Nel repertorio iconografico della storia dell’arte, di ogni tempo e di tutte le latitudini, sono innumerevoli le immagini legate all’acqua, descritta sottoforma di personificazioni allegoriche o componente paesistica, esaltata per il valore simbolico, religioso o di vitale sostentamento.

L’acqua è legata all’arte non soltanto a livello iconografico, ma anche sul piano fattivo-pratico, visto che la maggior parte delle tecniche artistiche ne richiedono l’uso.

La mostra Oro blu intende dimostrare come ancora oggi questo soggetto sia trattato dagli autori contemporanei con molteplici forme espressive, differenti sensibilità e mezzi. Qui ad Assisi si vuol proporre una selezione di opere di artisti internazionali che sono entrati in contatto con la regione Umbria o che vivono in questa terra dove l’acqua è “multo utile et humile et pretiosa et casta”, lodava il serafico Francesco. Una terra dove il fragore della Cascata delle Marmore ricordava ad un anonimo viaggiatore dell’Ottocento “le acque agitate della vita” (1857); dove il Trasimeno è stato teatro della disfatta romana perpetrata da Annibale. Dove le amene Fonti del Clitunno hanno ispirato i versi di Carducci; dove il Tevere con il suo serpentino andamento attraversa l’intera regione da nord-est a sud-ovest, creando una straordinaria varietà di paesaggi, come documentano le esplorazioni fotografiche di Luciano Zuccaccia. Ai suddetti monumenti naturali ha reso omaggio anche il maestro Stefano Giardino, che ha composto una suite per pianoforte: un ideale viaggio musicale le cui note completeranno il percorso espositivo della mostra Ora blu. Un percorso che si dipanerà nelle suggestive sale del Monte frumentario, trasudanti storia, cultura, umana sacralità.