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Paolo Pelosini – Sculture
La rassegna fiorentina raccoglie i lavori più recenti dell’artista, da anni impegnato in una ricerca espressiva che ruota intorno al concetto di recupero e riutilizzo di materiali considerati di scarto
Comunicato stampa
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Sabato 1 settembre, alle ore 18.00, al Palagio di Parte Guelfa (Sala Brunelleschi) si inaugura la personale dello scultore Paolo Pelosini, prima tappa di un percorso espositivo che porterà successivamente i suoi lavori a Milano.
La rassegna fiorentina raccoglie i lavori più recenti dell’artista, da anni impegnato in una ricerca espressiva che ruota intorno al concetto di recupero e riutilizzo di materiali considerati di scarto, come lamiere squarciate, chiodi, segnali stradali, bidoni e barattoli abbandonati. Da quello che il mondo abbandona l’artista ne scorge una forza ancora pulsante: forme latenti che grazie alla sua gestualità tornano a una nuova vita. Rottami, lamiere, detriti ferrosi gettati via, tutto può essere riabilitato e assumere una funzione diversa, ma soprattutto attraverso l’arte si può cogliere la bellezza anche in ciò che normalmente è considerato brutto e destinato alla distruzione.
Le sculture di Pelosini sono generalmente di metallo e ricavate da oggetti trovati per le strade di Manhattan o nelle campagne della sua terra originaria, la Versilia: brandelli di lamiera, che l’artista chiama “pietra locale”, una materia urbana ancora contaminata dallo sporco e dagli odori della città. Da questi ferri vecchi e arrugginiti Pelosini riesce a intuirne nuove potenzialità espressive, iniziando a manipolarle, squarciarle e tagliarle fino a ricomporle in opere di grande forza poetica e impatto visivo. Prendono così vita angeli caduti, corpi dilaniati, carcasse di animali, come uccelli, pesci, cavalli, opere forgiate attraverso il gesto dell’accetta: figure liberate da materiali che appartengono a mondi devastati e in rovina, ma che per l’artista si rivelano giacimenti di ispirazione in attesa di essere plasmati.
Le sculture presentate al Palagio di Parte Guelfa, un corpus di 18 sculture di medie e grandi dimensioni, affrontano il tema della morte, rappresentando un momento di riflessione su tematiche di grande interesse politico e sociale, come i conflitti e le violenze che ancora divampano nel mondo. In tal senso è emblematica l’opera Collateral Damage del 2006, una figura umana a stento riconoscibile giace in una cassa di bombe, oppure una colomba uccisa e ancora sanguinante prende forma da un coacervo di lamiere. Assemblaggi e intrecci di metallo rivelano inediti effetti pittorici attraverso l’uso di un linguaggio decisamente contemporaneo, un fare artistico che non rinuncia all’efficacia comunicativa nel trasmettere emozioni, a volte scomode, suggestioni cariche di vitalità e memoria.
La mostra, patrocinata dal Comune di Firenze, è curata da Federico Poletti, che sta inoltre preparando un’ampia monografia dedicata all’artista per le edizioni Caleidoscopio (in uscita a ottobre).
BIOGRAFIA RAGIONATA
Paolo Pelosini (Massarosa, 1945) vive e lavora tra l’Italia e New York
Si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti a Firenze e successivamente ha conseguito una laurea in pittura e storia dell’arte all’Università del Minnesota. Dalle prime esperienze in pittura di stampo minimalista e concettuale degli anni Settanta è poi passato alla scultura. L’artista, nato a Massarosa, si trasferisce negli anni Sessanta in America, prima a Minneapolis, poi Cleveland, dove accetta la cattedra di disegno e pittura al Cleveland Institute of Art, per approdare infine dal 1975 a New York. Attualmente si divide tra l’Italia e il suo studio di New York.
Da oltre vent’anni realizza sculture in metallo ricavato da oggetti trovati per le strade di Manhattan o raccolti in giro per le campagne della Versilia. Lo scultore inizia un progetto senza un’idea precisa, squarcia la lamiera con un’accetta, creando contorni taglienti e liberando la forma secondo un processo, fisico e impulsivo: un lavoro di forte coinvolgimento attraverso il corpo e che rimanda per certi versi alla tecnica del dripping utilizzata da Pollock. I soggetti delle sue opere spaziano da tematiche sacre (crocifissioni, angeli caduti) a figure di animali (carcasse di cavalli, pesci, uccelli), fino a rivisitazioni di soggetti legati all’arte classica e medievale.
MOSTRE RECENTI
2004 Palazzo Minucci Solaini, Volterra
2004 Chiesa del Suffragio, Carrara
2005 Studio d’Ars, Milano
2005 Behind the green door, New York
2005 Eickholt Gallery, New York
2005 CVB Space, New York
2006 Gallery M, New York
2006 Chiesa di San Filippo, Harlem, New York
2006 Castello Malaspina, Massa
La rassegna fiorentina raccoglie i lavori più recenti dell’artista, da anni impegnato in una ricerca espressiva che ruota intorno al concetto di recupero e riutilizzo di materiali considerati di scarto, come lamiere squarciate, chiodi, segnali stradali, bidoni e barattoli abbandonati. Da quello che il mondo abbandona l’artista ne scorge una forza ancora pulsante: forme latenti che grazie alla sua gestualità tornano a una nuova vita. Rottami, lamiere, detriti ferrosi gettati via, tutto può essere riabilitato e assumere una funzione diversa, ma soprattutto attraverso l’arte si può cogliere la bellezza anche in ciò che normalmente è considerato brutto e destinato alla distruzione.
Le sculture di Pelosini sono generalmente di metallo e ricavate da oggetti trovati per le strade di Manhattan o nelle campagne della sua terra originaria, la Versilia: brandelli di lamiera, che l’artista chiama “pietra locale”, una materia urbana ancora contaminata dallo sporco e dagli odori della città. Da questi ferri vecchi e arrugginiti Pelosini riesce a intuirne nuove potenzialità espressive, iniziando a manipolarle, squarciarle e tagliarle fino a ricomporle in opere di grande forza poetica e impatto visivo. Prendono così vita angeli caduti, corpi dilaniati, carcasse di animali, come uccelli, pesci, cavalli, opere forgiate attraverso il gesto dell’accetta: figure liberate da materiali che appartengono a mondi devastati e in rovina, ma che per l’artista si rivelano giacimenti di ispirazione in attesa di essere plasmati.
Le sculture presentate al Palagio di Parte Guelfa, un corpus di 18 sculture di medie e grandi dimensioni, affrontano il tema della morte, rappresentando un momento di riflessione su tematiche di grande interesse politico e sociale, come i conflitti e le violenze che ancora divampano nel mondo. In tal senso è emblematica l’opera Collateral Damage del 2006, una figura umana a stento riconoscibile giace in una cassa di bombe, oppure una colomba uccisa e ancora sanguinante prende forma da un coacervo di lamiere. Assemblaggi e intrecci di metallo rivelano inediti effetti pittorici attraverso l’uso di un linguaggio decisamente contemporaneo, un fare artistico che non rinuncia all’efficacia comunicativa nel trasmettere emozioni, a volte scomode, suggestioni cariche di vitalità e memoria.
La mostra, patrocinata dal Comune di Firenze, è curata da Federico Poletti, che sta inoltre preparando un’ampia monografia dedicata all’artista per le edizioni Caleidoscopio (in uscita a ottobre).
BIOGRAFIA RAGIONATA
Paolo Pelosini (Massarosa, 1945) vive e lavora tra l’Italia e New York
Si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti a Firenze e successivamente ha conseguito una laurea in pittura e storia dell’arte all’Università del Minnesota. Dalle prime esperienze in pittura di stampo minimalista e concettuale degli anni Settanta è poi passato alla scultura. L’artista, nato a Massarosa, si trasferisce negli anni Sessanta in America, prima a Minneapolis, poi Cleveland, dove accetta la cattedra di disegno e pittura al Cleveland Institute of Art, per approdare infine dal 1975 a New York. Attualmente si divide tra l’Italia e il suo studio di New York.
Da oltre vent’anni realizza sculture in metallo ricavato da oggetti trovati per le strade di Manhattan o raccolti in giro per le campagne della Versilia. Lo scultore inizia un progetto senza un’idea precisa, squarcia la lamiera con un’accetta, creando contorni taglienti e liberando la forma secondo un processo, fisico e impulsivo: un lavoro di forte coinvolgimento attraverso il corpo e che rimanda per certi versi alla tecnica del dripping utilizzata da Pollock. I soggetti delle sue opere spaziano da tematiche sacre (crocifissioni, angeli caduti) a figure di animali (carcasse di cavalli, pesci, uccelli), fino a rivisitazioni di soggetti legati all’arte classica e medievale.
MOSTRE RECENTI
2004 Palazzo Minucci Solaini, Volterra
2004 Chiesa del Suffragio, Carrara
2005 Studio d’Ars, Milano
2005 Behind the green door, New York
2005 Eickholt Gallery, New York
2005 CVB Space, New York
2006 Gallery M, New York
2006 Chiesa di San Filippo, Harlem, New York
2006 Castello Malaspina, Massa
01
settembre 2007
Paolo Pelosini – Sculture
Dal primo al 10 settembre 2007
arte contemporanea
Location
PALAGIO DI PARTE GUELFA
Firenze, Piazza Di Parte Guelfa, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Di Parte Guelfa, 1, (Firenze)
Orario di apertura
9.30 –12.30 / 15.30 – 19.30
Vernissage
1 Settembre 2007, ore 18.00
Autore
Curatore