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Orizzonti

La serie di opere “Orizzonti” di Narciso Bresciani sono il frutto maturo e alto della sua ricerca d’un fare scultura in cui conti solo l’intensità, la qualità poetica

Comunicato stampa  
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15 marzo 2016

Orizzonti

Dal 15 marzo al 02 aprile 2016
arte contemporanea
Location
SPAZIO DOLOMITI
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Orario di apertura
Michel Butor svolge a proposito di Pablo Picasso una riflessione fondamentale: “La nozione di un’opera come gruppo di opere, di una tela come implicazione di altre tele intorno a essa, è diventata così fondamentale per l’artista che perfino un quadro isolato diventa un caso particolare d’insieme”. Tale suggestione diventa essenziale di fronte alla serie degli Orizzonti di Narciso Bresciani, frutto maturo e alto della sua ricerca d’un fare scultura in cui conti solo l’intensità, la qualità poetica. E serie specifica, fitta e tesa, in seno all’esplorazione radiante di possibili plastici che lo contraddistingue. Da gran tempo egli ha deciso di affrontare la pratica della terra, ma sottraendosi e sottraendola all’apparato retorico della disciplina del ceramista. Non palcoscenico di tecnicismi, la ceramica è per lui lavorare, in concretissimo far di mano, nelle misure della materia primaria, dell’auscultarla nel suo volersi far forma a partire dall’indistinto: ma un indistinto pieno di echi, e di presagi. La terra implica in se stessa il valore d’orizzonte, confine e cesura ma insieme ragion d’essere dello stare e del decidersi della forma, della sua vocazione alla verticalità, alla continuità e alla frattura significativa, all’impuro e a un valore alto d’intima geometria. Di opera in opera Bresciani, in complicità amorevole, lascia che la terra si declini assettandosi ben oltre la filigrana del naturale e si nutra d’umori che son già simbolo, trascorrimento a una dimensione che, pur fisicissimamente radicata, riverberi processi di pensiero e flussi affettivi. Per questo egli sceglie anche di sottrarre queste opere all’aspettativa pienamente scultorea che se ne potrebbe avere, riportandole a una dimensione di rilievo che implica coerentemente anche la suggestione – per convenzione e, per più d’un aspetto, d’apparenza – del pittorico. Anche il colorire è coinvolto in questo processo, dunque: ma è, la sua, matière couleur, sostanza e non tegumento illusionistico, congenere e non altra rispetto alle superfici su cui si stende. Bresciani agisce dunque in un ambito di contaminazione consapevole tra retaggi di codice – la ceramica, lo scultoreo, il pittorico – di tutti consapevole ma di nessuno adepto e men che meno sacerdote. Non s’avverte, in queste opere, il retrogusto della liturgia fabrile, l’offerta all’apprezzamento estetico. Son lavori, i suoi, che nascono nel lungo, concentrato, intenso, a volte digrignante ma mai fittizio, tempo d’anima dello studio: e nei suoi silenzi. Ed è un tempo tutto introverso, esclusivo, di pienezza interrogativa di sé. Sono opere che Bresciani non esibisce all’ammirazione. Altro è il suo orgoglio. Egli le pone tra se stesso e lo spettatore come un segnale e un invito pudico. E chiede di guardarle, davvero guardarle. Flaminio Gualdoni Info: City Art Via Dolomiti 11, 20127 Milano; Opening martedì 15 marzo ore 18,00 Periodo: dal 15 marzo al 2 aprile 2016 Aperto da merc. a sab. 15,30 –19,00 Trasporto: MM1 fermata Turro info@cityart.it - www.cityart.it cell. 3357689814
Vernissage
15 Marzo 2016, ore 18,00
Autore
Curatore

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