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Paolo Delle Monache- Dialoghi
Un dialogo di senso quello tra le sculture di Delle Monache e lo spazio della Casa Museo, condotto dall’artista con sensibilità, rigore, rispetto: la fascinazione per l’arte di Licini si traduce in un allestimento installativo site-specific ispirato soprattutto all’iconografia delle Amalassunte.
Comunicato stampa
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Esporre nella Casa Museo Osvaldo Licini significa instaurare un dialogo, esplicito o implicito, per affinità o per antitesi, con la strenua, intensa, infaticabile, profonda ricerca del padrone di casa. Se è vero che i luoghi hanno solitamente un’importanza fondamentale per comprendere la poetica di un artista, questo è quanto mai valido per Licini.
Paolo Delle Monache riconosce Osvaldo Licini tra i suoi numi tutelari – insieme ad Arturo Martini – e l’installazione site-specific ideata per questa mostra lo conferma. Diafani volti germinano come apparizioni nello spazio, solitari o in composizioni: alcuni sembrano dormire, sognare, hanno le palpebre abbassate, altri hanno lo sguardo malinconico, assorto, altri ancora ci scrutano con un’espressione inquietante. L’atmosfera è sospesa, enigmatica. Le teste in nivea terracotta sono forgiate con un sicuro senso della sintesi, improntate ad un figurativismo che si svela come una sorta di epifania. Delle Monache racconta che la genesi creativa di queste opere affonda le radici nel passato e si origina dall’impressione ricevuta da “grandi sassi vicini tra loro, disseminati in una faggeta”. Anche in Licini l’ispirazione si innesca a partire dal dato visivo: le sue creature fantastiche, gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli Ribelli, nascono dalla fascinazione per il paesaggio e dalla metamorfosi delle forme naturali generata dalla sua visionarietà.
L’essenza del dialogo tra i due artisti si gioca sul piano della poesia. La luna di Licini ha il nome della regina ostrogota, è una lirica, ironica entità originata da suggestioni letterarie, filosofiche, pittoriche che vanno da Leopardi a Blake, da Lautréamont a Laforgue, da Cocteau a Valéry a Campana. Anche gli algidi, eterei volti forgiati da Delle Monache richiamano i “mitici pallori” della Chimera di Dino Campana mentre in alcuni emerge la tempra graffiante dei Pierrot di Laforgue. I nomi stessi delle sue trasognate creazioni attengono ad un ambito semantico che evoca una dimensione lirica e cosmica insieme: Soffio, Animula, Sole, Vertigine, Stelle, Infinito, Luna, Orizzonte, Tramonto.
Un dialogo di senso quello tra le sculture di Delle Monache e lo spazio della Casa Museo, condotto dall’artista con sensibilità, rigore, rispetto ma non timore: la fascinazione per l’arte di Licini è autentica, ha radici profonde, risale al suo periodo di formazione ed è leggibile anche in opere che nel tempo sono ormai lontane, come alcuni bronzi esposti in mostra.
CATALOGO
Il catalogo, edito da Silvana editoriale, contiene i saggi dei curatori, Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni, un testo di Marco Meneguzzo ed uno scritto dell’artista. Ricco l’apparato iconografico con foto di Luciano Calzolari.
Per info e prenotazioni 3349276790.
Paolo Delle Monache riconosce Osvaldo Licini tra i suoi numi tutelari – insieme ad Arturo Martini – e l’installazione site-specific ideata per questa mostra lo conferma. Diafani volti germinano come apparizioni nello spazio, solitari o in composizioni: alcuni sembrano dormire, sognare, hanno le palpebre abbassate, altri hanno lo sguardo malinconico, assorto, altri ancora ci scrutano con un’espressione inquietante. L’atmosfera è sospesa, enigmatica. Le teste in nivea terracotta sono forgiate con un sicuro senso della sintesi, improntate ad un figurativismo che si svela come una sorta di epifania. Delle Monache racconta che la genesi creativa di queste opere affonda le radici nel passato e si origina dall’impressione ricevuta da “grandi sassi vicini tra loro, disseminati in una faggeta”. Anche in Licini l’ispirazione si innesca a partire dal dato visivo: le sue creature fantastiche, gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli Ribelli, nascono dalla fascinazione per il paesaggio e dalla metamorfosi delle forme naturali generata dalla sua visionarietà.
L’essenza del dialogo tra i due artisti si gioca sul piano della poesia. La luna di Licini ha il nome della regina ostrogota, è una lirica, ironica entità originata da suggestioni letterarie, filosofiche, pittoriche che vanno da Leopardi a Blake, da Lautréamont a Laforgue, da Cocteau a Valéry a Campana. Anche gli algidi, eterei volti forgiati da Delle Monache richiamano i “mitici pallori” della Chimera di Dino Campana mentre in alcuni emerge la tempra graffiante dei Pierrot di Laforgue. I nomi stessi delle sue trasognate creazioni attengono ad un ambito semantico che evoca una dimensione lirica e cosmica insieme: Soffio, Animula, Sole, Vertigine, Stelle, Infinito, Luna, Orizzonte, Tramonto.
Un dialogo di senso quello tra le sculture di Delle Monache e lo spazio della Casa Museo, condotto dall’artista con sensibilità, rigore, rispetto ma non timore: la fascinazione per l’arte di Licini è autentica, ha radici profonde, risale al suo periodo di formazione ed è leggibile anche in opere che nel tempo sono ormai lontane, come alcuni bronzi esposti in mostra.
CATALOGO
Il catalogo, edito da Silvana editoriale, contiene i saggi dei curatori, Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni, un testo di Marco Meneguzzo ed uno scritto dell’artista. Ricco l’apparato iconografico con foto di Luciano Calzolari.
Per info e prenotazioni 3349276790.
06
maggio 2023
Paolo Delle Monache- Dialoghi
Dal 06 maggio al 25 giugno 2023
arte contemporanea
Location
Casa Museo Osvaldo Licini
Monte Vidon Corrado, Piazza Osvaldo Licini, 9, (FM)
Monte Vidon Corrado, Piazza Osvaldo Licini, 9, (FM)
Biglietti
Intero (comprensivo della visita della Casa Museo e del Centro Studi Licini) € 5; ridotto € 3.
Orario di apertura
sabato e domenica ore 16.30-19.30
Vernissage
6 Maggio 2023, 17
Sito web
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini