Le opere di Ou Wenting, esposte alla galleria A60 di Firenze, comprendono dieci fotografie in bianco e nero e due video. I soggetti degli scatti fotografici della serie intitolata “X and Y”, rappresentano una componente essenziale del lungo ed elaborato processo creativo dell’artista. Ou Wenting ha infatti immaginato, disegnato, digitalizzato, stampato in 3D e fotografato tali soggetti inanimati aventi forme diverse che, ad un primo sguardo, ricordano quelle di insetti o di animali marini. Tuttavia, osservandoli con più attenzione, si rivelano essere creature fantastiche evolute dai processi creativi dell’artista. La loro esistenza sembra richiamare la brevità del loro transito sulla terra, evocata dallo sfondo delle foto, roccioso e granitico, in netto contrasto con la leggerezza dei soggetti in primo piano. Eppure il loro passaggio, fragile, delicato, destinato a scomparire, in analogia con quello degli esseri umani, viene consegnato all’immortalità attraverso gli scatti fotografici dell’artista. Consapevoli della fugacità della loro esistenza, queste creature vivono in coppia e comunicano fra di loro tramite un dialogo muto, fatto di equilibri, di appoggi e di vicinanza. Ed è proprio attraverso questa vicinanza che i soggetti finiscono con il “rappresentare anche noi stessi” come ricorda Ou Wenting. Convulse e in movimento sono invece le figure solitarie che popolano i due video. In “Monomer touch” e “Rotate tactile” il ritmo è serrato, si ripete, nervoso e costante, stimolando il movimento da ballerina meccanica dei due soggetti. È un frenetico ripetersi ma in questa continua danza invariata ci sembra di scorgere tutta l’immobilità del presente.