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Pablo Echaurren – Al ritmo dei Ramones
La mostra presenta oltre venti opere recenti ispirate alla musica dei Ramones, la band punk che irrompeva trenta anni fa nel mondo del rock, interpretando sogni e tensioni della generazione giovane degli anni ’70
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra presenta oltre venti opere recenti ispirate alla musica dei Ramones, la band punk che irrompeva trenta anni fa nel mondo del rock, interpretando sogni e tensioni della generazione giovane degli anni ’70.
Pablo Echaurren, che in quel decennio aveva vent’anni, ha sempre sentito una forte sintonia con l’espressività dei Ramones, fatta di ritmi aggressivi che accelerano le palpitazioni cardiache con spiazzamenti di crudele ironia, tanto che ancora oggi mentre lavora non può fare a meno di ascoltare la loro musica.
Ma, per Echaurren, non si tratta tanto di una generica simpatia, quanto di una vera e propria consonanza linguistica, evidente nelle ultime tele, che sono la resa pittorica di un certo climax e di precise sonorità.
Del resto l’aspirazione alla totalità dell’espressione estetica è fenomeno antico quanto l’arte. La poesia può includere armonia, dissonanze e onomatopea, la musica talvolta diventa colore e la pittura è in grado di esprimere suoni, rumori e perfino odori, come sostenevano i futuristi.
Nelle tele che Echaurren ha realizzato dopo il 2000 compare un elemento caratterizzante, il dripping, che egli utilizza in modo del tutto originale, non in chiave informale, ma, al contrario, per costruire forme in uno spazio visivo che si pone anche come equivalenza plastica di accordi e ritmi.
Ed ecco che il dripping guidato e indirizzato da Echaurren può comporre forme “a pettine” che rimandano al basso continuo, o dilatarsi in raggiere circolari che richiamano le esplosioni della batteria, o ancora, con l’aiuto del soffio dello stesso autore, espandersi come una voce nella vasta gamma che va dai sussurri alle grida.
I quadri di Pablo Echaurren, dunque, non sono un semplice omaggio ai quattro protagonisti del rock, che pure compaiono in alcune tele con le loro figure inconfondibili, ma rappresentano un dialogo a distanza con un mondo, con un linguaggio acustico capace di parlare al cuore di una generazione. Talvolta un titolo dei Ramones può suggerire un’immagine. Talaltra il contenuto di una canzone è solo un pretesto per dislocarsi altrove.
I Ramones furono i primi non solo a tagliarsi i jeans ma a usare un nome collettivo. Si chiamavano con nomignoli da bambini, Joey, Johnny, Dee-Dee, Tommy e/o Marky, ma adottavano il cognome comune di Ramones, come fossero membri di una stessa famiglia. Oggi, nel mondo dell’arte, è diffuso l’uso dell’icona di gruppo, dell’anonimato, del nick-name ecc., uso anticipato dai fast four di New York. I quali, come eroi da leggenda, sono quasi tutti morti giovani.
La mostra di Pablo Echaurren li ricorda nel trentennale del loro primo disco.
La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, è organizzata dalla Fondazione Musica per Roma.
Pablo Echaurren, che in quel decennio aveva vent’anni, ha sempre sentito una forte sintonia con l’espressività dei Ramones, fatta di ritmi aggressivi che accelerano le palpitazioni cardiache con spiazzamenti di crudele ironia, tanto che ancora oggi mentre lavora non può fare a meno di ascoltare la loro musica.
Ma, per Echaurren, non si tratta tanto di una generica simpatia, quanto di una vera e propria consonanza linguistica, evidente nelle ultime tele, che sono la resa pittorica di un certo climax e di precise sonorità.
Del resto l’aspirazione alla totalità dell’espressione estetica è fenomeno antico quanto l’arte. La poesia può includere armonia, dissonanze e onomatopea, la musica talvolta diventa colore e la pittura è in grado di esprimere suoni, rumori e perfino odori, come sostenevano i futuristi.
Nelle tele che Echaurren ha realizzato dopo il 2000 compare un elemento caratterizzante, il dripping, che egli utilizza in modo del tutto originale, non in chiave informale, ma, al contrario, per costruire forme in uno spazio visivo che si pone anche come equivalenza plastica di accordi e ritmi.
Ed ecco che il dripping guidato e indirizzato da Echaurren può comporre forme “a pettine” che rimandano al basso continuo, o dilatarsi in raggiere circolari che richiamano le esplosioni della batteria, o ancora, con l’aiuto del soffio dello stesso autore, espandersi come una voce nella vasta gamma che va dai sussurri alle grida.
I quadri di Pablo Echaurren, dunque, non sono un semplice omaggio ai quattro protagonisti del rock, che pure compaiono in alcune tele con le loro figure inconfondibili, ma rappresentano un dialogo a distanza con un mondo, con un linguaggio acustico capace di parlare al cuore di una generazione. Talvolta un titolo dei Ramones può suggerire un’immagine. Talaltra il contenuto di una canzone è solo un pretesto per dislocarsi altrove.
I Ramones furono i primi non solo a tagliarsi i jeans ma a usare un nome collettivo. Si chiamavano con nomignoli da bambini, Joey, Johnny, Dee-Dee, Tommy e/o Marky, ma adottavano il cognome comune di Ramones, come fossero membri di una stessa famiglia. Oggi, nel mondo dell’arte, è diffuso l’uso dell’icona di gruppo, dell’anonimato, del nick-name ecc., uso anticipato dai fast four di New York. I quali, come eroi da leggenda, sono quasi tutti morti giovani.
La mostra di Pablo Echaurren li ricorda nel trentennale del loro primo disco.
La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva, è organizzata dalla Fondazione Musica per Roma.
24
maggio 2006
Pablo Echaurren – Al ritmo dei Ramones
Dal 24 maggio al 30 luglio 2006
arte contemporanea
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 11 alle 20
Vernissage
24 Maggio 2006, ore 19
Editore
SKIRA
Autore
Curatore