I quadri di Oreste Baldini sembrano tracciare nuovi percorsi che assorbono quanto già espresso attraverso le rappresentazioni scultorie dello stesso tema. Dalla visione bidimensionale del soggetto “pesce” scaturisce pertanto una resa più vorticosa del movimento, una reiterata circolarità che sembra obbedire non solo ad una scelta estetica, ma ad un nuovo schema emozionale ed esistenziale.

I pesci di Baldini svelano ora un’analogia formale e semantica con l’“uroboros” (il serpente che si morde la coda). Un dialogo con l’oscurità, che sceglie i toni della rabbia (i denti dei pesci). Un gioco di “contraddizioni” che la figura prescelta già racchiude in sé. La ricerca dell’artista s’inabissa ancora di più, superando la dimensione religiosa, del SACRO, per raggiungere i territori del MITO, lì dove l’ombra e la luce convivono con la stessa potenza e pre-potenza, e le spinte di creazione, rinascita e guarigione generano e si generano da quelle di morte e distruzione. Il movimento è qui TRASFORMAZIONE. Meglio ancora: ETERNO RITORNO