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Omaggio a Luigi Gay
Mostra personale
Comunicato stampa
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Luigi gay, ultimo di sette figli di una famiglia di origini contadine, nasce a moriago della Battaglia (treviso) il 6 giugno 1904. Vive la sua infanzia e adolescenza nella natia moriago, situata là dove le colline trevigiane, stemperandosi dolcemente nella grande ianura, sono lambite a mezzogiorno dal grande alveo del Piave. Questi luoghi, teatro di cruente battaglie durante il primo conflitto mondiale, resteranno impressi in modo indelebile nel cuore e nella mente del pittore. Certamente la loro bellezza e amenità esercitarono un grande fascino nel giovane luigi condizionando gran parte della sua
futura attività artistica. da adulto, pensando alla sua infanzia, gay amava ricordare il suo lavoro di contadino nei campi, a fianco del padre, ad arare la terra con l’aratro tirato da buoi, a mietere e trasportare il frumento con un grande carro, a formare balle di fieno e trasportarle poi con il carretto trainato dai cavalli sino alla stalla paterna, oppure a lavorare in falegnameria aiutando i fratelli maggiori a inchiodare telai di porte o costrui-
re mobili per la casa. ricordava poi che, alla sera, tutta la famiglia si radunava in cucina accanto al focolare con un piatto di polenta e latte per cena, terminando la serata nella stalla, riscaldati dai buoi e dalle mucche, a fare il filò.
Frequentando i corsi serali della scuola di Pieve
di Soligo – durante il giorno si doveva lavorare nei campi - luigi scopre la sua passione per il disegno e per l’arte. la vita però a moriago era estremamente dura, specialmente nel periodo della ricostruzione postbellica, per cui il nostro decide di emigrare in Francia, nelle alpi della Savoia, attirato dal miraggio di trovare un lavoro nell’industria ferroviaria francese. le cose vanno però diversamente, e dopo alcuni anni di stenti e duro lavoro, ritorna verso il 1930 al paese natio, deciso a coltivare la sua passione artistica, esplosa prepotentemente proprio in Francia, e a dedicarsi totalmente alla pittura, nonostante le poverissime condizioni eco-
nomiche, sue e della sua famiglia.
Nel 1930 riparte da moriago per roma, deciso a
iscriversi a un corso di pittura. nella Capitale arriva dopo un viaggio a piedi di circa sei mesi, durante il quale per poter sopravvivere disegna la gente dei paesi che incontra, barattando un ritratto a matita o a carboncino con un piatto di minestra, e facendo vari lavori. anche in seguito, nel periodo in cui frequenta l’accademia di Belle arti a Venezia, durante i suoi frequenti ritorni a moriago, Gay si troverà spesso costretto a scambiare i ritratti dei suoi paesani con un piatto di minestra, di pasta o di polenta. l’immagine del pittore, di ritorno dai suoi viaggi a Venezia, sempre affamato e pronto
a cedere i suoi disegni, l’unica merce di scambio
che possedeva, con qualcosa da mangiare, è ri-
masta lungamente impressa nei ricordi dei suoi
paesani.
Secondo alcuni biografi, l’occasione di Gay per
farsi conoscere a roma è il matrimonio della fi-
glia di Mussolini, Edda, con il Conte Gian Galeazzo Ciano. il pittore riesce a far pervenire alla sposa un suo dipinto, forse un ritratto della stessa, come regalo di nozze.
riconoscente del gradito regalo, edda segnala il
giovane e sconosciuto pittore al capo del ministe-
ro dell’istruzione che gli elargisce una somma di
duecento lire e tre borse di studio.
a roma è ospite di un certo albino manfroi che
aveva sposato una sua cugina di moriago. la fami-
glia manfroi lo ospiterà altre volte quando ritornerà a roma in occasione delle sue mostre personali o collettive. da roma gay deve ritornare presto a Venezia per un’operazione di appendicite e, poi, a Moriago, dove riprende la sua attività di “pitor” ritraendo tutto quello che gli capitava a tiro: dai suoi paesani agli angoli più impensati del paese, alle nature morte o altro ancora. in questa sua attività - siamo nel 1932 - viene notato da Giovanni Durante, podestà di moriago, mentre disegna con estrema cura e precisione l’antica torre dei da Camino, parzialmente distrutta dalla grande guerra. il Podestà, colpito dal disegno, segnala Luigi Gay alla pittrice Emma Ciardi (1879 † 1933), figlia
del noto pittore Gugliemo Ciardi (1842 †1917), che
durante l’estate usava soggiornare nella sua Villa
di refrontolo, situata a una decina di chilometri
da moriago e vicina a Pieve di Soligo. È la stessa
emma Ciardi a impartire al nostro le prime lezioni
di pittura dopo averlo fatto venire a Venezia, ospitandolo nel palazzo di famiglia.
A Venezia Emma Ciardi lo introduce nell’ambien-
te artistico facendogli conoscere varie personalità come il pittore guido Cadorin (1892 † 1976), professore all’accademia di belle arti, i pittori Mario Varagnolo (1901 † 1971), Felice Carena (1879 † 1966), Carlo dalla Zorza (1903 † 1977), la scultrice Marta Sammartini e, soprattutto, Lina Rosso (1888 † 1975) che assieme a Cadorin sarà poi sua insegnante di pittura figurativa all’accademia ed avrà un ruolo determinate nei suoi soggiorni e attività veneziane. Sarà proprio lina rosso, dopo la morte di emma Ciardi, avvenuta nel 1933, a prendersi amorevolmente cura del pittore contadino Gay, sempre privo di mezzi, considerandolo come un fratello povero. Luigi Gay reagisce con entusiasmo allo stimolante ambiente artistico veneziano, esponendo nel 1937 alcuni disegni presso la galleria Bevilacqua la masa e vincendo un premio. Nella stessa galleria veneziana ritornerà a esporre nel 1943 e nel 1949. Gay aveva esposto suoi lavori, dei disegni a matita nei quali era abilissimo, sempre a Venezia, nel 1934 alla Vii mostra del Sindacato interprovinciale Fascista delle Belle
arti ricevendo un diploma di partecipazione. nel
periodo veneziano viene a contatto con le opere
della Scuola di Burano rimanendo suggestionato
dalla freschezza e immediatezza di questi lavori,
in particolare quelli di gino rossi (1884 † 1949),
umberto moggioli (1886 † 1919), Pio Semeghini
(1878 † 1964), e altri ancora. nel 1948 partecipa
al Concorso nazionale di Pittura Burano aggiudi-
candosi il quarto premio. il ricordo di queste ope
re ritornerà a galla di frequente nelle sue vedute
lagunari e fluviali e nelle nature morte. dalla fine degli anni trenta (1938 o 1939) frequenta i corsi di pittura dell’accademia di Belle arti di Venezia, conseguendo nel 1949, a 45 anni d’età, il diploma di Pittura e, subito dopo, l’abilitazione all’insegnamento di disegno e materie artistiche in scuole pubbliche e private. inizia nello stesso anno l’attività didattica, insegnando a Belluno dal 1949 al 1951, all’accademia albertina di torino dal 1952
al 1953, a treviso nel 1954, ad asolo nel 1955, e
infine, a partire dal 1956, a trento, dove conclu-
de la sua attività di insegnante nel 1966. a tre-
viso, nel 1954 conosce Bruna menegatti (1920 †
1999), originaria di Vicenza, trasferitasi a treviso per frequentare un corso di perfezionamento per la Società telefonica telve. Luigi sposerà, meno di un anno dopo, a Vicenza nel luglio 1955, Bruna, di sedici anni più giovane di lui, la donna che sarà la compagna fedele della sua vita. Colpito verso la fine degli anni Settanta da un male incurabile, Lu-
igi Gay si spegne all’ospedale di treviso il 1 luglio 1980 all’età di settantasei anni.
futura attività artistica. da adulto, pensando alla sua infanzia, gay amava ricordare il suo lavoro di contadino nei campi, a fianco del padre, ad arare la terra con l’aratro tirato da buoi, a mietere e trasportare il frumento con un grande carro, a formare balle di fieno e trasportarle poi con il carretto trainato dai cavalli sino alla stalla paterna, oppure a lavorare in falegnameria aiutando i fratelli maggiori a inchiodare telai di porte o costrui-
re mobili per la casa. ricordava poi che, alla sera, tutta la famiglia si radunava in cucina accanto al focolare con un piatto di polenta e latte per cena, terminando la serata nella stalla, riscaldati dai buoi e dalle mucche, a fare il filò.
Frequentando i corsi serali della scuola di Pieve
di Soligo – durante il giorno si doveva lavorare nei campi - luigi scopre la sua passione per il disegno e per l’arte. la vita però a moriago era estremamente dura, specialmente nel periodo della ricostruzione postbellica, per cui il nostro decide di emigrare in Francia, nelle alpi della Savoia, attirato dal miraggio di trovare un lavoro nell’industria ferroviaria francese. le cose vanno però diversamente, e dopo alcuni anni di stenti e duro lavoro, ritorna verso il 1930 al paese natio, deciso a coltivare la sua passione artistica, esplosa prepotentemente proprio in Francia, e a dedicarsi totalmente alla pittura, nonostante le poverissime condizioni eco-
nomiche, sue e della sua famiglia.
Nel 1930 riparte da moriago per roma, deciso a
iscriversi a un corso di pittura. nella Capitale arriva dopo un viaggio a piedi di circa sei mesi, durante il quale per poter sopravvivere disegna la gente dei paesi che incontra, barattando un ritratto a matita o a carboncino con un piatto di minestra, e facendo vari lavori. anche in seguito, nel periodo in cui frequenta l’accademia di Belle arti a Venezia, durante i suoi frequenti ritorni a moriago, Gay si troverà spesso costretto a scambiare i ritratti dei suoi paesani con un piatto di minestra, di pasta o di polenta. l’immagine del pittore, di ritorno dai suoi viaggi a Venezia, sempre affamato e pronto
a cedere i suoi disegni, l’unica merce di scambio
che possedeva, con qualcosa da mangiare, è ri-
masta lungamente impressa nei ricordi dei suoi
paesani.
Secondo alcuni biografi, l’occasione di Gay per
farsi conoscere a roma è il matrimonio della fi-
glia di Mussolini, Edda, con il Conte Gian Galeazzo Ciano. il pittore riesce a far pervenire alla sposa un suo dipinto, forse un ritratto della stessa, come regalo di nozze.
riconoscente del gradito regalo, edda segnala il
giovane e sconosciuto pittore al capo del ministe-
ro dell’istruzione che gli elargisce una somma di
duecento lire e tre borse di studio.
a roma è ospite di un certo albino manfroi che
aveva sposato una sua cugina di moriago. la fami-
glia manfroi lo ospiterà altre volte quando ritornerà a roma in occasione delle sue mostre personali o collettive. da roma gay deve ritornare presto a Venezia per un’operazione di appendicite e, poi, a Moriago, dove riprende la sua attività di “pitor” ritraendo tutto quello che gli capitava a tiro: dai suoi paesani agli angoli più impensati del paese, alle nature morte o altro ancora. in questa sua attività - siamo nel 1932 - viene notato da Giovanni Durante, podestà di moriago, mentre disegna con estrema cura e precisione l’antica torre dei da Camino, parzialmente distrutta dalla grande guerra. il Podestà, colpito dal disegno, segnala Luigi Gay alla pittrice Emma Ciardi (1879 † 1933), figlia
del noto pittore Gugliemo Ciardi (1842 †1917), che
durante l’estate usava soggiornare nella sua Villa
di refrontolo, situata a una decina di chilometri
da moriago e vicina a Pieve di Soligo. È la stessa
emma Ciardi a impartire al nostro le prime lezioni
di pittura dopo averlo fatto venire a Venezia, ospitandolo nel palazzo di famiglia.
A Venezia Emma Ciardi lo introduce nell’ambien-
te artistico facendogli conoscere varie personalità come il pittore guido Cadorin (1892 † 1976), professore all’accademia di belle arti, i pittori Mario Varagnolo (1901 † 1971), Felice Carena (1879 † 1966), Carlo dalla Zorza (1903 † 1977), la scultrice Marta Sammartini e, soprattutto, Lina Rosso (1888 † 1975) che assieme a Cadorin sarà poi sua insegnante di pittura figurativa all’accademia ed avrà un ruolo determinate nei suoi soggiorni e attività veneziane. Sarà proprio lina rosso, dopo la morte di emma Ciardi, avvenuta nel 1933, a prendersi amorevolmente cura del pittore contadino Gay, sempre privo di mezzi, considerandolo come un fratello povero. Luigi Gay reagisce con entusiasmo allo stimolante ambiente artistico veneziano, esponendo nel 1937 alcuni disegni presso la galleria Bevilacqua la masa e vincendo un premio. Nella stessa galleria veneziana ritornerà a esporre nel 1943 e nel 1949. Gay aveva esposto suoi lavori, dei disegni a matita nei quali era abilissimo, sempre a Venezia, nel 1934 alla Vii mostra del Sindacato interprovinciale Fascista delle Belle
arti ricevendo un diploma di partecipazione. nel
periodo veneziano viene a contatto con le opere
della Scuola di Burano rimanendo suggestionato
dalla freschezza e immediatezza di questi lavori,
in particolare quelli di gino rossi (1884 † 1949),
umberto moggioli (1886 † 1919), Pio Semeghini
(1878 † 1964), e altri ancora. nel 1948 partecipa
al Concorso nazionale di Pittura Burano aggiudi-
candosi il quarto premio. il ricordo di queste ope
re ritornerà a galla di frequente nelle sue vedute
lagunari e fluviali e nelle nature morte. dalla fine degli anni trenta (1938 o 1939) frequenta i corsi di pittura dell’accademia di Belle arti di Venezia, conseguendo nel 1949, a 45 anni d’età, il diploma di Pittura e, subito dopo, l’abilitazione all’insegnamento di disegno e materie artistiche in scuole pubbliche e private. inizia nello stesso anno l’attività didattica, insegnando a Belluno dal 1949 al 1951, all’accademia albertina di torino dal 1952
al 1953, a treviso nel 1954, ad asolo nel 1955, e
infine, a partire dal 1956, a trento, dove conclu-
de la sua attività di insegnante nel 1966. a tre-
viso, nel 1954 conosce Bruna menegatti (1920 †
1999), originaria di Vicenza, trasferitasi a treviso per frequentare un corso di perfezionamento per la Società telefonica telve. Luigi sposerà, meno di un anno dopo, a Vicenza nel luglio 1955, Bruna, di sedici anni più giovane di lui, la donna che sarà la compagna fedele della sua vita. Colpito verso la fine degli anni Settanta da un male incurabile, Lu-
igi Gay si spegne all’ospedale di treviso il 1 luglio 1980 all’età di settantasei anni.
21
gennaio 2012
Omaggio a Luigi Gay
Dal 21 gennaio al 12 febbraio 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO KLIEN
Borgo Valsugana, Piazza Alcide De Gasperi, (Trento)
Borgo Valsugana, Piazza Alcide De Gasperi, (Trento)
Vernissage
21 Gennaio 2012, ore
Autore