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Paolo del Giudice – Memorie di carta
Un omaggio alla carta e al libro nell’epoca della memoria digitale
Comunicato stampa
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Venerdì 31 ottobre, alle ore 17.30, a Roma, presso lo spazio espositivo della Biblioteca Angelica, si inaugura una mostra dell’ artista veneto Paolo del Giudice, già noto al pubblico romano per aver esposto sin dal 1986 nello storico spazio dell’Attico di Fabio Sargentini.
L’esposizione rientra in un ciclo di sei mostre realizzata dall’artista in Italia per il biennio 2008-2009 con il titolo Memorie di carta, che riunisce dipinti realizzati nel corso degli ultimi vent’anni. Le mostre hanno avuto e avranno luogo presso la Biblioteca Isontina di Gorizia, il Centro Studi Pier Paolo Pisolini, la Biblioteca Angelica di Roma, la chiesa di S.Antonio Abate a Udine, l’Archivio di Stato di Mantova e il Museo della Carale Accattino di Ivrea.
Un omaggio alla carta e al libro nell’epoca della memoria digitale: dal fascino delle grandiose biblioteche storiche italiane, agli obsoleti archivi cartacei, alla penombra delle librerie domestiche, fino alla leggerezza dell’umile foglio di carta, appunto o spartito musicale, carta e cartaccia sui marciapiedi e i luoghi abbandonati, manifesto strappato sui muri delle periferie.
Gli spazi espositivi sono legati direttamente alla ricerca dell’artista; in particolare il grandioso salone della Biblioteca Angelica opera insigne di Luigi Vanvitelli, ritorna da anni, ciclicamente, come soggetto ricorrente nel lavoro di Del Giudice, dalla struttura architettonica, alle scaffalature fino ai dorsi dei libri e i minimi dettagli.
Alla carta e al libro è stato naturale accostare un altro dei soggetti più significativi dell’artista: i volti “sacri” di scrittori e poeti da lui amati e frequentati, a cominciare dall’icona di Pier Paolo Pasolini. A questa tematica, anticipata da Del Giudice con una personale all’Attico nel 1990, è dedicata un’altra esposizione tuttora in corso presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, a Casarsa della Delizia, nella casa materna del poeta.
La rassegna è corredata da un ampio catalogo, con testi della curatrice Alessandra Santin, di Nico Naldini, Filippo Trevisani , due note dell’artista, e presentazioni a cura dei direttori delle sei istituzioni ospitanti.
IL LUOGO NECESSARIO
Alessandra Santin
Qui si delinea il tema più caro a Del Giudice, il rapporto fascinoso tra il tempo e il luogo operato dalla memoria, colto nell’attimo in cui l’uno rappresenta il passato dell’altro. Ciò è dato dalla traccia e dall’ombra, dal segno impulsivo e velocissimo e dal colore meditato. Ciò è dato per risvegliare alcune delle questioni oggi più discusse e più rimosse:la decadenza della materia la cui fine riconduce,di volta in volta,ad un nuovo inizio mai totalmente compiuto. Il filo che tutto collega è il tema del distacco,della perdita e dell’abbandono che frastor-na l’animo dei poeti e dà luce a ciò che si annida,come seme generativo,nel ricordo.Dunque in ogni opera accade qualcosa in cui è la verità dell'essere a mostrarsi grazie ad occhi che sanno guardare-attraverso con "sguardo anticipante e comprendente";quello che rende possibile l’effettivo vedere, dono singolare degli dei. Per questo la semplice carta posata sulla scrivania, luogo del frammentodi pensiero, dialoga alla pari con i grandi tomi catalogati e disposti secondo le categorie definitive delle biblioteche più note. Antiche scaffalature barocche accanto a librerie essenziali e ad architetture di interni; libri aperti scollati, sfogliati, strappati, dimenticati; pareti e portali; ritratti e volti, …rughe, capelli, labbra e occhi, soprattutto occhi;tutto in ugual modo è letto con attenzione amante, tutto in ugual modo è interpretazione desiderosa del quotidiano, allusione ad un viaggio tra le forme archetipe e contemporanee della nostra cultura. Paolo Del Giudice, artista tra i più rappresentativi del panorama italiano, libera quindi il linguaggio pittorico dal compito di rappresentare il reale per cogliere quel mondo fluido e mobile, spesso monocromatico, che sollecita ogni elemento ad esprimere solo il senso poetico della propria esistenza.Le sue opere non sono fatte per essere lette come romanzi. Sono piuttosto poesie che chiedono di essere rilette più volte; sono opere con cui convivere.
MEMORIE DI CARTA
Paolo del Giudice
Un omaggio alla carta e al libro nell’epoca della memoria digitale. Dal fascino delle grandiose biblioteche storiche italiane, agli obsoleti archivi cartacei, alla penombra delle librerie domestiche, fino alla leggerezza del foglio di carta, appunto o spartito musicale, carta e cartaccia sui marciapiedi e i luoghi abbandonati,manifesto strappato sui muri delle periferie.Un viaggio iniziato vent’anni fa e che adesso propongo per la prima volta in modo organico in questa rassegna biennale di esposizioni e nel catalogo che le accompagna.I luoghi non sono casuali: sedi prestigiose come biblioteche e archivi storici da anni esse stesse stimolo alla mia ricerca, come l’Angelica di Roma (un sogno ad occhi aperti, un unico grandioso vano settecentesco con scaffali, ballatoi e scalette fino al soffitto) e la Delfiniana nel Palazzo Arcivescovile di Udine, un gioiello che può passare inosservato perché adiacente alle sale affrescate dal Tiepolo; fino agli Archivi Giudiziari nel complesso dell’Archivio di Stato di Mantova che fanno rivivere le immagini visionarie delle carceri di Piranesi. Una felice coincidenza mi lega alla scelta di Gorizia: fu là che nel 1988, in occasione di una piccola personale, aggirandomi come al solito, abusivamente, alla ricerca di immagini da salvare all’interno di uno storico opificio dismesso, scoprii l’incanto di un enorme archivio cartaceo e si innescò la scintilla di questo lavoro. Alla carta ed al libro è stato fin troppo naturale, quasi ovvio, accostare un’altra delle tematiche che mi sono care, quella dei volti di scrittori e poeti da me amati e frequentati. Essi dialogheranno qua e là tra i libri e le bibliote-che e saranno protagonisti di una intera esposizione nella casa materna di Pier Paolo Pasolini a Casarsa, ora sede del Centro Studi omonimo. Scelta obbligata visto che proprio dall’icona di Pasolini, la mente più lucida dell’Italia del secondo Novecento, è iniziata questa ricerca e che sul suo volto sono tornato decine di volte, quasi in una sorta di ideale autoritratto.
L’esposizione rientra in un ciclo di sei mostre realizzata dall’artista in Italia per il biennio 2008-2009 con il titolo Memorie di carta, che riunisce dipinti realizzati nel corso degli ultimi vent’anni. Le mostre hanno avuto e avranno luogo presso la Biblioteca Isontina di Gorizia, il Centro Studi Pier Paolo Pisolini, la Biblioteca Angelica di Roma, la chiesa di S.Antonio Abate a Udine, l’Archivio di Stato di Mantova e il Museo della Carale Accattino di Ivrea.
Un omaggio alla carta e al libro nell’epoca della memoria digitale: dal fascino delle grandiose biblioteche storiche italiane, agli obsoleti archivi cartacei, alla penombra delle librerie domestiche, fino alla leggerezza dell’umile foglio di carta, appunto o spartito musicale, carta e cartaccia sui marciapiedi e i luoghi abbandonati, manifesto strappato sui muri delle periferie.
Gli spazi espositivi sono legati direttamente alla ricerca dell’artista; in particolare il grandioso salone della Biblioteca Angelica opera insigne di Luigi Vanvitelli, ritorna da anni, ciclicamente, come soggetto ricorrente nel lavoro di Del Giudice, dalla struttura architettonica, alle scaffalature fino ai dorsi dei libri e i minimi dettagli.
Alla carta e al libro è stato naturale accostare un altro dei soggetti più significativi dell’artista: i volti “sacri” di scrittori e poeti da lui amati e frequentati, a cominciare dall’icona di Pier Paolo Pasolini. A questa tematica, anticipata da Del Giudice con una personale all’Attico nel 1990, è dedicata un’altra esposizione tuttora in corso presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, a Casarsa della Delizia, nella casa materna del poeta.
La rassegna è corredata da un ampio catalogo, con testi della curatrice Alessandra Santin, di Nico Naldini, Filippo Trevisani , due note dell’artista, e presentazioni a cura dei direttori delle sei istituzioni ospitanti.
IL LUOGO NECESSARIO
Alessandra Santin
Qui si delinea il tema più caro a Del Giudice, il rapporto fascinoso tra il tempo e il luogo operato dalla memoria, colto nell’attimo in cui l’uno rappresenta il passato dell’altro. Ciò è dato dalla traccia e dall’ombra, dal segno impulsivo e velocissimo e dal colore meditato. Ciò è dato per risvegliare alcune delle questioni oggi più discusse e più rimosse:la decadenza della materia la cui fine riconduce,di volta in volta,ad un nuovo inizio mai totalmente compiuto. Il filo che tutto collega è il tema del distacco,della perdita e dell’abbandono che frastor-na l’animo dei poeti e dà luce a ciò che si annida,come seme generativo,nel ricordo.Dunque in ogni opera accade qualcosa in cui è la verità dell'essere a mostrarsi grazie ad occhi che sanno guardare-attraverso con "sguardo anticipante e comprendente";quello che rende possibile l’effettivo vedere, dono singolare degli dei. Per questo la semplice carta posata sulla scrivania, luogo del frammentodi pensiero, dialoga alla pari con i grandi tomi catalogati e disposti secondo le categorie definitive delle biblioteche più note. Antiche scaffalature barocche accanto a librerie essenziali e ad architetture di interni; libri aperti scollati, sfogliati, strappati, dimenticati; pareti e portali; ritratti e volti, …rughe, capelli, labbra e occhi, soprattutto occhi;tutto in ugual modo è letto con attenzione amante, tutto in ugual modo è interpretazione desiderosa del quotidiano, allusione ad un viaggio tra le forme archetipe e contemporanee della nostra cultura. Paolo Del Giudice, artista tra i più rappresentativi del panorama italiano, libera quindi il linguaggio pittorico dal compito di rappresentare il reale per cogliere quel mondo fluido e mobile, spesso monocromatico, che sollecita ogni elemento ad esprimere solo il senso poetico della propria esistenza.Le sue opere non sono fatte per essere lette come romanzi. Sono piuttosto poesie che chiedono di essere rilette più volte; sono opere con cui convivere.
MEMORIE DI CARTA
Paolo del Giudice
Un omaggio alla carta e al libro nell’epoca della memoria digitale. Dal fascino delle grandiose biblioteche storiche italiane, agli obsoleti archivi cartacei, alla penombra delle librerie domestiche, fino alla leggerezza del foglio di carta, appunto o spartito musicale, carta e cartaccia sui marciapiedi e i luoghi abbandonati,manifesto strappato sui muri delle periferie.Un viaggio iniziato vent’anni fa e che adesso propongo per la prima volta in modo organico in questa rassegna biennale di esposizioni e nel catalogo che le accompagna.I luoghi non sono casuali: sedi prestigiose come biblioteche e archivi storici da anni esse stesse stimolo alla mia ricerca, come l’Angelica di Roma (un sogno ad occhi aperti, un unico grandioso vano settecentesco con scaffali, ballatoi e scalette fino al soffitto) e la Delfiniana nel Palazzo Arcivescovile di Udine, un gioiello che può passare inosservato perché adiacente alle sale affrescate dal Tiepolo; fino agli Archivi Giudiziari nel complesso dell’Archivio di Stato di Mantova che fanno rivivere le immagini visionarie delle carceri di Piranesi. Una felice coincidenza mi lega alla scelta di Gorizia: fu là che nel 1988, in occasione di una piccola personale, aggirandomi come al solito, abusivamente, alla ricerca di immagini da salvare all’interno di uno storico opificio dismesso, scoprii l’incanto di un enorme archivio cartaceo e si innescò la scintilla di questo lavoro. Alla carta ed al libro è stato fin troppo naturale, quasi ovvio, accostare un’altra delle tematiche che mi sono care, quella dei volti di scrittori e poeti da me amati e frequentati. Essi dialogheranno qua e là tra i libri e le bibliote-che e saranno protagonisti di una intera esposizione nella casa materna di Pier Paolo Pasolini a Casarsa, ora sede del Centro Studi omonimo. Scelta obbligata visto che proprio dall’icona di Pasolini, la mente più lucida dell’Italia del secondo Novecento, è iniziata questa ricerca e che sul suo volto sono tornato decine di volte, quasi in una sorta di ideale autoritratto.
31
ottobre 2008
Paolo del Giudice – Memorie di carta
Dal 31 ottobre al 15 novembre 2008
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA ANGELICA – GALLERIA ANGELICA
Roma, Via Di Sant'agostino, 11, (Roma)
Roma, Via Di Sant'agostino, 11, (Roma)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 10.30-13 / 16-19, sabato 10-13
Vernissage
31 Ottobre 2008, ore 17.30
Sito web
www.paolodelgiudice.com
Autore
Curatore