retrospettiva dedicata alle opere di Renato Guttuso, la galleria
torinese prosegue il suo percorso teso a sottolineare le fasi salienti dell'arte
italiana in una prospettiva europea.
Fondatore del Gruppo Forma 1 insieme a Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo,
attivo all'interno del Fronte Nuovo delle Arti, protagonista del Gruppo
degli
Otto, Turcato è uno dei più significativi interpreti della corrente dell'astrattismo.
Partito dalla lezione di Giacomo Balla, l'artista mantovano, ma romano d'adozione,
ha saputo imporre un proprio linguaggio ritmico e dinamico, facendo della
forma-colore la ragione di una ricerca che va oltre l'informale. "Turcato
è un esploratore straordinario che ha fatto della pittura il codice per
interpretare
il mondo in tutti i suoi aspetti dalla biologia all'astronomia sino all'entomologia.
Tutto diventa occasione per nuove invenzioni di forme e colori che ridefiniscono
l'immaginario", scrive Alberto Fiz in catalogo.
La mostra presenta alcuni capisaldi della ricerca di Turcato come Rivolta
del 1949, già presentato alla Staatsgalerie di Monaco nel 1985, o Comizio
sempre del 1949, un soggetto molto noto, riconducibile al suo impegno di
carattere sociale e politico. Il Comizio, di cui una grande tela fa parte
della collezione permanente della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea
di Roma, rappresenta la folla in maniera del tutto astratta con una serie
di triangoli rossi che svettano verso il cielo. "Veramente io il Comizio
lo vedo così", ha dichiarato Turcato, "è un quadro abbastanza veristico;
ci sono quelle specie di triangoli rossi che rappresentano le bandiere rosse
che sono la massa". Ma sono molte le testimonianze storiche presenti in
mostra
come Via Margutta del 1948, Composizione rosso e grigio del 1953 e una composizione
polimaterica non lontana dalle ricerche che nello stesso periodo conduceva
Alberto Burri, come Il Lenzuolo di San Rocco del 1958 proveniente dalla
celebre
collezione Franchetti.
La rassegna, nel suo insieme, consente di aderire al nomadismo interiore
proprio di Turcato che ha affrontato l'astrazione con radicalità e spregiudicatezza,
con determinazione e lirismo senza mai rinunciare alla sperimentazione.
Così
gli Arcipelaghi si alternano con i Paesaggi lunari e gli Itinerari in gommapiuma
fanno da contraltare alla serie dei Cangianti dove il colore diventa protagonista
di un'ipotetica partitura musicale. "Queste immagini, sensazioni, materiali,
memorie, illusioni allucinazioni, forme, itinerari, sono il mio bagaglio
aperto alla dogana del prossimo millennio", ha scritto Turcato in un'affermazione
che potrebbe essere letta come una dichiarazione di poetica da parte di
un
artista che ha svolto un compito essenziale nel liberare l'arte dalle convenzioni
accademiche in un percorso originale e solitario. A dieci anni dalla sua
scomparsa è, dunque, opportuno riflettere sull'eredità importante lasciata
da Turcato e non ancora del tutto compresa.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Mazzoleni Arte Contemporanea,
con
testi di Alberto Fiz.
07
ottobre 2005
Omaggio a Giulio Turcato
Dal 07 ottobre al 31 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
Galleria Mazzoleni, Torino
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Torino, Piazza Solferino, 2, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10–12.30 e 16–19.30
Vernissage
7 Ottobre 2005, ore 18,30
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore