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Paolo Donini – Il brusio delle lingue
azione performativa simultanea nell’ambito della mostra NumerOOmero
Comunicato stampa
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Il titolo NumerOOmero richiama le due prospettive linguistiche in cui si sviluppa questa mostra come dialogo tra due artiste: Numero sta per linguaggio segnico, ludico e concettuale con cui Nicoletta Moncalieri sviluppa collages e installazioni dedicati al gioco, al codice dell’arte inteso come rebus irrisolvibile; Omero richiama uno stato di origine formale, una dimensione aurorale e remota in cui Eda Melandri realizza forme ceramiche arcane, elementari e misteriose come rivelatrici astanze di significato. NumerOOmero è un viaggio, percorribile a due sensi dalla pre-forma al segno, dal codice all’origine.
L’allestimento è stato realizzato con la sistemazione speculare di due settori ciascuno con tre sale, rispettivamente dedicati alle due artiste: entrando a destra, Omero di Eda Melandri; a sinistra Numero di Nicoletta Moncalieri.
Fra i due settori si trova il corridoio, luogo di congiunzione e commistione fra i due linguaggi. Una delle pareti (a destra entrando) è completamente vuota a dominare una disseminazione di sassi di Eda. Nel punto più interno della galleria questa parete è come sfondata da una video proiezione animata delle opere di Eda e Nicoletta. Il videoproiettore getta il suo fascio di luce direttamente sul muro, riaprendone il limite dimensionale.
Il brusio delle lingue – azione performativa simultanea sviluppa un ulteriore dialogo a più voci (voce poetica, musica, ritmo e gestualità) con le opere in mostra tenendo in considerazione la loro specificità e i criteri dell’allestimento.
Al flautista Michele Serafini è assegnato il compito di guida armonica; il suo agire musicale si baserà sull’improvvisazione di frammenti che hanno la funzione di tessere un percorso sonoro che diviene itinerario di visita: il flautista conduce il pubblico in un giro completo delle sale portandolo ad incontrare gli altri protagonisti in altrettante stazioni espressive.
Al percussionista Marcello Davoli è assegnata la prima sala a destra, impegnata al centro dall’installazione Iterazione di Eda Melandri, che propone su basi ellissoidali a terra una consecuzione di forme cilindriche ritmicamente reiterate; il musicista proporrà una improvvisazione sul tema della ripetizione di patter e in generale della variazione.
Alla poetessa Milena Nicolini è assegnata la seconda sala a destra, una stanza impegnata unicamente da due menhir avvolti da ali o croste in parte cadute a terra, un sito arcaico dominato dalla grandi ombre che le opere proiettano alle pareti; la poetessa leggerà fra i suoi testi quelli che più si accordano con questo paesaggio di solennità e primordio.
Il performer Chris Channing si troverà nel corridoio centrale e offrirà il suo corpo seminudo alla proiezione animata delle opere di Melandri e Moncalieri installata in mostra; l’attore mimerà una interpretazione gestuale delle suggestioni visive sviluppate dal filmato.
il percussionista Marcello Davoli realizzerà la sua seconda performance con nuovi strumenti nella quinta sala, occupata dall’installazione Playtime e dai grandi Rebus di Nicoletta Moncalieri; una sala dominata dalla sagoma di un asino a grandezza naturale, con il corpo maculato da numeri; qui il percussionista potrà sviluppare una ritmica basata sulla suggestione del gioco e della addizione di moduli ritmici e timbri percissivi.
La poetessa Lisabetta Serra e il poeta Alberto Bertoni si troveranno nella sesta sala occupata dai collages di Nicoletta Moncalieri e da alcuni suoi libri d’artista; una sala che emana la suggestione di cifre e figure coinvolte in una serie di associazioni che rilanciano il tema fondamentale della scrittura, come esplicita l’opera Scribacchio qui presentata; in questo luogo i due poeti seduti uno di fronte all’altro leggeranno alternandosi i loro testi, scegliendo tra essi quelli che meglio si accordano al tema dell’appunto, dello schizzo, della memoria biografica e di viaggio.
La jamsession finale dei musicisti accompagnati dal chitarrista Andrea Candeli ha il semplice ruolo di una apertura cordiale e coinvolgente dell’atmosfera cifrata che domina l’azione performativa; al termine i singoli artisti nelle rispettive sale daranno luogo simultaneamente alle loro performance a suggellare l’evento nel brusio indistinto e sovrapposto delle loro lingue, ciascuna appartata e irriferita ma sottilmente interrelata alle altre, nel reciproco e inevitabile disturbo, connubio, interferenza e travolgimento.
L’allestimento è stato realizzato con la sistemazione speculare di due settori ciascuno con tre sale, rispettivamente dedicati alle due artiste: entrando a destra, Omero di Eda Melandri; a sinistra Numero di Nicoletta Moncalieri.
Fra i due settori si trova il corridoio, luogo di congiunzione e commistione fra i due linguaggi. Una delle pareti (a destra entrando) è completamente vuota a dominare una disseminazione di sassi di Eda. Nel punto più interno della galleria questa parete è come sfondata da una video proiezione animata delle opere di Eda e Nicoletta. Il videoproiettore getta il suo fascio di luce direttamente sul muro, riaprendone il limite dimensionale.
Il brusio delle lingue – azione performativa simultanea sviluppa un ulteriore dialogo a più voci (voce poetica, musica, ritmo e gestualità) con le opere in mostra tenendo in considerazione la loro specificità e i criteri dell’allestimento.
Al flautista Michele Serafini è assegnato il compito di guida armonica; il suo agire musicale si baserà sull’improvvisazione di frammenti che hanno la funzione di tessere un percorso sonoro che diviene itinerario di visita: il flautista conduce il pubblico in un giro completo delle sale portandolo ad incontrare gli altri protagonisti in altrettante stazioni espressive.
Al percussionista Marcello Davoli è assegnata la prima sala a destra, impegnata al centro dall’installazione Iterazione di Eda Melandri, che propone su basi ellissoidali a terra una consecuzione di forme cilindriche ritmicamente reiterate; il musicista proporrà una improvvisazione sul tema della ripetizione di patter e in generale della variazione.
Alla poetessa Milena Nicolini è assegnata la seconda sala a destra, una stanza impegnata unicamente da due menhir avvolti da ali o croste in parte cadute a terra, un sito arcaico dominato dalla grandi ombre che le opere proiettano alle pareti; la poetessa leggerà fra i suoi testi quelli che più si accordano con questo paesaggio di solennità e primordio.
Il performer Chris Channing si troverà nel corridoio centrale e offrirà il suo corpo seminudo alla proiezione animata delle opere di Melandri e Moncalieri installata in mostra; l’attore mimerà una interpretazione gestuale delle suggestioni visive sviluppate dal filmato.
il percussionista Marcello Davoli realizzerà la sua seconda performance con nuovi strumenti nella quinta sala, occupata dall’installazione Playtime e dai grandi Rebus di Nicoletta Moncalieri; una sala dominata dalla sagoma di un asino a grandezza naturale, con il corpo maculato da numeri; qui il percussionista potrà sviluppare una ritmica basata sulla suggestione del gioco e della addizione di moduli ritmici e timbri percissivi.
La poetessa Lisabetta Serra e il poeta Alberto Bertoni si troveranno nella sesta sala occupata dai collages di Nicoletta Moncalieri e da alcuni suoi libri d’artista; una sala che emana la suggestione di cifre e figure coinvolte in una serie di associazioni che rilanciano il tema fondamentale della scrittura, come esplicita l’opera Scribacchio qui presentata; in questo luogo i due poeti seduti uno di fronte all’altro leggeranno alternandosi i loro testi, scegliendo tra essi quelli che meglio si accordano al tema dell’appunto, dello schizzo, della memoria biografica e di viaggio.
La jamsession finale dei musicisti accompagnati dal chitarrista Andrea Candeli ha il semplice ruolo di una apertura cordiale e coinvolgente dell’atmosfera cifrata che domina l’azione performativa; al termine i singoli artisti nelle rispettive sale daranno luogo simultaneamente alle loro performance a suggellare l’evento nel brusio indistinto e sovrapposto delle loro lingue, ciascuna appartata e irriferita ma sottilmente interrelata alle altre, nel reciproco e inevitabile disturbo, connubio, interferenza e travolgimento.
15
gennaio 2006
Paolo Donini – Il brusio delle lingue
15 gennaio 2006
performance - happening
Location
GALLERIE CIVICHE DI PALAZZO DUCALE
Pavullo Nel Frignano, Via Giardini, 3, (Modena)
Pavullo Nel Frignano, Via Giardini, 3, (Modena)
Vernissage
15 Gennaio 2006, ore 17-19
Autore