l corpo, dopo la deflagrazione e gli eccessi cruenti della Body e Live Art, può essere “ricostruito” nei viaggi creativi. Diviene una epidermide “dispersa”, in ambienti installativi o in sue apparenti rappresentazioni, con le sembianze e tecniche, tradizionali e nuove, dell’arte (nel video, nella manipolazione fotografico-digitale, in una qualsiasi oggettualità). E’ un “corpo altro”, partorito dall’artista come una propria doppia pelle simbolico-rituale, che usa la memoria d’arte nei suoi “risvolti sconfinati”, protesi alla contaminazione linguistica e al coinvolgimento sinestetico, cercando, anche, di suscitare materialità impalpabili e vibrazionali.

Su una figura di donna assente si ricostruisce la dimensione memoriale dell’infanzia. Dal tempo in cui la realtà degli adulti si sublima nel gioco, emergono figure in movimento che vorticosamente ruotano intorno ad un corpo immaginario. E con esse l’eco di gioiose voci infantili e ombre di piccole dita avvinte dal gioco. Così la guerra si fa ludus, mirabile paradigma della vita come πόλεμος, dove la lotta è contrasto e fortificazione dell’essere, ovvero luogo dell’esistere.”