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Ortensio Zecchino – Classici in Fotografia
L’artista propone una commistione di foto dalle sue campagne fotografiche ispirate alle Georgiche di Virgilio e al De Arte
venandi di Federico II
Comunicato stampa
Segnala l'evento
«Mi sento forse violatore di una sacralità, ma la verità è che ho avuto la fortuna di poter cogliere
dei quadri, dei momenti, dei fotogrammi che sono ormai in dissolvenza. La fotografia con temi
bucolici e rurali è sempre stata una mia grande passione».
Così Ortensio Zecchino – storico, politico italiano e presidente del Centro Europeo di Studi
Normanni (CESN) – ha introdotto “Classici in Fotografia” sua mostra fotografica che si terrà a
Roma, mercoledì 27 marzo alle ore 19.00, all’interno dei Musei di San Salvatore in Lauro. Mostra
organizzata dal Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni, in collaborazione con Il Cigno GG
Edizioni e con il sostegno di Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo
Pilastro – Internazionale.
Una congiunzione di due eventi già realizzati separatamente. L’artista infatti proporrà una
commistione di foto dalle sue campagne fotografiche ispirate alle Georgiche di Virgilio e al De Arte
venandi di Federico II, esposte rispettivamente: la prima nel 2016 nel Palazzo Ducale di Mantova e
nel 2017 nell’ex carcere borbonico di Avellino; la seconda nel 2018 a Castel del Monte di Andria,
nel Castello normanno-svevo di Bari e nel Castello di Trani.
«So bene che trasporre in fotografia entrambe le opere può rappresentare un azzardo ma
avventurarmi nei classici è quello che ho sempre amato. Un'antica vocazione all'istruzione, una
sorta di missione».
Ortensio Zecchino nelle sue fotografie ritrae una civiltà contadina, una terra degli ultimi, quasi
scomparsa. Paesaggi agresti, marini e fluviali. E poi gli animali. Le loro foto sono anch’esse poesia
filosofica. Proprio questo è il carattere distintivo dell'artista, che probabilmente lo ha spinto a
proporre le due opere insieme.
Il De Arte venandi – opera per “istruire” all’arte della caccia – è una perfetta metafora dei ruoli
sociali della vita. Una caccia naturalistica, non di armi da fuoco, con un rispetto sacrale nei
confronti della natura. Il falco addestrato poi, ha anche una forte valenza politica: l’imperatore che
riesce a dominarlo tornando sul suo pugno.
Le Georgiche di Virgilio, invece, sono metafora di valori civili e sociali: lavoro e dedizione che
compongono un’istruzione informata da valori semplici ma nobili. Le immagini di Zecchino, così
sapientemente congiunte ai versi virgiliani, parlano di una vita nella quale l’uomo si conformava ai
ritmi della Natura, e il mistero della Natura è il primo oggetto della poesia filosofica di Virgilio.
«Com’è di straordinaria efficacia quando uno scienziato racconta con linguaggio comprensibile le
scoperte scientifiche, e appare più convincente di qualcuno che quelle scoperte non le ha fatte o
non le ha studiate sul campo, così uno studioso che imbraccia la macchina fotografica per
percorrere le campagne e i boschi e gli acquitrini per illustrare dei “classici” della nostra cultura,
sortisce un effetto di approfondimento e di immediata comprensione del volume che illustra»,
afferma Lorenzo Zichichi Presidente della Casa Editrice Il Cigno GG Edizioni. «Ortensio Zecchino è
stato questo, e, con grande umiltà, ad esempio si è recato a Margherita di Savoia o sul Mincio per
fotografare ciò che serviva a rendere contemporanei e comprensibili i libri che conosce così bene».
«Ortensio Zecchino, con la maestria e la sensibilità che gli sono proprie, ha voluto corredare di
immagini da lui stesso scattate alcuni passi scelti del De Arte venandi cum avibus. Ha ripreso le
varie specie degli uccelli predatori nei loro diversi habitat, con scatti effettuati anche in Qatar e
Giudea. Le foto, realizzate tutte in bianco e nero, sono vere e proprie opere d’arte e spaziano dai
volatili, ai loro ambienti naturali, fino alle prede abituali e persino alla strumentazione per la cura e
l’addestramento dei predatori, con felici incursioni negli allevamenti del mio amico Barone Alduino
Ventimiglia di Monforte Lascaris e di Marco Bartolomeo. Un lavoro accurato e magnifico, che
conferisce attualità ad una pratica venatoria antichissima, ma ancora oggi in voga e che mantiene
intatti il suo valore e il suo fascino millenari», queste le parole del Prof. Avv. Emmanuele F. M.
Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, nei confronti
dell’appassionata campagna fotografica di Ortensio Zecchino.
Saranno oltre 100 le fotografie esposte per entrambe le opere e saranno intercalate da passi dei
suddetti classici che chioseranno gli scatti presenti in mostra.
dei quadri, dei momenti, dei fotogrammi che sono ormai in dissolvenza. La fotografia con temi
bucolici e rurali è sempre stata una mia grande passione».
Così Ortensio Zecchino – storico, politico italiano e presidente del Centro Europeo di Studi
Normanni (CESN) – ha introdotto “Classici in Fotografia” sua mostra fotografica che si terrà a
Roma, mercoledì 27 marzo alle ore 19.00, all’interno dei Musei di San Salvatore in Lauro. Mostra
organizzata dal Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni, in collaborazione con Il Cigno GG
Edizioni e con il sostegno di Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo
Pilastro – Internazionale.
Una congiunzione di due eventi già realizzati separatamente. L’artista infatti proporrà una
commistione di foto dalle sue campagne fotografiche ispirate alle Georgiche di Virgilio e al De Arte
venandi di Federico II, esposte rispettivamente: la prima nel 2016 nel Palazzo Ducale di Mantova e
nel 2017 nell’ex carcere borbonico di Avellino; la seconda nel 2018 a Castel del Monte di Andria,
nel Castello normanno-svevo di Bari e nel Castello di Trani.
«So bene che trasporre in fotografia entrambe le opere può rappresentare un azzardo ma
avventurarmi nei classici è quello che ho sempre amato. Un'antica vocazione all'istruzione, una
sorta di missione».
Ortensio Zecchino nelle sue fotografie ritrae una civiltà contadina, una terra degli ultimi, quasi
scomparsa. Paesaggi agresti, marini e fluviali. E poi gli animali. Le loro foto sono anch’esse poesia
filosofica. Proprio questo è il carattere distintivo dell'artista, che probabilmente lo ha spinto a
proporre le due opere insieme.
Il De Arte venandi – opera per “istruire” all’arte della caccia – è una perfetta metafora dei ruoli
sociali della vita. Una caccia naturalistica, non di armi da fuoco, con un rispetto sacrale nei
confronti della natura. Il falco addestrato poi, ha anche una forte valenza politica: l’imperatore che
riesce a dominarlo tornando sul suo pugno.
Le Georgiche di Virgilio, invece, sono metafora di valori civili e sociali: lavoro e dedizione che
compongono un’istruzione informata da valori semplici ma nobili. Le immagini di Zecchino, così
sapientemente congiunte ai versi virgiliani, parlano di una vita nella quale l’uomo si conformava ai
ritmi della Natura, e il mistero della Natura è il primo oggetto della poesia filosofica di Virgilio.
«Com’è di straordinaria efficacia quando uno scienziato racconta con linguaggio comprensibile le
scoperte scientifiche, e appare più convincente di qualcuno che quelle scoperte non le ha fatte o
non le ha studiate sul campo, così uno studioso che imbraccia la macchina fotografica per
percorrere le campagne e i boschi e gli acquitrini per illustrare dei “classici” della nostra cultura,
sortisce un effetto di approfondimento e di immediata comprensione del volume che illustra»,
afferma Lorenzo Zichichi Presidente della Casa Editrice Il Cigno GG Edizioni. «Ortensio Zecchino è
stato questo, e, con grande umiltà, ad esempio si è recato a Margherita di Savoia o sul Mincio per
fotografare ciò che serviva a rendere contemporanei e comprensibili i libri che conosce così bene».
«Ortensio Zecchino, con la maestria e la sensibilità che gli sono proprie, ha voluto corredare di
immagini da lui stesso scattate alcuni passi scelti del De Arte venandi cum avibus. Ha ripreso le
varie specie degli uccelli predatori nei loro diversi habitat, con scatti effettuati anche in Qatar e
Giudea. Le foto, realizzate tutte in bianco e nero, sono vere e proprie opere d’arte e spaziano dai
volatili, ai loro ambienti naturali, fino alle prede abituali e persino alla strumentazione per la cura e
l’addestramento dei predatori, con felici incursioni negli allevamenti del mio amico Barone Alduino
Ventimiglia di Monforte Lascaris e di Marco Bartolomeo. Un lavoro accurato e magnifico, che
conferisce attualità ad una pratica venatoria antichissima, ma ancora oggi in voga e che mantiene
intatti il suo valore e il suo fascino millenari», queste le parole del Prof. Avv. Emmanuele F. M.
Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, nei confronti
dell’appassionata campagna fotografica di Ortensio Zecchino.
Saranno oltre 100 le fotografie esposte per entrambe le opere e saranno intercalate da passi dei
suddetti classici che chioseranno gli scatti presenti in mostra.
27
marzo 2019
Ortensio Zecchino – Classici in Fotografia
Dal 27 marzo al 28 aprile 2019
fotografia
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN SALVATORE IN LAURO
Roma, Piazza Di San Salvatore In Lauro, 15, (Roma)
Roma, Piazza Di San Salvatore In Lauro, 15, (Roma)
Vernissage
27 Marzo 2019, h 19
Editore
IL CIGNO
Autore